Ultimo aggiornamento 28.04.2025 - 14:51

A venti giorni dall'arrivo del decreto sblocca-pagamenti c'è qualche amministrazione che ha cominciato a saldare i propri debiti. Per ora si tratta di pionieri, visto che la maggior parte degli enti locali sono ancora impegnati nella ricognizione dei debiti (si veda la pagina successiva). Ma i primi assegni cominciano ad arrivare alle imprese. Varese, Cesena, Firenze, ma anche le province di Lucca e Torino sono tra le amministrazioni sprint che hanno sfruttato gli stretti margini previsti dal provvedimento.

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Sui debiti della Pubblica amministrazione verso le imprese si potrebbe andare ben oltre i 40 miliardi già sbloccati dal decreto di tre settimana fa. A rivelare la notizia è stato il ministro per gli Affari europei. Enzo Moavero Milanesi, intervenuto a Roma presso la rappresentanza della Commissione europea in Italia a Roma, rispondendo a una domanda su possibili ulteriori passi in avanti nella liquidazione dei crediti delle imprese, non ha escluso la possibilità di ritoccare il deficit-pil al fine di sbloccare altri miliardi in favore dell'economia. «Qualora i conti pubblici lo consentissero, garantendo un margine di manovra sufficiente, naturalmente al di sotto del tetto del 3% fissato dall'Europa», ha spiegato Moavero, «si potrebbe anche pensare di intervenire sul rapporto, così da liberare altre risorse, alcune delle quali destinate al finanziamento delle opere pubbliche». Il recente decreto del governo Monti, con i quali sono stati sbloccati 40 miliardi tra il 2013 e il 2014, ha già comportato l'innalzamento del deficit-pil dal 2,4 al 2,9%. A questo punto però, se il risanamento delle finanze dovesse procedere senza intoppi, si andrebbe incontro a un possibile ulteriore ritocco del rapporto volto a favorire il pagamento di un'altra tranche di crediti.

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Il pressing delle imprese, la cautela della Ragioneria dello Stato, gli equilibri di regioni ed enti locali, la mediazione del Parlamento. Le modifiche al decreto sui pagamenti della Pa all'esame della commissione speciale della Camera sono un puzzle complesso. Dalle audizioni in commissione è arrivato materiale prezioso e alcune indicazioni di marcia del lavoro che verrà coordinato dai relatori del decreto, Giovanni Legnini del Pd e Maurizio Bernardo del Pdl, iniziano a delinearsi (il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato a martedì alle 13).

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«La situazione dell'economia reale è tale che richiede l'intervento immediato con provvedimenti immediati». Giorgio Squinzi torna sull'emergenza crisi, parlando a Foggia, ad un incontro con i vertici della Confindustria locale. Uno sguardo è rivolto a Roma, dove ieri si è votato per il Quirinale: «Non si possono commentare le candidature ed esprimere un giudizio non credo sia compito mio.

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Il primo passo verso i pagamenti
Qual è il primo passo per accedere ai meccanismi previsti dal decreto sblocca-pagamenti?

La condizione preliminare è rappresentata dalla quantificazione dei «debiti certi, liquidi ed esigibili» al 31 dicembre 2012, distinguendo all'interno dei debiti complessivi quelli legati a investimento (che possono essere esclusi dal Patto di stabilità). Su questa base si quantificano le richieste relative alle quote da escludere dai vincoli del Patto e quelle relative alle eventuali anticipazioni della Cassa depositi e prestiti. L'elenco completo dei debiti certi, liquidi ed esigibili, maturati al 31 dicembre 2012, va inoltre comunicato, insieme all'indicazione dei dati identificativi del creditore, al ministero dell'Economia attraverso la piattaforma delle certificazioni, a cui l'ente deve accreditarsi entro il 29 aprile.
Così le risorse possono dribblare il Patto di stabilità

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