Il Convegno si terrà, esclusivamente in presenza, a Roma il 16 gennaio dalle ore 15:00 alle 17:30 nella Sala della Protomoteca in Piazza del Campidoglio, nella modalità in presenza. Non si prevede diretta streaming.
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I video dei singoli interventi sono disponibili qui.
“Il totale delle risorse impegnate sui progetti di rigenerazione urbana promossi da Comuni, Città metropolitane e aggregazioni di comuni, presenti sul sistema ReGiS a luglio 2024, ammonta a 11,7 miliardi di euro, di cui 9,8 miliardi assicurati dal PNRR. Il totale dei progetti attivato a valere delle 3 misure previste dal PNRR è di 3.855 mentre la dimensione media dei progetti è pari a 3 milioni di euro circa. Quasi la metà dei progetti ha una taglia finanziaria media, 1-5 mln di euro, la cui somma ha però un peso finanziario sul totale relativamente alto (3,48 mld). Ci sono poi 217 progetti di importi superiori ai 10 milioni di euro che raggiungono complessivamente i 3,62 miliardi di euro”. Questo quanto dichiarato dal Direttore IFEL Pierciro Galeone presentando la ricerca "Città Rignerative" realizzata in collaborazione con l’Associazione Mecenate 90 ETS, indagine che vuole mettere a fuoco i temi più rilevanti degli investimenti in rigenerazione urbana in alcuni Comuni italiani. Un primo lavoro che apre un’attività che seguirà altre esperienze e approfondirà ulteriori profili del tema anche attraverso il lavoro del nuovo Osservatorio permanente sulla rigenerazione urbana. Il direttore ha anche ricordato che “sono numerosi gli investimenti realizzati per importi considerevoli anche nelle città medie e piccole (comuni di cintura ricompresi nei perimetri delle Città metropolitane). Infatti, sempre dai dati relativi ai progetti attivi su ReGiS (al 25 luglio 2024), il 68% delle risorse PNRR su queste misure è destinato a città con meno di 100.000 abitanti”.
“IFEL è impegnata dal 2021 - ha concluso Galeone - nel supporto all’attuazione del PNRR fornendo servizi ai Comuni in collaborazione con il Ministero dell’Economia e con la Ragioneria Generale dello Stato. Con questa indagine abbiamo voluto restringere il campo, realizzando un approfondimento verticale, su un tema strategico per il futuro delle città: la rigenerazione sostenibile. Sempre più chiara appare la missione del governo locale dentro i processi trasformativi in atto: migliorare la qualità di chi vive nelle città, sottraendo suolo, recuperando i quartieri più degradati, migliorando le condizioni abitative, rendendo più sostenibili la mobilità, assicurando un migliore accesso ai servizi”.
Durante l’incontro, Francesco Monaco, invece, ha ricordato le principali misure del PNRR che finanziano la rigenerazione urbana (M5C2I2.1 | Interventi di rigenerazione urbana, rivolta ai comuni con una popolazione di almeno 15.000 abitanti, investimento ridotto a 1,9 mld dopo la revisione del PNRR intervenuta a luglio 2024 - la M5C2I2.2 | Piani Urbani Integrati (PUI), rivolta alle 14 Città metropolitane, con una dotazione finanziaria, successivamente ridotta a 0,9 mld - la M5C2I2.3 | Programma Innovativo della Qualità dell’Abitare (PINQUA) destinata a Regioni, Città metropolitane e comuni con una popolazione di almeno 60.000 abitanti, con una Dotazione finanziaria PNRR di 2,4 mld di euro totali). Il responsabile del Dipartimento supporto ai comuni e politiche europee della fondazione ha aggiunto che “ad integrazione delle risorse dei Piani Integrati Urbani (PUI), inoltre, l’investimento 2.2b - Piani urbani integrati - Fondo di fondi della BEI mette a disposizione un fondo di 0,27 miliardi di euro”.
La ricerca "Città Rigenerative" è disponibile qui per il download.
Con questo volume IFEL e l’Associazione Mecenate 90 ETS mettono a fuoco i temi più rilevanti degli investimenti in rigenerazione urbana in alcuni Comuni italiani.
La ricerca, a partire dalla disamina dell'impegno della Fondazione per la rigenerazione urbana, approfondisce il quadro degli investimenti sulla rigenerazione urbana nel PNRR, passando per il tema dell'innovazione amministrativa e innovazione sociale collegati al tema.
Infine, la ricerca illustra le esperienze fatte da un gruppo di Comuni e si conclude con interessanti spunti di analisi riflessione sulla sostenibilità degli interventi di rigenerazione urbana.
