Il dubbio si insinua sempre più forte tra le imprese. Forse si è gridato troppo presto al miracolo dopo l'approvazione del decreto legge 35/2013 sul pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione. Con l'aiuto del Centro Studi Cna, abbiamo provato a percorrere l'iter che dovranno svolgere le imprese che hanno crediti commerciali scaduti prima del 31 dicembre 2012 nei confronti delle pubbliche amministrazioni.
Si allungano i tempi per l'approvazione parlamentare del decreto pagamenti mentre dalle province giunge un secondo indizio sull'insufficienza del plafond stanziato dopo quello fornito nei giorni scorsi dai comuni. A fronte di una dotazione complessiva di 5 miliardi nel 2013 per l'intero comparto enti locali le amministrazioni provinciali, da sole, hanno chiesto spazi finanziari per 1,2 miliardi. Se si considera che quelle comunali sono molto più numerose e hanno molta più liquidità bloccata in cassa l'esigenza di rimpinguare la dote iniziale del Dl sblocca debiti emerge con estrema chiarezza.
È davvero boom di richieste per i pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione ed il tetto dei 5 miliardi posto agli enti locali per il pagamento nell'anno in corso dal disegno di legge 35 è troppo basso: va tolto, ed il plafond deve essere integrato «anche in sede di conversione del decreto». A pochi giorni dalla scadenza entro la quale i Comuni con problemi di liquidità dovevano presentare la domanda per avere accesso ai fondi, costruttori e l'associazione dei Comuni fanno il punto e rilanciano. «Non basta alzare il tetto, è necessario pagare tutto», dice il presidente dell'Ance, Paolo Buzzetti, secondo il quale «è naturale che le richieste siano maggiori al tetto previsto della copertura», visto che - ha ricordato l'imprenditore - i crediti complessivi delle imprese costruttrici nei confronti della pubbliche amministrazioni certificati da Bankitalia ammontano a 20 miliardi».
Uno dei problemi che il lavoro parlamentare sulla legge di conversione del Dl 35/2013 sullo sblocco dei pagamenti arretrati della Pubblica amministrazione è legato alle eccessive penalizzazioni che colpiscono gli enti «virtuosi». Il provvedimento è fondamentale per portare sollievo al sistema delle imprese, oggi in gravi difficoltà finanziarie, ma ha provocato lamentele da parte degli amministratori e dei funzionari responsabili delle Province e dei Comuni soggetti al patto di stabilità, che avendo pagato i fornitori nei termini di legge e nel rispetto delle clausole contrattuali non possono beneficiare della nuova norma; ne trarranno invece vantaggio gli enti che, anche se con giustificati motivi, hanno violato leggi e contratti.
Procedure più semplici per il rilascio delle certificazioni dei crediti relativi a somministrazioni, forniture e appalti da parte delle amministrazioni statali e degli enti pubblici nazionali. Ma i tempi per il pagamento effettivo si allungano, con possibili penalizzazioni per i creditori.Con la circolare n. 22 del 30 aprile 2013, diffusa ieri, la Ragioneria generale dello stato ha innovato le disposizioni contenute nella precedente circolare n. 35/2012, semplificando le modalità operative necessarie al rilascio delle certificazioni in presenza di residui passivi perenti.La modifica si è resa necessaria alla luce delle modifiche introdotte dal decreto sblocca-debiti (dl 35/2013), che ha previsto l'obbligatoria gestione dell'attività di certificazione sulla piattaforma Elettronica Ricordiamo che i residui passivi perenti, secondo la contabilità pubblica, rappresentano debiti cancellati dalle scritture contabili per effetto della cosiddetta perenzione amministrativa, ma ancora esigibili dal punto di vista civilistico.