Ultimo aggiornamento 24.04.2025 - 9:33
Mariangela Parenti

Mariangela Parenti

La riflessione nel pomeriggio della XII Conferenza annuale di IFEL ha riguardato il futuro delle entrate comunali anche alla luce dell’attuazione della nuova delega fiscale

La relazione introduttiva della seconda sessione di lavoro della XII Conferenza annuale di IFEL è stata affidata a Francesca Proia, Responsabile Ufficio Entrate e riscossione Fondazione IFEL. “Il ruolo della fiscalità locale deve essere riportato al centro del dibattito e la manovrabilità della leva fiscale deve rimanere alla base dell’autogoverno locale. L’attuazione della delega fiscale può rappresentare l’occasione giusta”, ha dichiarato Proia auspicando che “il riassetto delle entrate dovrebbe assicurare un margine positivo di comparto, cioè maggiori risorse a disposizione dei Comuni nel loro insieme per stabilizzare l’inversione di tendenza che, dopo i tagli del decennio scorso, vede ora una ripresa di erogazioni correnti ma quasi sempre vincolate a maggiori servizi (asili nido, sociale, trasporto studenti con disabilità)”. Necessarie, quindi, “azioni positive come la piena interoperabilità delle banche dati pubbliche detenute dalle agenzie fiscali pubbliche e dagli enti previdenziali e, in generale, da tutti gli organi pubblici, la ripresa, prevista dalla Delega, delle forme di cooperazione tra lo Stato e gli enti locali, la predisposizione, di sistemi di riscossione più efficaci, proporzionati e tempestivi di quelli fin qui adottati”.

“Le sfide generali dalle variabili generate dalla delega fiscale sono enormi e tante sono le novità. La rivoluzione in atto del sistema normativo in corso forse è poco percepita da chi amministra oggi gli enti locali perché riguarda il futuro. Questa riflessione può quindi essere utile per cercare di spiegare quale sia l’impianto delle norme innovate e sia l’impatto concreto nei territori”. Questi, invece, i contenuti principali della relazione tenuta da Angelo Cuva, Professore di Diritto Tributario Università di Palermo, Coordinatore Tavolo Tecnico “Fiscalità e bilanci degli Enti Locali” Città Metropolitana di Palermo

“Partendo dalla delega fiscale è emerso che bisogna conciliare la delega fiscale con il federalismo fiscale ma non è semplice – la riflessione di Giovanni Spalletta - Direttore Generale del Dipartimento delle Finanze Ministero dell’Economia e delle Finanze – “Quindi il problema da districare è mantenere la leva fiscale agli enti locali con i principi stabiliti dalla nuova delega dialogando fra istituzioni. Sul piano pratico, la delega contiene principi che indicano ai comuni come utilizzare al meglio riscossione, le banche dati, l’efficientamento degli strumenti da utilizzare per il raggiungere il risultato fiscale di riscuotere il giusto e non di più”.

Massimo Bordignon, Professore ordinario di Scienza delle Finanze Università Cattolica di Milano, ha invece incentrato il proprio intervento sulle entrate degli Enti locali e sul sistema di riscossione. “Resta il puzzle discusso sulla relativa semplicità dell’imposizione – ha spiegato il professore - I comuni incassano in media solo il 78% dei propri tributi, e il 10% meno del 55%). C’è un forte discrimine territoriale (Nord vs tutto il resto) e il reddito (pro-capite Irpef) è un forte predittore della capacità di riscossione comunale. Ma c’è evidenza anche di rendimenti de-crescenti di scala; a parità di condizioni e anche in contesti molto ristretti, comuni di maggior dimensione incassano di meno”.

“Un supporto digitale e intelligente per migliorare la capacità dei comuni di riscuotere i tributi locali”. Così infine Angelo Rughetti, Responsabile Osservatorio sugli Investimenti Comunali Fondazione IFEL, che ha specificato come “sia necessario fare un salto di qualità e fornire le risorse tecnologiche per elevare la capacità degli enti e la competenza degli addetti. Il PNRR ha investito risorse importanti sulla digitalizzazione di alcuni servizi ed è auspicabile che la legge di delega fiscale sia accompagnata anche da un piano di investimento per rendere operative le nuove disposizioni. Più i comuni sono in grado di far pagare i tributi più la pressione fiscale può scendere”.

