Il pagamento anticipato, infatti, prima cioè di conoscere le quote di allentamento del Patto che il ministero dell'Economia deve ripartire entro il 15 maggio, è possibile per chi ha fondi in cassa. Ma con tetti molto bassi: al massimo si può spendere il 13% delle giacenze presenti nella tesoreria statale a fine marzo, e in ogni caso non è possibile superare il 50% di quanto lo stesso ente chiederà entro domani al ministero dell'Economia di liberare dai vincoli del Patto.Ovvio, quindi, che in molti casi l'esigenza di capire a fondo le regole dello sblocca-debiti, e di quantificare puntualmente la massa dei pagamenti bloccati per chiedere su questa base i "bonus" a Via XX Settembre, abbia allungato i tempi.
La Provincia di Torino, per esempio, ha fatto i conti: fermi in cassa ci sono 80 milioni, a fronte di 40 di debiti arretrati, ma la somma svincolata dal decreto 35/2013 non supera i 6,7 milioni. «Abbiamo già firmato tutti i mandati di pagamento» commenta il presidente Antonio Saitta. Saitta è anche a capo dell'Upi (Unione delle Province italiane) e ha «sfruttato» le anticipazioni sul provvedimento per preallertare i dirigenti provinciali e preparare il censimento delle fatture non saldate in ordine cronologico. Un altro problema interpretativo è legato al fatto che il decreto ha permesso di sbloccare risorse per il 13% della liquidità presente «sulla tesoreria statale», ma su questi conti non sono presenti le risorse che derivano dall'accensione dei mutui. Un controsenso, perché i mutui servono proprio a pagare gli investimenti, cioè la voce bloccata dal Patto di stabilità, che per questa via si troverebbe quindi esclusa proprio dal provvedimento che nasce per sbloccarla. Per questa ragione, molti amministratori (sulla scorta anche delle indicazioni di Anci-Ifel) hanno allargato in via interpretativa le maglie del provvedimento, calcolando il 13% su tutta la liquidità disponibile. Ha fatto così, fra gli altri, Alessandro Petretto, economista e assessore al Bilancio al Comune di Firenze, che in questo modo è riuscito ad azzerare i debiti residui del 2011 pagando fatture per 14 milioni. «L'interpretazione ha dovuto seguire quello che è lo spirito della norma», taglia corto Attilio Fontana, sindaco di Varese, che senza aspettare la scadenza di domani ha liquidato debiti per 1,5 milioni. A Lucca, invece, si punta a un anticipo dell'operazione trasparenza sugli elenchi dei creditori imposti dal decreto. «La lista delle fatture in ordine cronologico sarà pubblicata sul sito della Provincia da oggi» promette il direttore Riccardo Gaddi. Lucca sta per staccare un assegno da 7,5 milioni, a fronte di 18,9 milioni di debiti accumulati. Mandati di pagamento già firmati anche a Cesena. Nei primi tre giorni il Comune romagnolo ha saldato debiti per 400mila euro e prosegue fino alla quota sbloccabile di 2,8 milioni. Il grosso dell'operazione sblocca-pagamenti, però, nascerà dall'appuntamento di domani con l'esame dei "bonus" e delle richieste di anticipazione alla Cassa depositi e prestiti.
FIRENZE
14 mln
ARRETRATI PAGATI
A Firenze lo sblocco anticipato delle risorse reso possibile dal decreto (entro i limiti del 13% della liquiditàdisponibile) ha permesso il pagamento di 14 milioni di euro, consentendo di azzerare le fatture ancorabloccate dal 2011
TORINO
6,7 mln
QUOTA SALDATA
La Provincia ha già esaurito il budget a disposizione per i primi pagamenti in attesa degli spazi di
allentamento del Patto: sono stati firmati mandati di pagamento per 6,7 milioni a fronte di debiti che sfiorano i 40 milioni.
VARESE
1,5 mln
DEBITI ONORATI
Anche Varese ha utilizzato a fondo lo strumento del decreto che permetteva ai Comuni con risorse in cassa di ri-avviare i pagamenti senza attendere la distribuzione dei «bonus» collegati al Patto di stabilità
LUCCA
18,9 mln
ELENCO DEBITORI ONLINE
Da oggi la Provincia pubblicherà sul proprio sito l'elenco delle fatture in attesa in ordine cronologico che ammontano in totale a 18,9 milioni (15 solo di lavori pubblici). Da subito saranno saldati 7,7 milioni di debiti
CESENA
400mila
IL PRIMO ASSEGNO
Il Comune romagnolo ha cominciato a pagare : a soli
tre giorni dal decreto, aveva saldato una prima piccola tranche, da 400mila euro.