L’assegnazione stabilita dall’Ordinanza della Protezione civile n. 658 del 29 marzo (ved. nota IFEL 30 marzo), per complessivi 400 milioni di euro, necessita di una prima riflessione relativa alla corretta gestione contabile di queste risorse.
Va fin d’ora sottolineato che l’utilizzo dello strumento “ordinanza di Protezione civile” conferisce di per sé natura di intervento straordinario e d’urgenza, nell’attuale contesto emergenziale, alle “misure urgenti” di sostegno ai soggetti e alle famiglie in difficoltà nell’approvvigionarsi di beni di prima necessità. Tali caratteristiche sono rafforzate dall’espressa deroga al Codice degli appalti nell’impiego delle risorse assegnate recata dall’articolo 4, comma 2 dell’Ordinanza.
Con questa breve nota si intende contribuire alla più ordinata gestione contabile dei contributi assegnati e delle eventuali donazioni di cui all’articolo 66 del decreto legge n. 18 del 2020, richiamato dall’Ordinanza.
Al fine di dare immediata operatività agli interventi di spesa, appare opportuno che il Comune recepisca nel proprio bilancio le nuove risorse disponibili. Ciò potrà avvenire nello stesso atto che indica i criteri di attuazione delle misure (una delibera di indirizzo della Giunta), o con atto separato. Di seguito si richiamano i contenuti degli atti che, sotto il profilo contabile, dovranno accompagnare questa fase del procedimento:
Se l’ente si trova in esercizio provvisorio ma lo schema del bilancio 2020-2022 è già stato adottato dalla Giunta, si potrà adeguare l’atto con emendamento della stessa Giunta (anche oltre i termini regolamentari, art. 174, co. 2, TUEL), oppure intervenire con una variazione, successivamente all’approvazione del bilancio, di norma nella stessa seduta consiliare.
Si allegano due tracce di deliberazione relative, rispettivamente, al caso di bilancio 2020-2022 già approvato e al caso di esercizio provvisorio. In ambedue le tracce è menzionato il parere dell’Organo di revisione. Pare opportuno precisare che i più volte richiamati motivi di urgenza possono comportare non solo l’esigenza di celerità nella formulazione del parere, ma anche la possibilità che l’Amministrazione deliberi in pendenza della risposta del Revisore. [Negli schemi di delibera è rimasto, per errore, il riferimento all'art. 216 comma 1 del TUEL, che è stato abrogato insieme al comma 3 e all'art. 226, comma 2, lettera a), dall'art. 57, comma 2-quater, del dl 124/2019 - "decreto fiscale collegato alla legge di bilancio 2020". Il riferimento va quindi cancellato. Ci scusiamo per l'imprecisione]
Qualora l’Ente non si trovi nella condizione di operare nell’immediato – anche per ragioni connesse all’emergenza epidemiologica in corso – seguendo i passaggi sopra brevemente esposti, il Sindaco o il responsabile del servizio sociale, dovendo comunque valorizzare le istanze di celerità operativa perseguite dall’Ordinanza, potrà procedere alla disposizione della spesa mediante proprio atto, operando nel perimetro tracciato dall’articolo 191, comma 3 del TUEL, in deroga all’ordinaria disciplina in materia di procedimenti di spesa.
In particolare, con riferimento a questa ipotesi, si evidenzia che:
L’emergenza generata dall’epidemia da Covid-19 ha imposto il lavoro agile come modalità di esecuzione della prestazione di lavoro in tutta la PA. In modo particolare nei Comuni che hanno dovuto rimodulare radicalmente le proprie modalità di azione sia sul fronte esterno, per garantire non solo la continuità dei servizi esistenti, ma anche l’approntamento di nuove e urgenti iniziative per rispondere ad esigenze mutate in modo imprevedibile, sia sul fronte interno, dovendo essi stessi contribuire a garantire il prioritario distanziamento sociale mediante la massima riduzione del personale in servizio.
Il lavoro agile è così diventata la modalità ordinaria di esecuzione della prestazione lavorativa con il necessario ripensamento delle logiche organizzative interne ed esterne degli Enti.
Il 22mo Quaderno Operativo dell’Anci "L’organizzazione degli uffici in emergenza Covid-19: servizi indifferibili, lavoro agile semplificato, nuovi permessi e congedi" vuole supportare i Comuni in emergenza Covid 19 nella riorganizzazione interna ed esterna degli uffici e dei servizi. Il tutto con la consueta appendice di modulistica, fac simili di determine e delibere e normativa di riferimento analizzata puntualmente nei suoi aspetti applicativi.
L’emergenza COVID-19 ha indotto il Gruppo di Lavoro SIOPE+, coordinato da AGID per la manutenzione e l'evoluzione dello standard degli ordinativi (OPI), a optare per il rinvio delle modifiche allo standard previste per il 6 luglio prossimo.
Gli OPI -ordinativi informatici di pagamento e incasso con cui gli enti pubblici ordinano pagamenti ai tesorieri tramite Siope+ - rispettano uno standard che evolve nel tempo per rispondere costantemente alle esigenze del contesto applicativo.