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Il Presidente IFEL tira le fila del confronto mattutino della XII Conferenza IFEL sul futuro degli enti locali alla luce delle regole del nuovo patto di stabilità europeo

“Sulla partita in corso nel nuovo patto di stabilità europeo chiediamo con forza di essere preservati avendo un ruolo fondamentale di tenuta per il paese”, queste le conclusioni di Alessandro Canelli, Presidente IFEL della I sessione dei lavori della XII Conferenza IFEL sulla finanza locale.

“I Comuni – ha ricordato il Sindaco di Novara - hanno già assicurato un rilevante contributo al risanamento della finanza pubblica, contributo sproporzionato rispetto al peso del comparto sulla finanza pubblica nel suo insieme (7,4% della spesa) e sul debito della PA (1,3%): nel complesso 14 mld. di euro, di cui di tagli alle risorse per 8 mld di euro e 6 mld. di accantonamenti annuali al Fondo crediti di dubbia esigibilità”.

“La fuoriuscita, poi - ha proseguito Canelli - dal PNRR di oltre 10 mld. di euro, già assegnati ai Comuni e in gran parte già oggetto di attività di progetto, non può che destare grande preoccupazione. Una buona parte della riuscita del PNRR si basa sulla fiducia tra i diversi livelli istituzionali e sulla snellezza delle procedure. È quindi urgente: la formalizzazione delle fonti di finanziamento alternative delle misure in tutto o in parte non più PNRR, e penso alle piccole e medie opere, alla rigenerazione urbana, Piani urbani integrati oltre a mantenere gli stessi regimi giuridici e procedurali propri degli interventi PNRR applicabili, assicurando tutte le semplificazioni attualmente in vigore. Inoltre è fondamentale anche assicurare meccanismi contabili e di erogazione dei contributi analoghi a quelli (faticosamente) attivati, anche alla luce delle programmazioni pluriennali che gli enti hanno potuto fare sulle misure PNRR”.

“Infine, sul fronte della riscossione – ha concluso il Responsabile della Finanza locale dell’Anci – sono necessari dei passaggi riformatori indispensabili, penso ad accertamenti attraverso l’incrocio di banche dati condivise, penso a processi di semplificazione amministrativa, anche attraverso maggiore collaborazione tra livelli istituzionali e agenzie, o al miglioramento dei sistemi di pagamento on line per i cittadini affinché pagando tutti le tasse se ne paghino meno”.

Da parte di IFEL c’è grande lavoro e capacità di porre proposte e iniziative che vengono tramutate in atti significativi che consentono di migliorare i testi e la discussione parlamentare – così invece Roberto Pella, Vicepresidente Vicario ANCI in apertura della II sessione dei lavori pomeridiani - Quest'anno la conferenza si colloca in un momento delicato, sia a livello internazionale, che nazionale col periodo denso di insidie per la tenuta dei conti pubblici anche alla luce dei patti di stabilità europei.

I comuni ha dato un contributo sproporzionato rispetto al resto del comparto della pubblica amministrazione. Nel complesso hanno dato tanto anche in termini di investimenti pubblici e rilancio della ripresa economica del Paese anche al di là delle risorse legate al Pnrr. Il grande rilancio conferma quanto sia oramai attuale la legge sull’autonomia in cui grande spazio sarà riservato ai comuni protagonisti. Difatti, l’attuazione della delega fiscale costituisce una prospettiva più dinamica e riformatrice della forte cooperazione tra Stato e comuni. Giochiamoci questa partita che sarà il futuro dei territori”. 

Per quanto riguarda i tributi degli enti territoriali, sottolinea infine, Maurizio Leo, Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, la delega è strutturata in parti, una prima parte che riguarda i principi nel cui ambito sono racchiuse tutta una serie di previsioni che attengono nello specifico alla fiscalià degli enti territoriali. In questa parte abbiamo messo in evidenza che tutti i provvedimenti saranno adottati devono essere coerenti e realizzati  d'intesa con la Conferenza Unificata. Guarda il video dell'intervento.

