Ma, paradossalmente, non c'è il via libera all'emendamento che fissava lo stesso principio anche per i pagamenti delle Regioni. Passa l'emendamento "salva Durc": «l'accertamento della regolarità contributiva è effettuato con riferimento alla data di emissione della fattura o di richiesta equivalente di pagamento». La commissione presieduta da Francesco Boccia (Pd) ha accolto anche un emendamento del Movimento 5 Stelle che limita la possibilità per le Regioni di aumentare la pressione fiscale per procedere al pagamento delle aziende che vantano crediti nella sanità. Per coprire le anticipazioni, le Regioni dovranno varare «prioritariamente» misure «di riduzione della spesa corrente». Il principio, però, non è passato per la parte di debiti regionali non relativi alla sanità. Approvato l'emendamento dei relatori che apre ai debiti "fuori bilancio". Stop alla norma che, nel caso di maggiori anticipazioni di tesoreria utilizzate dai Comuni, vincolava una corrispondente quota del gettito Imu. Ancora in bilico l'emendamento, contestato da associazioni di settore a partire da Assobirra, che estenderebbe lo sblocco del patto di stabilità interno agli Ato e alle unioni di Comuni attingendo all'aumento delle aliquote su birra e alcol. Enti locali e Regioni Giornata chiave anche per Regioni ed enti locali, con le prime scadenze rispettate, a dimostrazione che la macchina attuativa per ora funziona. La Conferenza dei governatori ha stabilito il riparto di 7,2 miliardi che arriveranno dal Fondo liquidità dell'Economia per saldare i debiti regionali non sanitari. Poco meno della metà va al Lazio (3 miliardi) davanti a Campania (1,7 miliardi) e Piemonte (poco meno di 1,5 miliardi). Seguono Sicilia, Calabria, Toscana, Liguria, Molise, Marche. Le altre Regioni - e questa è di per sé è una notizia - non hanno presentato richieste perché non avrebbero debiti arretrati o avrebbero comunque sufficiente liquidità. Al tempo stesso la Conferenza ha trovato un'intesa, che dovrebbe confluire in un emendamento, per ampliare di 2,1 miliardi il patto verticale: le risorse saranno trasferite dalle Regioni a Comuni e Province per pagare i debiti di parte capitale contratti da questi ultimi con le imprese. Sempre ieri, in Conferenza Stato-città, è stato raggiunto l'accordo sul riparto dei 5 miliardi di allentamento del patto di stabilità concesso agli enti locali. Unica novità rispetto a quanto anticipato ieri su questo giornale è che lo sblocco potrà essere utilizzato per «sostenere pagamenti in conto capitale» anziché «gli stati avanzamento lavori trasmessi entro l'8 aprile 2013». In pratica le risorse andranno distribuite prima per i debiti non estinti alla data di approvazione del decreto e solo dopo per quelli che nel frattempo sono stati pagati. Senza più alcuna distinzione tra appalti di lavori e altre forniture.