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Debiti p.a., tempi ancora incerti - Italia Oggi Sette del 20 maggio

  • 20 Mag, 2013
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Obiettivo ambizioso: estinguere nei prossimi due anni i debiti pendenti delle pubbliche amministrazioni per un importo di 40 miliardi di euro. Una necessaria immissione di liquidità nel sistema economico.

Quello che gli operatori economici, e gli stessi professionisti, aspettavano da tempo. Eppure, quando si parla del decreto che sblocca i pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione, è proprio la tempistica la cosa che meno convince gli avvocati. La disciplina contenuta dal decreto legge n. 35 dell'8 aprile 2013, il cui testo ha ottenuto il primo via libera alla Camera mercoledì scorso, è separata a seconda dei soggetti pubblici debitori e prevede misure idonee a facilitare lo sblocco dei pagamenti di una parte dei debiti di enti locali (art. 1), regioni (art. 2), debiti sanitari (art. 3) e debiti delle altre amministrazioni dello stato (art. 5), ci sono però anche norme di generale applicazione per tutti i crediti vantati nei confronti delle pubbliche amministrazioni. Gli avvocati che seguono da vicino il settore amministrativo attendevano da molto tempo, per i loro clienti e, indirettamente anche per se stessi, una risposta alla grave situazione creata dai ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione, ma restano poco convinti dalla soluzione che hanno sotto gli occhi. Si fidano poco di quelli che saranno i modi e i tempi di realizzazione di un provvedimento che rimanda troppo ai successivi provvedimenti attuativi. Tommaso Paparo dello studio legale Pietrosanti Paparo & Associati - Regula network riflette sulla validità della scelta di diversificare i tempi a seconda dei soggetti interessati: «La differente previsione di tempistiche per le distinte tipologie di pagamenti risponde all'esigenza pragmatica e di buon senso, dichiarata in premessa dal decreto legge. n. 35, di graduare il flusso dei pagamenti, per non creare un corto circuito nelle uscite, immediate, e nelle altrettanto immediate spese, esaurendo così in breve tempo gli effetti dei pagamenti, in modo da consentire una progressiva, lenta e costante, conservazione nel mercato di liquidità e circolazione di moneta. Ad ogni modo, i tempi sembrano troppo stringenti ed è ragionevole attendersi, in sede di conversione, una dilatazione dei tempi oltre che un ritocco delle procedure. Per ora, solo un segnale di tranquillità al mercato e alle imprese, ma certamente nessuna certezza su tempi certi e brevi di pagamento e quindi, per ora, il consiglio è per gli studi professionali di contrarre costi e mantenere uno stile ed un contegno essenziale, sobrio e asciutto: il tempo delle vacche magre non sembra ancora finito, e i segni di una nuova era florida tardano ad arrivare, soprattutto sul piano politico-istituzionale». Il decreto afferma il principio del pagamento, ma rinvia a discipline attuative la definizione delle modalità e delle tempistiche di realizzazione. Secondo Nico Moravia partner di Pavia e Ansaldo, «le procedure per ottenere il pagamento dei singoli crediti sono molto (e forse troppo) complesse. In particolare, si renderanno necessari numerosi provvedimenti di attuazione (decreti ministeriali, contratti, convenzioni ecc.) per i quali, in alcuni casi, non sono nemmeno previsti termini massimi di emanazione e/o conclusione o, al contrario, sono previsti dei termini oltremodo ottimistici. Inoltr e, l'erogazione materiale dei pagamenti deve transitare attraverso numerosi tavoli di coordinamento tra i diversi livelli di governo che si teme possa determinare rallentamenti nel processo di canalizzazione delle risorse verso le amministrazioni richiedenti e, quindi, verso le imprese creditrici. Un profilo che ritengo debba essere oggetto di discussione e correzione in sede parlamentare è la limitazione, in molti casi, dell'ambito applicativo del decreto ai soli debiti per parte capitale. La definizione del debito pubblico appare così essere quantomeno incompleta. Infatti, una corretta ricognizione dello stesso, nonché l'adozione di un comportamento secondo buona fede del soggetto debitore pubblico non può non passare attraverso il pagamento sia della parte capitale, sia di quella interessi del debito contratto. In sede di conversione, si renderebbe dunque necessaria l'esplicitazione dell'inclusione nell'importo del debito degli eventuali interessi di mora maturati». Anche Annalisa Dentoni-Litta, senior counsel di Allen & Overy indica alcune delle potenziali criticità del decreto: «Tra i principali punti da chiarire c'è quello che riguarda l'ordine dei pagamenti dei debiti ai fornitori della Pa. Secondo il decreto, questi devono essere effettuati accordando La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato priorità ai crediti che le imprese non hanno ceduto prosoluto al sistema creditizio e questa previsione ha

sollevato numerose perplessità tra gli operatori del sistema bancario e finanziario. Inoltre, sarebbe opportuno chiarire la previsione secondo la quale, con la Legge di stabilità 2014, potranno essere effettuati i pagamenti dei crediti ceduti anche mediante l'assegnazione di titoli di stato. In sede di conversione o di attuazione sarà opportuno che vengano chiarite le modalità con cui saranno effettuati i pagamenti anche a banche ed intermediari finanziari, in modo da assicurarne la certezza e chiarirne la tempistica». Il provvedimento può avere un impatto positivo, seppure indiretto, anche sul mondo delle professioni e sul rapporto delle stesse con la pubblica amministrazione, i professionisti ne sono certi. Domenico Ielo, socio dello studio legale Bonelli Erede Pappalardo sottolinea che «il rapporto tra enti pubblici e professionisti sconta frequentemente una scarsa mobilità e selezione. I primi in molti casi tendono a rivolgersi solo a professionisti storicamente legati all'ente. Sul fronte opposto, una parte dei professionisti non dirige la propria offerta agli enti pubblici perché considerati tradizionalmente pessimi pagatori. Non a caso, non sono molti i professionisti che partecipano alle procedure selettive che gli enti pubblici indicono per la selezione del professionista. Il conseguimento di maggiori garanzie sui termini di pagamento da parte delle amministrazioni potrebbe contribuire a superare questo steccato, ampliando l'area dell'offerta di servizi professionali e innalzando, conseguentemente, anche la qualità di tali servizi». La pensa così anche Andrea Zincone, partner di Eversheds Bian chini. «Il provvedimento in questione definisce i criteri che dovranno orientare le pubbliche amministrazioni in sede di pagamento e, in particolare, prevede che le anticipazioni di cassa effettuate dallo Stato centrale alle Regioni e alle Province autonome per pagare i debiti contratti con imprese non possono essere utilizzate per il pagamento dei debiti contratti direttamente con istituti finanziari ed inoltre il pagamento dei debiti ceduti a banche e intermediari finanziari autorizzati avverrà nel corso del 2014 a mezzo di titoli del debito pubblico. Si tratta di disposizioni dei quali possono avvalersi anche i professionisti creditori verso la p.a. Lo scopo del provvedimento è infatti quello di fornire liquidità non solo alle imprese, ma anche ai professionisti e comunque di sollevare anche questi ultimi da responsabilità in relazione a eventuali crediti ceduti. Non sono in grado di fornire dati sul c.d. outstanding, cioè sulle fatture ancora in attesa di pagamento, ma credo che siano soprattutto le imprese, stanti i diversi volumi di fatturato, a trarre significativo beneficio dall'intervento governativo in questione.

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