Ultimo aggiornamento 28.04.2025 - 14:51

Un fondo «pronta cassa» da 500 milioni di euro, che verrà ripartito entro il 15 maggio. Obbligo di definire, entro il 15 giugno, un piano di rientro per individuare ulteriori risorse. Partono così le procedure previste dal decreto sblocca crediti per consentire ai ministeri di pagare i propri fornitori. A scandire i singoli passaggi è una dettagliata circolare della Ragioneria generale dello stato (la n. 18/2013, diffusa ieri). Mentre arrivano novità anche sul fronte degli enti locali, con la sottoscrizione dell'addendum alla convenzione fra il Mef e la Cassa Depositi e Prestiti e l'approvazione del contratto tipo per la concessione delle anticipazioni di cassa a comuni e province. Ministeri.

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Nello sblocca-debiti allestito con il decreto 35/2013 non entrano solo le fatture ma, per i lavori pubblici, anche gli stati di avanzamento, il «conto finale dei lavori», gli accordi bonari e gli espropri approvati entro fine 2012; allo stesso modo, possono trovare una spinta anche i conferimenti e gli aumenti di capitale alle partecipate, attestati da provvedimenti assunti entro il 31 dicembre, e sulle altre spese occorre fare riferimento a «un documento che ne attesti l'esigibilità».

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Ai diversi passaggi formali previsti per liquidare definitivamente i debiti che la pubblica amministrazione ha contratto con il settore privato. Ieri è stato infatti sottoscritto l'addendum alla Convenzione con Cassa Depositi e Prestiti previsto dal Decreto Legge n. 35/20erti, liquidi ed esigibili degli Enti locali. I Comuni a a corto di liquidità potranno chiedere anticipazioni alla Cdp e restituirla secondo tempi e modalità definite. Per questo è stato anche approvato il contratto tipo per la concessione delle relative anticipazioni. 

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Quattordici date da segnare in rosso sullo speciale calendario dei pagamenti della pubblica amministrazione. Quattordici appuntamenti disseminati a partire da questo mese fino al 15 febbraio dell'anno prossimo. È complesso e serrato il calendario delle scadenze a carico della pubblica amministrazione per pagare i debiti arretrati alle imprese, secondo le procedure dettate dal decreto sblocca-debiti, entrato in vigore l'8 aprile.

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La manovra proposta dal Governo col decreto legge 35 non intende semplicemente immettere liquidità nel sistema - mediante la soddisfazione diretta dei creditori dello Stato e delle sue differenti amministrazioni – ma ha la più articolata (e difficoltosa) finalità di perfezionare e rendere (finalmente) funzionante un complesso sistema di norme messe in capo per porre rimedio ai ritardi dei pagamenti. Un fenomeno - come emerge dal documento del Centro studi della Camera con le schede di lettura del Dl n. 35 2013 - che nel corso degli anni ha conosciuto una crescita impressionante, sino a sfiorare il totale dei 90 miliardi (secondo stime Banca d'Italia), ovvero circa il 5,8% del Pil. Come se non bastasse, è lo stesso governo a confermare che, al momento, non esistono dati certi sull'ammontare dei debiti delle pubbliche amministrazioni verso le imprese.

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