IFEL ha pubblicato un Avviso di selezione per l’assunzione a tempo pieno e determinato di 3 profili professionali da inserire nel Dipartimento Finanza Locale.
Le risorse oggetto della selezione saranno valutate in relazione alle competenze, ai titoli formativi e alle esperienze maturate in una o più delle seguenti aree di interesse:
Il regolamento completo con le modalità di candidatura ammesse sono disponibili sul Portale Trasparenza di IFEL qui.
Pubblichiamo il comunicato dell'ANCI, che sollecita all'inserimento dei CUP entro il 30 novembre per non incorrere nel rischio di revoca del finanziamento.
Come ricordato da Anci nel corso del webinar sulla conversione in legge del DL 113/2024 (cosiddetto “Decreto Omnibus”) è fissata al 30 novembre 2024 la data di scadenza per l’inserimento sulla piattaforma Regis dei CUP relativi alle cosiddette “Piccole Opere” di cui all’art.1 commi 29 e seguenti della legge 160/2019.
Si ricorda che questa scadenza era precedentemente fissata al 30 aprile 2024, e che grazie ad ANCI tramite un emendamento al DL Omnibus i termini sono stati prorogati fino al 30 novembre.
Il Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali del Ministero dell’Interno ha fornito indicazioni operative tramite comunicato dell’11 ottobre 2024, fornendo altresì chiarimenti sulle modifiche intervenute in merito ai termini per l’aggiudicazione dei lavori.
Si sollecitano dunque le Amministrazioni che non vi abbiano già provveduto a procedere con l’adempimento entro e non oltre la scadenza prevista, ricordando che la suddetta disposizione normativa prevede, in caso contrario, la revoca del finanziamento.
“WILL, ormai tre anni fa, è nata da un’analisi di scenario che ha messo insieme la dimensione nazionale sull’evoluzione del welfare e alcune concrete situazioni territoriali”. Così Pierciro Galeone, Direttore di IFEL all’evento a Milano “Welfare Innovation Local Lab”.
“Lo scenario nazionale lo conosciamo bene – spiega il Direttore - siamo difronte all’inverno demografico con un invecchiamento costante della popolazione che ormai ha raggiunto una speranza di vita alla nascita in Italia intorno agli 83 anni, speranza di vita in buona salute, invece, che si ferma ai soli 59 anni. Ciò riguarda milioni di cittadini italiani che per più di vent’anni sono destinati ad avere problemi di salute di varia entità e che producono bisogni che vanno dalla necessità di controlli fino all’assistenza in quanto non autosufficienti. Abbiamo, inoltre, il 16% delle persone con disagio mentale o problemi di dipendenza . Con un aumento ovvio delle malattie neurovegetative ma anche dei disturbi dell’adolescenza e dei giovani. Il suicidio, oggi, è la seconda causa di morte dei giovani dopo gli incidenti stradali. Il tutto a fronte di un welfare fortemente frammentato su tutto il territorio nazionale, fatto più di trasferimenti che di servizi, con differenze nella spesa per i servizi rilevantissime, dai 202 euro pro-capite destinati dall’Emilia Romagna ai soli 37 euro della Calabria, solo per citare alcuni dati significativi. Il welfare italiano è sottoposto ad una sfida che al momento non vinceremo se non cambiando, e in modo radicale, l’ambito delle politiche pubbliche dove la spinta della necessità ci costringerà al cambiamento maggiore. Questi dati non sono solo validi per l’Italia. Non solo in Italia. Il tema è di tutta l’Unione Europa e nei documenti ufficiali è presente, perfino nel Rapporto Draghi che mette al centro la competitività e ribadisce la difesa del modello sociale europeo per le protezione dei rischi della vita e le coesione sociale. D’altra parte, c’è una dimensione che distingue l’Europa dal resto del mondo che comprende meno del 6% della popolazione mondiale e rappresenta il 17% del PIL, più del 40% della spesa per il welfare del mondo. Un esperimento sociale. Che non è detto che regga alle regole economiche e soprattutto demografiche”.
