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Debiti, nuova deroga Ue nel 2014 - Mf del 19 aprile

  • 19 Apr, 2013
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Sui debiti della Pubblica amministrazione verso le imprese si potrebbe andare ben oltre i 40 miliardi già sbloccati dal decreto di tre settimana fa. A rivelare la notizia è stato il ministro per gli Affari europei. Enzo Moavero Milanesi, intervenuto a Roma presso la rappresentanza della Commissione europea in Italia a Roma, rispondendo a una domanda su possibili ulteriori passi in avanti nella liquidazione dei crediti delle imprese, non ha escluso la possibilità di ritoccare il deficit-pil al fine di sbloccare altri miliardi in favore dell'economia. «Qualora i conti pubblici lo consentissero, garantendo un margine di manovra sufficiente, naturalmente al di sotto del tetto del 3% fissato dall'Europa», ha spiegato Moavero, «si potrebbe anche pensare di intervenire sul rapporto, così da liberare altre risorse, alcune delle quali destinate al finanziamento delle opere pubbliche». Il recente decreto del governo Monti, con i quali sono stati sbloccati 40 miliardi tra il 2013 e il 2014, ha già comportato l'innalzamento del deficit-pil dal 2,4 al 2,9%. A questo punto però, se il risanamento delle finanze dovesse procedere senza intoppi, si andrebbe incontro a un possibile ulteriore ritocco del rapporto volto a favorire il pagamento di un'altra tranche di crediti.

 

 

Che Moavero fosse convinto che la premessa allo sblocco dei crediti fosse la stabilità dei conti, non è comunque un mistero. Già in occasione della conferenza stampa subito dopo il Consiglio dei ministri che aveva varato l'agognato provvedimento, il ministro aveva dichiarato come grazie al risanamento il governo avesse finalmente ottenuto quella flessibilità necessaria a «effettuare i pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione». «All'azione del governo», aveva aggiunto ancora Moavero, «va riconosciuta l'individuazione di aree e di spazi in cui è possibile effettuare azioni positive per il sostegno all'economia» pur mantenendo «un deficit contenuto». La possibilità di procedere a ulteriori tranche di pagamenti era stata poi ventilata in un'audizione dei giorni scorsi anche dal ministro dell'Economia Vittorio Grilli, che però non si era sbilanciato su un eventuale intervento sul deficit-pil. Nell'attesa di sviluppi, dallo stesso Tesoro è arrivata però una doccia fredda per tutte quelle imprese che vantano crediti con il Fisco. Parlando in audizione alla Camera, il direttore studi e ricerche del dipartimento delle Finanze, Giovanni D'Avanzo, ha sottolineato l'insostenibilità di una compensazione fiscale (quando un'impresa ha un debito col Fisco e al contempo un credito con la Pa) illimitata, perché sarebbe di importo «eccessivo per le amministrazioni, probabilmente di 30-40 miliardi». Secondo il dirigente «raggiungerebbero infatti circa un quinto del gettito che proviene da tutte le imprese» stimate in 190 miliardi circa. Tornando a Moavero, il ministro ha infine sottolineato la «grande fiducia sulla capacità» dell'Italia di «procedere» nel solco della democrazia, così come «dimostra anche l'andamento dello spread».

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