Valorizzare il patrimonio pubblico è cruciale per preservare e promuovere il patrimonio culturale, sociale ed economico di una comunità. Nasce da tale considerazione l'impegno di IFEL nell’analisi dei modelli e degli strumenti di valorizzazione del patrimonio pubblico locale ed è in questo stesso contesto che la Fondazione organizza la seconda giornata di studi dedicata alle principali tematiche inerenti al tema e alle nuove risorse tecnologiche e finanziarie a supporto degli obiettivi e delle strategie di gestione e valorizzazione patrimoniale.
Il 16 dicembre a Roma, presso la Sala Consiglio Municipio Roma III, si terrà l'evento "Il Patrimonio pubblico di Roma Capitale al centro delle transizioni gemelle digitale e ambientale e delle politiche abitative. I Municipi frontiera di ascolto e proposte", in Piazza Sempione, 15.
In questa giornata esperti tecnici e amministratori locali di Roma Capitale metteranno a confronto conoscenze tecniche ed esperienziali e di rete, volte a definire in modalità partecipata un modello di azione che risponda efficacemente alle sfide delle transizioni in atto (energetica e digitale) che impattano sul nostro patrimonio pubblico. L’obiettivo è collocare le trasformazioni in atto del governo del patrimonio pubblico e dei beni collettivi dentro l’orizzonte valoriale delle sfide poste dall’UE con le transizioni “gemelle”.
Diverse sono le esperienze e le best practies esposte dai municipi. La valorizzazione inizia con una conoscenza approfondita del patrimonio disponibile e un accurato censimento delle risorse. Questo passo è fondamentale per identificare i beni da proteggere, conservare e valorizzare. In relazione a questo contesto di conoscenza, gli strumenti di intelligenza artificiale (AI) possono rivoluzionare questo processo, accelerando l'analisi dei dati e fornendo informazioni dettagliate per una gestione ottimale del patrimonio. L'uso di algoritmi di machine learning può contribuire ad identificare le aree di maggiore valore e le migliori strategie di conservazione e valorizzazione economica e di welfare.
Vi sono poi gli strumenti che consentono di costruire progetti di valorizzazione del patrimonio funzionale al bene collettivo e alla tenuta finanziaria delle amministrazioni locali. Tra questi il partenariato pubblico-privato (PPP), tramite le cui collaborazioni strategiche, il settore pubblico può beneficiare delle risorse e dell'esperienza del settore privato per sviluppare progetti di valorizzazione sostenibili ed efficienti nel lungo periodo. Anche la concessione di valorizzazione è una pratica comune che consente di sfruttare il potenziale economico del patrimonio pubblico, ad esempio attraverso la gestione di siti turistici o culturali da parte di operatori privati. Questo approccio può garantire migliore manutenzione e accessibilità dei beni collettivi e culturali, generando al contempo entrate per il settore pubblico.
Tra le tematiche esperienziali più rilevanti sono le azioni di valorizzazione patrimoniale nell’housing abitativo e di welfare locale per trasformare i beni pubblici in risorse necessarie ad affrontare la crisi abitativa e altri bisogni legati agli spazi pubblici locali. Trasformare edifici pubblici dismessi in alloggi accessibili può migliorare la qualità della vita dei cittadini e ridurre la pressione sul mercato immobiliare, così come valorizzarli per creare spazi condivisi che abbiano obiettivi di welfare collettivo.
I Municipi di Roma sono il front office dell’Amministrazione e i primi soggetti istituzionali a cui i cittadini si rivolgono. Condividere esperienze di valorizzazione del patrimonio nelle tematiche proposte nei Municipi è fondamentale per favorire lo scambio di conoscenze e di best practices tra amministratori ed esperti del tema.
