Eurostat rivede al ribasso per il terzo mese consecutivo le stime preliminari dell’inflazione nell’area Euro. Secondo l’istituto di statistica europeo, infatti, si passa dal 1,3% registrato a gennaio al 1,2% del mese di febbraio. Il tasso più alto sarà raggiunto dal settore dell’energia (2,1% contro il 2,2, di gennaio), seguito da quelli da quello dei servizi (1,3% contro 1,2 di gennaio) e, infine, da cibo e alcol (1,1% contro 1,9% di gennaio).
Dopo uno stallo nel mese di dicembre, secondo Istat, torna a crescere il dato degli occupati nel mese di gennaio 2018. Una leggera crescita dello 0,1%, pari a 25 mila occupati in più, ed ecco che il tasso occupazionale sale al 58,1%. L’aumento è frutto della spinta occupazionale delle donne, in particolare di quelle comprese in età tra i 15 e i 24 anni. Vi è invece un dato negativo per gli uomini tra i 25 e i 49 anni. Calano i contratti a tempo indeterminato e salgono, altresì, quelli a tempo determinato. Nelle analisi trimestrali emerge una sostanziale stabilità tra l’ultimo (novembre/gennaio) e il precedente (agosto/ottobre).
Cresce a gennaio la stima delle persone in cerca di lavoro, un più 2,3% che corrisponde a 64 mila persone in cerca di lavoro. Erano diversi mesi che non accadeva. Il tasso di disoccupazione si attesta all’11,1%, mentre quello giovanile è in decrescita al 31,5%. La disoccupazione cala invece su base trimestrale con un meno 1,1%. Andando ad analizzare il dato annuale vi è un aumento degli occupati che registrano un più 0,7% che corrisponde a 156 mila posti di lavoro. Infine, da notare l’incidenza degli occupati sulla popolazione che cresce su base annua tra i 15-34enni e i 50-64enni, mentre è in calo tra i 35-49enni.
In allegato il documento completo Istat
Istat ha presentato i dati sul Pil 2017. Un aumento significativo del 2,1% rispetto al 2016. Un aumento in termini di volumi che è stato del 1,5%. Aumentano gli investimenti fissi lordi e aumentano le esportazioni all’estero di beni e servizi.
A livello settoriale, è aumentata l’industria (+2%), i servizi e le costruzioni (1,5%), mentre è calato il settore dell’agricoltura.
Per ciò che concerne l’indebitamento delle amministrazioni pubbliche in rapporto al pil, questo è stato registrato con un meno 1,9%, quando nel 2016 fu registrato a meno 2,5%.
In valore assoluto l’indebitamento è di -33.184 milioni di euro, in diminuzione di circa 8,5 miliardi rispetto a quello del 2016. Il saldo primario è in positivo a 32.150 milioni di euro, con un’incidenza sul Pil dell’1,9%, mentre quello corrente è stato positivo e pari a 22.187 milioni di euro, a fronte dei 9.076 milioni del 2016.
Nel 2017 le entrate totali delle Amministrazioni pubbliche sono aumentate dell’1,6% rispetto all’anno precedente. L’incidenza sul Pil è pari al 46,6%, mentre le uscite totali delle Amministrazioni pubbliche sono aumentate dello 0,5% rispetto al 2016. In rapporto al Pil sono risultate pari al 48,6%. Infine diminuisce anche la voce degli interessi passivi delle amministrazioni pubbliche che sono scesi del 1,7% dopo che già nell’anno precedente vi era stata una diminuzione del 2,3%. In allegato il documento Istat