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Dopo le relazioni tecniche sulle nuove regole del patto di stabilità europeo la riflessione dei primi cittadini e assessori di Torino, Rieti, Genova, Caltanisetta e Anci Lombardia

“Stiamo discutendo in questi giorni di autonomia e ciò rende ancora più necessario avere regole certe. Abbiamo bisogno come comparto di questo quadro di regole certe e stabili, non figlie di cambi di paradigmi e scelte partitiche che creano solo incertezze a cominciare dalla predisposizione dei bilanci”. Così Stefano Lo Russo, Sindaco Comune di Torino nel dibattito moderato da Gianni Trovati del Il Sole 24 Ore dedicato alle nuove regole legate al patto di stabilità europeo e che avranno ricadute sui bilanci dei comuni. “Sul tema delle autonomie  - ha precisato - sono un laico e lo dico con franchezza. Ci si metta però d’accordo sul riparto delle risorse in modo da non svantaggiare nessuno. Ad esempio il tpl è mediato dalle regioni ma l’ultima catena è il sindaco. Si introduca all’elenco della filiera delle autonomie quella dei comuni facendo ordine sui criteri decisionali dei vari livelli di governo. Noi siamo disponibili a ragionare con tutti oltre alla bandiere politiche o dei partiti”.

“Abbiamo bisogno di reggere in termini di capacità di spesa per la parte corrente dei bilanci ma è ormai necessario mettere mano ad una vera e propria fase costituente coesa per costruire stabilità pluriennale ed essere all’altezza del sfide dei prossimi anni”. Questo invece il commento di Mauro Guerra, Presidente ANCI Lombardia e Presidente Commissione Finanza Locale ANCI che è esordito dicendo che “il tema è la sostenibilità dei bilanci dei Comuni a cominciare dalla tenuta della spesa sociale con i comuni che fanno sempre più fatica ad affrontare viste le nuove fragilità. Se ragioniamo sul nuovo patto europeo dobbiamo ragionare sul contributo che i comuni hanno dato nell’ultimo decennio e continuano ancora a dare frutto dei i vincoli che si sono creati”.

Daniele Sinibaldi, Sindaco Comune di Rieti, dopo aver commentato che è necessario regolamentare meglio e in modo più efficace l’Fcde ha raccontato l’esperienza del piano di riequilibrio del comune nonostante il territorio sia stato colpito dal sisma e poi dal Covid. “Per quanto riguarda la capacità di riscossione – ha dichiarato - degli enti locali molti ci chiedono più coraggio nella gestione ma non credo sia questa la chiave se non si interviene invece sull’intero sistema spesso inefficiente”.

Anche Pietro Piciocchi, Vice Sindaco e Assessore al Bilancio Comune di Genova e Ivan Giuseppe Rando, Assessore Finanze Comune di Caltanissetta, hanno raccontato la gestione economico-finanziaria degli enti che amministrano. Per Rando “i Sindaci sono coraggiosi nell’affrontare le problematiche quotidiane dei comuni, ad iniziare dall’utilizzo della leva fiscale che incide direttamente nella vita dei cittadini. Le scelte fatte a monte dal Governo ricadono infatti a cascata sui territori”.  Piciocchi invece ha descritto gli interventi che l’amministrazione sta mettendo in campo in città. “In tema di perequazione, il sistema è evoluto a mio parere ma sconta però il fatto che non sono chiari i costi delle funzioni e non c’è un’analisi seria dell’impatto che hanno sui bilanci”, ha dichiarato.

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All’ordine del giorno della XII Conferenza annuale di IFEL il nuovo patto di stabilità europeo e le ricadute sulle entrate degli Enti locali. Ne discutono sindaci, istituzioni e tecnici governativi

“Nel corso dell’ultimo decennio, prima che la crisi pandemica da Covid-19 condizionasse pesantemente l’agenda istituzionale e il bilancio pubblico del Paese, la finanza locale è stata attraversata da una lunga stagione di manovre finanziarie assai stringenti, che hanno fortemente ridimensionato il volume delle risorse disponibili nei bilanci comunali, sia quelle di parte corrente destinate all’erogazione dei servizi sia quelle in conto capitale necessarie per il finanziamento degli investimenti”. E’ quanto ha ricordato Giuseppe Ferraina, Responsabile Area Sistema Informativo, perequazione e regole finanziarie di IFEL, nella relazione introduttiva della prima sessione dei lavori della XII Conferenza annuale sulla Finanza e l’Economia locale della Fondazione “La finanza locale e le sue prospettive”.

