Sembra chiaro che, col varo del Dl 35, il governo abbia ben presente i motivi per i quali il sistema delle norme, sinora messo in campo per "smobilizzare" i crediti vantati dalle imprese verso le Pa, non ha funzionato in maniera soddisfacente. La scarsa responsabilizzazione delle amministrazioni (rectius, dei funzionari) chiamati a gestirlo - legata alla mancanza di sanzioni per gli inadempimenti e/o i ritardi - sembra essere una chiave di lettura ancora più efficace della scarsa liquidità dello Stato. È per questo motivo che, molto probabilmente, più dei miliardi di anticipazioni messi in campo per immettere liquidità nel sistema si ha motivo di ritenere che lo "sblocco integrale dei crediti" verso la Pa passerà anche attraverso i canali alternativi di utilizzo dei medesimi già da tempo vigenti nel nostro ordinamento (si vedano l'articolo e la tabella in questa stessa pagina). Per inciso, oltre ad allentare temporaneamente i vincoli del patto di stabilità degli enti locali, il Decreto 35 istituisce un "Fondo per assicurare la liquidità per pagamenti dei debiti certi, liquidi ed esigibili", con una dotazione di 10 miliardi di euro per il 2013 e di 16 per il 2014, distinto in tre sezioni, rispettivamente "per assicurare la liquidità agli enti locali", "alle regioni e alle province autonome" e "al Servizio Sanitario Nazionale".
In allegato gli articoli del giornale con le istruzioni per gli adempimenti del DL35/2013.
In allegato gli articoli riguardanti i pagamenti alle imprese da parte della Pubblica Amministrazione dal 15 marzo all'11 aprile.
Sono i giorni decisivi per l'afflusso di liquidità alle imprese che vantano crediti.
Solo 8mila richieste di certificazione, delle quali 4mila finora andate a buon fine.