Il direttore è poi entrato nel merito di Will, progetto avviato con la collaborazione dell’Università Cattolica, della Statale di Milano e della Bocconi, oltre ai comuni sperimentatori coinvolti. “Abbiamo provato a dare delle risposte alle domande che sono emerse dall’analisi di alcuni comuni medi del centro nord – ha proseguito Galeone - comuni caratterizzati da bilanci con una più elevata spesa sociale rispetto alla media italiana ma comuni in cui vi sarà l’impossibilità di garantire i servizi attuali se le dimensioni e la configurazione della domanda proseguiranno con queste tendenze nel territorio. E’ stata avviata la ricerca di soluzioni non solo nelle forme di gestione dei servizi locali ma in sistema di revisione del rapporto tra domanda e offerta dei servizi che tenesse conto di tutte le risorse pubbliche (comunali, regionali e nazionali ma anche provenienti dal welfare contrattuale, dalla filantropia, dagli investimenti ad impatto sociale, dal volontariato ecc.) e le combinasse in modi nuovi. Naturalmente l’interesse di Ifel era ed è capire in che modo queste esperienze siano generalizzabili anche se non come ricette o modelli prestampati, e soprattutto quali possono essere le condizioni necessarie a sviluppare le condizioni che toccano i rapporti finanziari tra i vari livelli di governo tenendo conto delle quantità ma anche delle condizioni di autonomie nel realizzarle nonché quali possono essere gli schemi regolativi. Come riuscire a far interagire il welfare di servizi con il welfare di trasferimenti. Questa esperienza si è conclusa ma non vengono meno le questioni pubbliche affrontate”.
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Nella Conferenza Stato-Città di oggi è stato approvato il riparto del Fondo di solidarietà per il 2025. Il riparto riflette le modifiche dovute all’incremento delle percentuali perequative (dal 52,5% al 60%) e gli aggiornamenti dei dati relativi ai fabbisogni standard e alle capacità fiscali. Si ricorda che la perequazione delle risorse riguarda esclusivamente i Comuni delle Regioni a statuto ordinario.
I dati del FSC 2025 saranno disponibili nelle prossime settimane anche sul sito dell’IFEL nel consueto formato.
Riportiamo di seguito il comunicato dell’Anci:
“Nella conferenza Stato-Città di oggi l’Anci, rappresentata dal presidente Gaetano Manfredi, ha dato il suo assenso al riparto del fondo di solidarietà comunale per il 2025, considerando positivamente la prospettiva di un finanziamento statale aggiuntivo di 56 milioni annui e di 310 milioni dal 2030, contenuto nella legge di bilancio che è ora all’esame del Parlamento.Queste nuove risorse potranno essere impiegate per ridurre di circa la metà la quota di finanziamento della perequazione a carico degli stessi Comuni, già gravati dalle misure restrittive in atto e dai maggiori costi per la fornitura dei servizi fondamentali.Resta tuttavia necessario, secondo l’Anci, attivare un confronto urgente per rivedere il modello della perequazione delle risorse ai Comuni, concepito oltre 15 anni fa, al fine di renderlo efficace e adeguato ai tanti cambiamenti intervenuti. Anci evidenzia, inoltre, le principali richieste dell’Associazione per la legge di bilancio: dall’abolizione del vincolo per le assunzioni di personale, inaspettatamente inserito per il 2025, alle necessarie correzioni della norma che assegna un contributo ai Comuni per l’affidamento di minori. Poi l’introduzione di maggiore flessibilità nell’utilizzo delle risorse di parte corrente, fino al ripristino dei contributi agli investimenti che risultano azzerati nell’attuale testo della manovra.”.
Si terrà il prossimo 10 dicembre a Roma il convegno “La Riscossione dei Comuni Italiani: sfide attuali e prospettive future”, organizzato da IFEL nell’ambito del Progetto Riscossione (Dl 124/2019). Qui il programma completo.
L’evento sarà un’importante occasione per approfondire il complesso panorama della gestione delle entrate comunali, analizzando sia i fattori di contesto esterno, come il quadro normativo e le condizioni socio-economiche, sia quelli interni, legati ai modelli organizzativi e alle soluzioni operative adottate dai Comuni.
Al centro del dibattito saranno i risultati di un’indagine conoscitiva, realizzata attraverso una survey rivolta ai Comuni italiani, che ha permesso di raccogliere dati quali-quantitativi per offrire una visione approfondita della capacità di realizzazione delle entrate comunali, con particolare attenzione alle soluzioni operative, ai modelli organizzativi e ai risultati ottenuti.
Durante l’evento saranno inoltre presentati i risultati di uno studio di settore, sviluppato nell’ambito della stessa iniziativa progettuale, che ha coinvolto i concessionari privati della riscossione, in collaborazione con ANACAP, e le società in house, con il supporto di ASPEL.
Il convegno si propone di essere un momento di confronto tra i principali attori della fiscalità locale – Ministero dell’Economia e Finanze, Comuni, società pubbliche e private – per riflettere sullo stato attuale del sistema della riscossione e sulle concrete opportunità di miglioramento anche in vista dell’attuazione della Delega fiscale (L.111/2023) sulla fiscalità locale.
Scarica i materiali del convegno
Leggi lo speciale sul Sole 24 Ore
Scarica il Rapporto "Indagine conoscitiva sullo stato della fiscalità locale e sui modelli organizzativi per la gestione delle entrate"
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