Ultimo aggiornamento 28.04.2025 - 14:51

Dall'inizio dell'anno i rimborsi Iva hanno già raggiunto 12.000 imprese con l'erogazione di 3,7 miliardi di euro. Lo afferma il direttore dell'Agenzia delle entrate, Attilio Befera, nel corso dell'audizione sul decreto legge che sblocca i pagamenti delle pubbliche amministrazioni, che si tiene nelle commissioni speciali di Camera e Senato. Nel corso del 2013, ricorda Befera, «potranno essere soddisfatte, in ragione degli stanziamenti pianificati, oltre 63.000 richieste di rimborsi Iva per un importo di circa 11 miliardi e circa 2,3 miliardi di rimborsi relativi a imposte dirette». Ciò consentirà di soddisfare le richieste di rimborsi relativi alle imposte dirette presentate entro dicembre dello scorso anno e anche una parte dei rimborsi trimestrali iva del 2013.

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Nel 2013 oltre 63.000 richieste di rimborsi saranno saldati dall'Agenzia delle entrate per un importo di 11 mld di euro alla voce Iva e per 2,3 mld alla voce imposte dirette, per un totale di 13, 2 mld di euro. Con un'accelerazione, a partire da giugno, della modalità di erogazione dei rimborsi da parte di quelle regioni che presentano un maggior carico di richieste da smaltire. A ieri, secondo i dati forniti da Attilio Befera , direttore dell'Agenzia delle entrate, durante l'audizione per l'esame del dl pagamenti p.a. alla Camera, l'Agenzia ha già erogato 3,7 mld di euro a circa 12.000 imprese. Befera ha ricordato inoltre che il 27 marzo scorso ha emanato un'apposita direttiva con la quale è stata disposta la massima priorità per la lavorazione delle richieste di rimborso «in modo» ha precisato Befera, «da fornire un tangibile sostegno alle imprese».

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Confindustria stima l'impatto del decreto sui pagamenti della pubblica amministrazione: «Il saldo immediato di almeno 48 miliardi di debiti commerciali - si legge nella Congiuntura flash pubblicata ieri - farebbe aumentare il Pil dell'1,4% e gli occupati di 243 mila unità nell'arco di cinque anni». Un modo questo per dimostrare l'insufficienza della decisione del governo - comunque benvenuta - di erogare alle aziende 40 miliardi in due anni, comprensivi di altre partite finanziarie, ricordando che la complessità delle procedure attuative rende incerti sia le somme effettivamente erogate sia i tempi e gli effetti. E intanto il termine per la presentazione degli emendamenti al decreto slitta da oggi pomeriggio a martedì 23 alle ore 13.

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Le anticipazioni della Cassa depositi e prestiti previste dal decreto sblocca-crediti a favore degli enti locali possono essere destinate anche al pagamento di debiti di parte corrente. È questo uno dei chiarimenti più rilevanti che emerge dalla lettura della documentazione resa disponibile da ieri sul sito dell'istituto di via Goito e che include, oltre alla copia dell'addendum alla convenzione in essere con il Mef, il fac-simile della richiesta e lo schema di contratto-tipo che gli enti dovranno presentare e sottoscrivere per ottenere la liquidità. Lo strumento è quello predisposto dall'art. 1, commi 10 e seguenti, del dl 35/2013, che ha previsto l'istituzione di un fondo per erogare risorse agli enti territoriali a corto di cassa, in modo da consentire loro di pagare i propri debiti pregressi. Per gli enti locali, è stata prevista una sezione dedicata, con una dotazione finanziaria di 2 miliardi per quest'anno e di 2 per il 2014, la cui gestione è stata affidata alla Cassa depositi e prestiti (Cdp).

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Gli anticipi della Cassa depositi e prestiti potranno essere utilizzati da sindaci e presidenti di Provincia per il pagamento di tutti i debiti, e non solo quelli collegati agli investimenti e quindi bloccati dal Patto di stabilità.Per essere finanziato dal prestito della Cassa, sarà sufficiente che il debito sia «certo, liquido ed esigibile», o comunque accompagnato da una fattura o un documento equivalente, al 31 dicembre scorso. Una volta ottenuto il prestito, il Comune o la Provincia dovranno certificare l'immediato pagamento al creditore, e a vigilare sull'intero meccanismo sarà lo stesso ente guidato da Franco Bassanini, che potrà disporre anche la risoluzione del contratto e pretendere quindi l'immediata restituzione dell'anticipo (si veda anche l'articolo a fianco).

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