“Tagli alle risorse e vincoli di finanza pubblica iniqui  - ha ricordato Ferraina - hanno messo a dura prova la tenuta degli equilibri di parte corrente, in diversi casi accentuando significativamente le difficoltà dei comuni nel garantire i servizi essenziali alle proprie comunità di riferimento e, con esse, le disuguaglianze territoriali. Alle problematiche di carattere strettamente finanziario è andato affiancandosi un gravoso surplus di onere amministrativo, dovuto alla stagione di grandi riforme strutturali intervenute nel comparto, in particolare l’entrata in vigore di un nuovo regime contabile e la riforma del codice degli appalti, affrontate peraltro con unità di personale in drastica diminuzione e senza leve significative di incentivo contrattuale”.

Nel merito del nuovo patto di stabilità europeo è, invece, entrato Andrea Ferri, Responsabile Dipartimento Finanza Locale ANCI-IFEL e Vicedirettore Fondazione IFEL. “Nessuna norma europea  - ha spiegato Ferri - impone di fare restrizioni a carico degli enti locali, la trasposizione diretta degli obblighi di convergenza nazionali dovuta al nuovo patto di stabilità e crescita è una responsabilità dei Governi degli stati membri. Il dato fornito da ISTAT sull’indebitamento fornisce una significativa indicazione di policy, pur con i limiti dovuti ai tempi di pubblicazione e alla stabilità delle revisioni successivamente operate. Il comparto comunale già manifesta una condizione di sostanziale pareggio ai fini del consolidamento dei conti pubblici, anche per effetto degli aggiustamenti imposti nel passato. Ulteriori restrizioni a fronte di nuove esigenze di copertura per la finanza pubblica entrerebbero in diretto conflitto con l’erogazione di servizi fondamentali. Anci e IFEL sono disponibili ad un confronto per individuare nuove regole utili a definire perimetri più equi ed espansivi di spesa autorizzata, nel segno della condivisione e della pluriennalità”.

“La riforma delle regole del Patto di stabilità, licenziata dall'Ecofin è a mio avviso un'occasione mancata”, questo invece il giudizio di Giuseppe Pisauro, Professore ordinario di Scienza delle Finanze dell’Università La Sapienza di Roma. “La riforma -precisa il professore - doveva servire a eliminare i difetti delle vecchie regole costruite assumendo che il ruolo principale della politica fiscale fosse quello di garantire la stabilità finanziaria tenendo sotto controllo il debito pubblico. La scarsa considerazione per l'efficacia della politica fiscale come strumento di stabilizzazione del ciclo economico e di stimolo alla crescita ha portato, invece, a regole fiscali potenzialmente procicliche e molto complesse”.

Di regole della governance negli enti locali dal 1999 ad oggi ha invece parlato Salvatore Bilardo, Ispettore Generale Capo I.Ge.P.A della RGS Ministero dell’Economia e delle Finanze. “L’ Accordo di dicembre sulla riforma della Governance Economica Europea offre molti punti su cui prestare attenzione. Una riflessione da fare è quella sulla necessità di definire le entrate discrezionali oltre ad approfondimento sull’applicazione agli enti territoriali, considerato che la nuova regola di limitazione della spesa pubblica pregiudica anche la partita degli avanzi. A tal fine si richiamano le sentenze della Corte Costituzionale n. 247/2017 e n. 101/2018 che precludono allo Stato di limitare l'utilizzo degli avanzi di amministrazione da parte dei enti”.

Rosa Valentino ha approfondito l’aspetto delle entrate comunali alla luce del nuovo incarico come Direttore Centrale Finanza Locale, Ministero dell’Interno. “E’ necessario innovare, e non intendo solo come è avvenuto per il Pnrr – ha dichiarato - Partiamo dal Testo unico e dalla sua riforma, frutto di una stagione di cambiamenti che ha coinvolto gli enti locali. Abbiamo sperimentato in questi ultimi dieci anni misure e procedure nuove che sono la chiave per costruire la riforma del Titolo VIII senza aver paura se si allungano i tempi nell’interesse di tutti”.