IL PROGRAMMA
Ore 16,30 - Registrazione partecipanti
Ore 16.45 - Apertura lavori
Pierciro GALEONE, Direttore Fondazione IFEL
Ore 17,00 - Profili conoscitivi e strumenti per la valorizzazione sostenibile del patrimonio di Roma Capitale, attività e competenze dei Municipi
Tobia ZEVI, Assessore al Patrimonio di Roma Capitale
Riccardo CORBUCCI, Presidente Commissione Roma Capitale “Julia, l’intelligenza artificiale in tasca per visitare Roma
Introduce e coordina: Francesco MONACO, Dipartimento Supporto ai Comuni e Politiche UE - IFEL
La conoscenza alla base delle decisioni di valorizzazione sostenibile del patrimonio pubblico
Tavola rotonda: “Un confronto fra i municipi”
Emanuele GISCI, Assessore al Patrimonio Municipio II
Adriano LABBUCCI, Assessore alla Transazione Ecologica Municipio I
Paolo Emilio MARCHIONNE, Presidente Municipio III
Massimiliano UMBERTI, Presidente Municipio IV
Nicola FRANCO, Presidente Municipio VI
Yuri TROMBETTI, Presidente Commissione VII – Patrimonio e Politiche Abitative di Roma Capitale
Silvia ROMANO, Dipartimento Valorizzazione del Patrimonio e Politiche Abitative - Direzione Valorizzazione Economica e Sociale
Ore 19,00 - Chiusura lavori
Brindisi natalizio
“WILL, ormai tre anni fa, è nata da un’analisi di scenario che ha messo insieme la dimensione nazionale sull’evoluzione del welfare e alcune concrete situazioni territoriali”. Così Pierciro Galeone, Direttore di IFEL all’evento a Milano “Welfare Innovation Local Lab”.
“Lo scenario nazionale lo conosciamo bene – spiega il Direttore - siamo difronte all’inverno demografico con un invecchiamento costante della popolazione che ormai ha raggiunto una speranza di vita alla nascita in Italia intorno agli 83 anni, speranza di vita in buona salute, invece, che si ferma ai soli 59 anni. Ciò riguarda milioni di cittadini italiani che per più di vent’anni sono destinati ad avere problemi di salute di varia entità e che producono bisogni che vanno dalla necessità di controlli fino all’assistenza in quanto non autosufficienti. Abbiamo, inoltre, il 16% delle persone con disagio mentale o problemi di dipendenza . Con un aumento ovvio delle malattie neurovegetative ma anche dei disturbi dell’adolescenza e dei giovani. Il suicidio, oggi, è la seconda causa di morte dei giovani dopo gli incidenti stradali. Il tutto a fronte di un welfare fortemente frammentato su tutto il territorio nazionale, fatto più di trasferimenti che di servizi, con differenze nella spesa per i servizi rilevantissime, dai 202 euro pro-capite destinati dall’Emilia Romagna ai soli 37 euro della Calabria, solo per citare alcuni dati significativi. Il welfare italiano è sottoposto ad una sfida che al momento non vinceremo se non cambiando, e in modo radicale, l’ambito delle politiche pubbliche dove la spinta della necessità ci costringerà al cambiamento maggiore. Questi dati non sono solo validi per l’Italia. Non solo in Italia. Il tema è di tutta l’Unione Europa e nei documenti ufficiali è presente, perfino nel Rapporto Draghi che mette al centro la competitività e ribadisce la difesa del modello sociale europeo per le protezione dei rischi della vita e le coesione sociale. D’altra parte, c’è una dimensione che distingue l’Europa dal resto del mondo che comprende meno del 6% della popolazione mondiale e rappresenta il 17% del PIL, più del 40% della spesa per il welfare del mondo. Un esperimento sociale. Che non è detto che regga alle regole economiche e soprattutto demografiche”.
Il direttore è poi entrato nel merito di Will, progetto avviato con la collaborazione dell’Università Cattolica, della Statale di Milano e della Bocconi, oltre ai comuni sperimentatori coinvolti. “Abbiamo provato a dare delle risposte alle domande che sono emerse dall’analisi di alcuni comuni medi del centro nord – ha proseguito Galeone - comuni caratterizzati da bilanci con una più elevata spesa sociale rispetto alla media italiana ma comuni in cui vi sarà l’impossibilità di garantire i servizi attuali se le dimensioni e la configurazione della domanda proseguiranno con queste tendenze nel territorio. E’ stata avviata la ricerca di soluzioni non solo nelle forme di gestione dei servizi locali ma in sistema di revisione del rapporto tra domanda e offerta dei servizi che tenesse conto di tutte le risorse pubbliche (comunali, regionali e nazionali ma anche provenienti dal welfare contrattuale, dalla filantropia, dagli investimenti ad impatto sociale, dal volontariato ecc.) e le combinasse in modi nuovi. Naturalmente l’interesse di Ifel era ed è capire in che modo queste esperienze siano generalizzabili anche se non come ricette o modelli prestampati, e soprattutto quali possono essere le condizioni necessarie a sviluppare le condizioni che toccano i rapporti finanziari tra i vari livelli di governo tenendo conto delle quantità ma anche delle condizioni di autonomie nel realizzarle nonché quali possono essere gli schemi regolativi. Come riuscire a far interagire il welfare di servizi con il welfare di trasferimenti. Questa esperienza si è conclusa ma non vengono meno le questioni pubbliche affrontate”.
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