Ultimo aggiornamento 28.04.2025 - 14:51

Scade oggi il termine entro il quale Regioni, Province, Comuni e Asl devono comunicare alle aziende interessate l'importo e la data dei pagamenti previsti per saldare i debiti arretrati della pubblica amministrazione. Lo stabilisce lo stesso decreto del governo convertito in legge dal Parlamento, specificando che questa comunicazione può essere fatta anche attraverso la posta elettronica certificata.

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Gli enti locali hanno tempo fino a lunedì prossimo per comunicare ai propri creditori l'importo e la data entro la quale provvederanno al pagamento dei loro debiti. La comunicazione può avvenire mediante Pec con firma elettronica o digitale, ovvero con altre modalità che garantiscano la puntuale ricezione da parte del destinatario (ad esempio, raccomandata con ricevuta di ritorno).

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Una fitta concentrazione di rigide scadenze accompagnate da sanzioni occupa il calendario delle pubbliche amministrazioni in queste settimane. Al centro della scena sono gli effetti del decreto legge 35/2013 sui debiti della Pa (parte dedicata ai debiti maturati a fine 2012), che nella versione post-conversione ha dettato tempi attuativi molto stretti.
Entro lunedì (il 30 giugno è domenica) i responsabili finanziari devono informare i creditori sull'importo e sulla data entro la quale provvederanno al pagamento (articolo 6, comma 9). Per la comunicazione - da far partire solo per i debiti ancora da estinguere - la legge suggerisce di utilizzare la Pec, i cui indirizzi sono pubblicati sul sito del ministero dello Sviluppo Economico (http://www.inipec.gov.it/cerca-pec), contenente l'Indice nazionale degli indirizzi di posta elettronica certificata di 744mila professionisti e di quasi 3 milioni fra società e imprese individuali.

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La vicenda dei pagamenti dei debiti delle pubbliche amministrazioni nei confronti delle imprese ha una rilevanza non solo economica, ma anche istituzionale: individua alcune delle principali disfunzioni del nostro sistema amministrativo e sollecita una più ampia riflessione sull'efficacia dell'azione dello Stato centrale. Ma partiamo dai fatti.

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I crediti che le imprese vantano nei confronti della pubblica amministrazione possono rappresentare «una vera e propria manovra finanziaria inattesa». Sono le parole del numero uno di Confindustria, Giorgio Squinzi, e indicano la portata della decreto sblocca-debiti che restituirà, in due anni, 40 miliardi alle imprese, a fronte di un debito complessivo stimato da Bankitalia in oltre 90 miliardi di euro.

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