 

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In apertura alla XII Conferenza annuale di IFEL l’introduzione del Segretario Generale Veronica Nicotra e il Direttore della Fondazione Pierciro Galeone

“La Conferenza di IFEL è per noi un’occasione unica per fare il punto sul lavoro che stiamo svolgendo insieme. Sono consapevole delle difficoltà degli enti locali nella gestione amministrativa quotidiana ed è nostra premura e del Governo quella di dotare i comuni di tutti gli strumenti opportuni per lavorare e farlo bene nell’interesse dei cittadini”. Così Sandra Savino, Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Economia e delle Finanze con delega agli Enti Locali ha inaugirato i lavori della XII Conferenza annuale di IFEL dedicata alle modifiche al patto di stabilità europeo e alle ripercussioni nella gestione delle risorse finanziarie degli enti locali. “Ci aspettano sfide internazionali importanti – ha ribadito il Sottosegretario - e saranno portate avanti con stima e fiducia reciproca tra i diversi livelli istituzionali. Forse non ci sarà sempre un accordo completo su quello che raggiungeremo ma tutto il nostro lavoro in comune confluirà nelle modifiche del Testo unico degli Enti locali e alla disciplina che riguarda sia l’autonomia differenziata e della delega fiscale che daranno ulteriore manovrabilità. Dal Tuel e delega fiscale oggi abbiamo gli strumenti per riformare il sistema di riscossione dei tributi locali. Mio, poi, l’impegno per gli enti in difficoltà finanziaria affinché non ci siano più accavallamento delle crisi”.

Nel suo intervento il segretario generale Anci Veronica Nicotra ha voluto porre l’attenzione sui temi sulle tante questioni, anche critiche e problematiche, che i comuni lamentano a vario titolo, prime fra tutti il tema dei bilanci tra investimenti e parte corrente.
“Partendo dagli investimenti legati ai finanziamenti PNRR– ha detto Nicotra – Anci rimarca con forza il diligente lavoro che stanno facendo i Comuni e le Città Metropolitane, impegnati a cogliere gli obiettivi delle varie misure PNRR, sfatando ogni giorno la narrazione sui media che in questi anni si è fatta sui Comuni che non ce la fanno”.Sulla parte relativa al definanziamento e rimodulazione di alcune misure a titolarità dei Comuni per un ammontare pari a circa 13 miliardi, il segretario generale Anci ha ricordato che dal 25 luglio, l’Associazione ha espresso la propria posizione critica rispetto alla scelta fatta dal Governo. Ad oggi “abbiamo delle assicurazioni verbali da parte dei ministro Fitto che ci rassicurano ed è questo messaggio – ha evidenziato Nicotra – che voglio dare oggi agli amministratori, sindaci e operatori, ovvero, di avere fiducia. Di credere nelle parole del ministro Fitto e del Governo”.
Nicotra ha inoltre espresso alcune forti preoccupazioni in merito alla fluidificazione dei processi di pagamento, in particolare per la parte relativa alle piccole e medie opere finanziate con fondi Pnrr. “I Comuni – ha detto – hanno anticipato risorse, hanno fatturato e rendicontato e devono pagare gli imprenditori per rispettare i tempi di pagamento, pertanto è fondamentale che il Governo risolva al più presto questo stallo per evitare di stressare ulteriormente i Comuni nei prossimi due anni.
In merito alle risorse di parte corrente, Nicotra ha evidenziato come l’anno appena iniziato si sia aperto con un taglio lineare alle risorse di 300 milioni. “E’ un problema da affrontare, per questo è importante attivare al più presto un tavolo di lavoro con il Governo e in particolare con il ministero dell’Economia per trovare soluzioni condivise, attraverso un fondo perequativo verticale con determinate caratteristiche che ad oggi non c’è”.

“Il nuovo patto di stabilità europeo aprirà una fase nuova nel governo dei conti pubblici – è quanto ha affermato introducendo i lavori della XII Conferenza annuale della Fondazione il Direttore di IFEL Pierciro Galeone - I Comuni 10 anni fa rappresentavano più dell’8% della spesa pubblica mentre oggi siamo al 6,5%, nel frattempo hanno perso 100.00 dipendenti e sono ormai destinatari solo di trasferimenti statali a destinazione vincolata. Nonostante questo, sono passati dai gli 8 miliardi di euro di investimenti del 2023 a16,3 miliardi dello scorso anno. Ma sono ancora fragili sul lato della parte corrente, e hanno visto ridotta l’autonomia nella gestione delle entrate proprie. Hanno le carte in regola per chiedere un governo della finanza multilivello condiviso, affidabile ed equo. E sul fronte delle entrate serve un salto di qualità nella cooperazione stato-comuni per migliore la qualità della riscossione”.

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