Scade oggi il termine entro il quale Regioni, Province, Comuni e Asl devono comunicare alle aziende interessate l'importo e la data dei pagamenti previsti per saldare i debiti arretrati della pubblica amministrazione. Lo stabilisce lo stesso decreto del governo convertito in legge dal Parlamento, specificando che questa comunicazione può essere fatta anche attraverso la posta elettronica certificata.
Gli enti locali hanno tempo fino a lunedì prossimo per comunicare ai propri creditori l'importo e la data entro la quale provvederanno al pagamento dei loro debiti. La comunicazione può avvenire mediante Pec con firma elettronica o digitale, ovvero con altre modalità che garantiscano la puntuale ricezione da parte del destinatario (ad esempio, raccomandata con ricevuta di ritorno).
Una fitta concentrazione di rigide scadenze accompagnate da sanzioni occupa il calendario delle pubbliche amministrazioni in queste settimane. Al centro della scena sono gli effetti del decreto legge 35/2013 sui debiti della Pa (parte dedicata ai debiti maturati a fine 2012), che nella versione post-conversione ha dettato tempi attuativi molto stretti.
Entro lunedì (il 30 giugno è domenica) i responsabili finanziari devono informare i creditori sull'importo e sulla data entro la quale provvederanno al pagamento (articolo 6, comma 9). Per la comunicazione - da far partire solo per i debiti ancora da estinguere - la legge suggerisce di utilizzare la Pec, i cui indirizzi sono pubblicati sul sito del ministero dello Sviluppo Economico (http://www.inipec.gov.it/cerca-pec), contenente l'Indice nazionale degli indirizzi di posta elettronica certificata di 744mila professionisti e di quasi 3 milioni fra società e imprese individuali.
La vicenda dei pagamenti dei debiti delle pubbliche amministrazioni nei confronti delle imprese ha una rilevanza non solo economica, ma anche istituzionale: individua alcune delle principali disfunzioni del nostro sistema amministrativo e sollecita una più ampia riflessione sull'efficacia dell'azione dello Stato centrale. Ma partiamo dai fatti.
I crediti che le imprese vantano nei confronti della pubblica amministrazione possono rappresentare «una vera e propria manovra finanziaria inattesa». Sono le parole del numero uno di Confindustria, Giorgio Squinzi, e indicano la portata della decreto sblocca-debiti che restituirà, in due anni, 40 miliardi alle imprese, a fronte di un debito complessivo stimato da Bankitalia in oltre 90 miliardi di euro.