Assist dell'Europa nella complessa partita per velocizzare il pagamento dei debiti della Pa anche con la partecipazione della Cassa depositi e prestiti. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, da Bruxelles sarebbe arrivato un via libera di massima all'emendamento bipartisan che i due relatori al Senato del decreto legge sul rimborso dei crediti delle imprese, Antonio D'Alì (Pdl) e Giorgio Santini (Pd), stanno mettendo a punto.
Il governo Letta non molla su uno dei provvedimenti più sensati per il rilancio dell'economia. E cioè il decreto sui pagamenti della pubblica amministrazione che sblocca una parte consistente del debito accumulato dallo Stato e dagli enti locali nei confronti delle imprese private. È una partita fondamentale perché immette nell'economia un flusso di liquidità pari a circa 40 miliardi di euro in due anni. Una boccata d'ossigeno per le aziende alle prese con una crisi di credito senza precedenti e che può rimettere in moto un'economia completamente ferma.
Il decreto sui pagamenti della Pa è approdato ieri al Senato con la possibilità di ulteriori, anche se limitate, modifiche. Dopo la discussione generale, oggi sarà fissato il termine per la presentazione degli emendamenti in commissione Bilancio (probabilmente venerdì) che saranno messi in votazione la prossima settimana. I margini di manovra sul plafond generale del decreto - poco meno di 40 miliardi nel 2013 e nel 2014 sono molto ristretti e si dovrà lavorare soprattutto sulla cosiddetta "fase 2" per completare i pagamenti a fronte di arretrati che ammontano a oltre 90 miliardi. Il premier, Enrico Letta, nell'informativa al Senato sul Consiglio europeo di oggi, ha ribadito che sull'operazione intende accelerare. La stessa Cassa depositi e prestiti, con il suo presidente Franco Bassanini, si candida per velocizzare l'intero piano. Il meccanismo, delineato da Bassanini ieri alla presentazione delle semestrali delle banche in Abi, prevederebbe «che sui debiti scaduti e certificati venga messa la garanzia dello Stato. Il sistema bancario è disponibile ad acquistare questi crediti e quindi a fornire liquidità alle imprese. Essendo crediti garantiti dallo Stato, questi miglioreranno la qualità del credito delle banche.
L'azzeramento del Patto per i piccoli comuni vale solo per il 2013. Dal prossimo anno, il conto tornerà a essere salato, anche se meno che in precedenza. Inoltre, la strada scelta per andare in soccorso dei mini enti presenta più di una complicazione e diverse amministrazioni resteranno a bocca asciutta.Con il dl 35/2013 e con gli emendamenti approvati alla Camera, ai comuni con meno di 5.000 abitanti è arrivato un doppio aiuto per sopravvivere alla morsa del Patto, che come noto li stringe da quest'anno per la prima volta.
Obiettivo ambizioso: estinguere nei prossimi due anni i debiti pendenti delle pubbliche amministrazioni per un importo di 40 miliardi di euro. Una necessaria immissione di liquidità nel sistema economico.