Il nuovo calendario per l’avvio in collaudo ed in esercizio delle modifiche allo standard OPI di cui al lotto 5 è:
Con il rinvio del lotto 5 è differita anche l’implementazione del controllo da parte di SIOPE+ dell’inserimento negli ordinativi della data di scadenza delle fatture, obbligatorio ai sensi dell’art. 1, co. 855 della legge di bilancio 2020 (Scheda di Modifica OPI n° 30). Si sottolinea, al riguardo, che è vantaggioso per l’ente inserire fin da ora l’esatta data di scadenza valorizzando il campo dell’OPI, perché tale adempimento elimina l’obbligo della comunicazione mensile alla piattaforma dei debiti commerciali (PCC) dei debiti scaduti e non estinti (cfr. NOTA IFEL del 15 novembre 2019). Si invitano quindi i Comuni a verificare, preliminarmente e mediante l’eventuale coinvolgimento della software-house, che la data inserita nell’OPI sia la data di scadenza effettiva e non quella indicata dal fornitore.
E’ possibile approfondire:
- le modifiche allo standard OPI
- le attività del Gruppo di Lavoro Regole Tecniche OPI e, in generale,
- il progetto Siope+ nel quadro ampio del monitoraggio dei pagamenti dei debiti commerciali.
Per domande scrivere a
La cassa depositi e prestiti ha deliberato una nuova e importante operazione di rinegoziazione dei mutui per fornire sostegno agli enti locali nella gestione della crisi epidemiologica in corso. L’operazione prevede la possibilità di rinegoziare i prestiti con capitale residuo non inferiore a 10.000, anche quelli con scadenza ravvicinata, nonché i mutui degli enti in predissesto e quelli degli enti in dissesto qualora abbiano approvato il bilancio stabilmente riequilibrato. Per la rata di giugno, posticipata al 31 luglio, viene sospeso il pagamento della quota capitale e gli interessi saranno calcolati sulla base del piano di ammortamento vigente. La quota capitale della rata di dicembre sarà corrisposta nella misura dello 0,25% del debito residuo 2020, e gli interessi saranno calcolati sulla base del piano post rinegoziazione, la cui scadenza minima è prevista per il 2043. I pagamenti riprenderanno a giugno 2021, comprensivi della quota capitale ordinaria post rinegoziazione.
E’ auspicabile un supplemento di attenzione da parte di Cdp alle esigenze di semplificazione procedurale che tenga conto di una capacità operativa e gestionale delle amministrazioni inevitabilmente compromessa. Tempistiche più ampie di quelle tradizionalmente in uso e procedure semplificate per la fase di presentazione delle domande possono contribuire ad assicurare il pieno successo dell’operazione.
“Per andare incontro alle esigenze dei Comuni e delle Province, in questo momento sottoposti, come qualsiasi azienda del Paese, a una difficoltà finanziaria senza precedenti, Cassa depositi e prestiti, su richiesta di Anci e Upi, una richiesta sostenuta dal governo, ha assunto una decisione anch’essa senza precedenti: una rinegoziazione dei mutui di tutti gli enti territoriali che si tradurrà nel far pagare alle prossime due scadenze del 30 giugno e del 31 dicembre solo la quota di interessi. Un’operazione che porterà a un doppio beneficio. Uno, immediato, di disponibilità finanziaria (senza vincoli di destinazione, in base alle norme vigenti): per il 2020, 1,1miliardi in più, a tanto, infatti, ammonta la riduzione della quota capitale dei Comuni, Province e Città metropolitane. L’altro di prospettiva: la riduzione delle rate future, per l’allungamento della durata di molti dei mutui esistenti.
Lo dichiarano i presidenti dell’associazione dei Comuni, Antonio Decaro e dell’Unione delle Province, Michele de Pascale. “Già con la manovra del 2020 si era preso atto, finalmente, dell’esigenza di un intervento strutturale di alleggerimento del debito degli enti locali – continuano Decaro e de Pascale -. L’emergenza sanitaria, pur avendo inevitabilmente messo in stand by l’attuazione di quella ristrutturazione del debito tanto invocata dai Comuni, ha reso quanto mai urgente l’individuazione delle forme più rapide possibile di alleggerimento degli oneri per gli enti locali. È in gioco l’equilibrio di bilancio di tutti i Comuni che, appunto proprio come qualsiasi azienda, sono costretti ad affrontare un imprevisto stop che comporta inevitabilmente una forte riduzione delle entrate, ma nello stesso tempo devono continuare a fornire servizi ai cittadini, servizi anche maggior in questo momento di difficoltà per le nostre comunità”.
L’operazione di Cassa depositi e prestiti rappresenta dunque un inedito. “Una iniziativa spontanea e senza costi per lo Stato – osservano Decaro e de Pascale – mai assunta prima in forma così ampia e generalizzata. E’ un contributo importante, al quale devono affiancarsi necessariamente altri strumenti. Ci aspettiamo adesso che il governo accolga le nostre proposte e ci dia nel più breve tempo possibile tutte le risorse indispensabili per sostituire le tasse che non possiamo chiedere ai cittadini. Altrimenti in breve tempo salta tutto. E se salta il bilancio dei Comuni si fermano i servizi – dal trasporto pubblico alla pulizia delle strade alla raccolta dei rifiuti – che tengono in piedi le nostre comunità, anche in un momento così drammatico”.