La vicenda sull'Imu contesa solleva un problema di non poco conto, oltre a suscitare dubbi sulla tenuta dell'economia dei Comuni, a cominciare dall'esercizio corrente.Sono numerose le amministrazioni municipali ad avere aderito alla procedura di riequilibrio pluriennale e a essersi obbligate a equilibri di bilancio altrimenti non conseguibili.Questi Comuni hanno redatto il piano di rientro decennale, nei 60 giorni prescritti dal perfezionamento dell'intervenuta adesione, compresa l'annualità in corso.
Sprint della commissione Bilancio della Camera sul decreto per i pagamenti della Pa: lunedì arriverà il via libera definitivo garantendo l'approdo del provvedimento in Aula martedì mattina. Si è lavorato ancora a tarda sera, con i relatori Marco Causi (Pd) e Maurizio Bernardo (Pdl) impegnati a predisporre nuovi emendamenti su temi chiave a partire dal vincolo di destinazione per le società in house che dovranno girare «prioritariamente» i pagamenti ricevuti dalle amministrazioni ai loro creditori. Altri temi aperti sono il silenzio-assenso per la certificazione dei crediti, un ruolo più rilevante della Cassa depositi e prestiti, l'estensione della compensazione crediti commerciali-debiti fiscali (forse solo tra Stato e Stato). Disco verde Tra gli emendamenti approvati nella giornata di ieri rientra quello (primo firmatario Raffaello Vignali del Pdl) che fissa in 30 giorni dall'erogazione degli anticipi di liquidità agli enti locali il tempo massimo per saldare le imprese o i professionisti (sia per il 2013 sia per il 2014).
Si allarga il campo di applicazione del decreto legge sul pagamento degli arretrati della pubblica amministrazione. Un emendamento approvato dalla commissione Bilancio della Camera stabilisce che rientrino nella norma anche i cosiddetti debiti fuori bilancio, maturati cioè entro il 2012 ma con pratiche non ancora lavorate dagli uffici. Un segnale di come, anche su input del governo, la maggioranza stia cercando di allargare le maglie del provvedimento che stanzia 40 miliardi di euro per saldare le somme dovute alle imprese. Stessa logica per un'altra novità: lo sblocco dei pagamenti per le aziende non a posto con il Durc, il documento unico di regolarità contributiva. Queste imprese potranno aver accesso ai pagamenti scalando automaticamente i contributi dovuti dalla somma incassata. Su proposta del Movimento 5 Stelle è passata un'altra modifica che impedisce agli enti locali di alzare le imposte locali per procedere ai pagamenti. Restano ancora alcuni nodi da sciogliere, come le compensazioni e l'eventuale intervento aggiuntivo della Cassa depositi e prestiti. Ma la commissione potrebbe chiudere l'esame già oggi. Approvata dalla Conferenza Stato-autonomie la ripartizione dei 7,2 miliardi di euro stanziati per le Regioni, con l'ipotesi di sbloccarne altri 2,1, e dei 5 miliardi per gli enti locali.
Prima i debiti per lavori pubblici non ancora estinti. Poi gli altri debiti di parte capitale ancora da pagare. Gli spazi che avanzeranno verranno utilizzati per abbuonare i pagamenti già effettuati prima dell'8 aprile, sempre con una corsia preferenziale per quelli relativi a opere. E dal governo arriva l'impegno alla presentazione di un emendamento che amplia di 2,1 miliardi il pagamento dei debiti di parte capitale dando così la possibilità alle regioni di aiutare i comuni mettendo a loro disposizione ulteriori spazi finanziari.
Le richieste sono troppe, i soldi non bastano, e i Comuni dovranno accontentarsi. Come i loro fornitori in attesa di essere saldati, che per il momento, nonostante la decisione dello Stato di sbloccare i pagamenti, riceveranno solo un rimborso parziale. A fronte di 4 miliardi disponibili per il 2013 ed il 2104, la Cassa depositi e prestiti ha ricevuto dai Comuni a corto di liquidità, che non possono far fronte ai debiti «certi, liquidi ed esigibili» maturati fino a fine 2012, oltre 1.500 richieste per un importo complessivo di 6 miliardi di euro.