Ultimo aggiornamento 24.04.2025 - 9:33
Slide relative al Convegno "PNRR: prima, durante e ... poi?" svoltosi a Roma il 16 gennaio 2025. Tutti i dati sull'avanzamento del…
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“Il PNRR è sicuramente una importante occasione per il Paese che i comuni stanno cogliendo appieno. Come le formichine i comuni stanno capitalizzando tutto quello che possono mettere a valore non lasciando indietro alcuna briciola: da sud a nord senza alcuna distinzione di performance. Una unica voce espressa da 7.896 soggetti”. Questo l’incipit del Presidente Alessandro Canelli nelle conclusioni dell’iniziativa svolta nella cornice della Sala della Protomoteca in Piazza del Campidoglio a Roma, il Convegno: “PNRR: prima, durante e ... poi?”.

L’incontro è stato un importante momento di analisi e riflessione su obiettivi, implementazioni e impatto degli investimenti e delle riforme del PNRR, confronto che è avvenuto con le principali istituzioni ed attori dell’attuazione del piano.

“Se con le risorse del PNRR – ha spiegato il Sindaco di Novara - i comuni sono impegnati con l’80% delle risorse loro assegnate a realizzare opere pubbliche siamo tutti consapevoli che questo sforzo dovrà essere sostenuto nel tempo attraverso una corposa e costante spesa corrente. Da subito intravediamo questa come una delle principali criticità. Al contempo siamo a fianco del Governo per condividere scelte politiche che possano garantire nel tempo – evidentemente attraverso un flusso costante e non contingente di risorse – un adeguato apporto di spesa in conto capitale di modo che gli sforzi ora realizzati non vadano persi ed anzi si possa continuare ad investire per il bene delle nostre collettività locali e quindi del Paese. Il PNRR ha fatto comprendere a tutti che accorciando la filiera dei processi istituzionali decisionali di spesa – previa una buona regia e una veloce individuazione delle priorità che il Paese ben conosce da decenni – si riescono a recuperare dai 2 ai 3 anni “dei cosiddetti tempi di attraversamento” su investimenti di taglia media. E’ questa una lezione da imparare soprattutto se pensiamo che al momento sulla Politica di Coesione del ciclo 2021-2027 è stato speso solo il 3% dei 74 miliardi di euro a fondo perduto di cui dispone il paese. Siamo convinti dell’importanza della politica regionale che non è alternativa al PNRR ma per essere complementare e rafforzarne la portata necessariamente deve rivedere le sue “pratiche e metodiche” di attuazione. Deve cambiare la sua grammatica a partire da un crescente protagonismo di prima linea delle città e dei comuni”.

“Il PNRR – ha concluso Canelli - sta facendo comprendere a tutti che gli investimenti strategici per il Paese e per i comuni non durano una primavera. Come ricordato recentemente dal Presidente Manfredi le opere strategiche per la crescita dei territori sono capisaldi che per essere portate avanti spesso devono travalicare anche i due mandati degli amministratori. Bisogna convincersi che questi investimenti strategici sono “valore pubblico comune” e in quanto tale bisogna garantirgli costanza e gambe fino alla loro realizzazione. Quindi risorse, impegno ma soprattutto continuità di intenti oltre anche il mandato del sindaco. Continuità di intenti significa offrire garanzie anche agli investitori privati che questo o quel progetto strategico per il territorio avrà un inizio e una fine; che ci si può fidare che non rimarrà un “cavalcavia interrotto”. Abbiamo bisogno, proprio per tutto quello che si è detto oggi, che il PNRR non resti un alieno alimentato solo da risorse pubbliche ma un driver capace di attrarre investimenti privati e costruire forme partenariali pubblico – privati che possano proseguire nel tempo”.

Il padrone di casa Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, ha invece descritto durante l’incontro lo stato di avanzamento dei lavori della capitale. “Sulla performance di attuazione del PNRR posso portare l’esempio di Roma – ha illustrato - Ad oggi Roma Capitale è soggetto attuatore di 285 CUP PNRR corrispondenti a 277 progetti per un importo complessivo di circa 1.150 miliardi di euro. Ad oggi tutte le principali milestones e targets sono stati rispettati. Anche le ultime due milestones europee intermedie fissate al 31.12.24 sono state rispettate (primi 100 autobus elettrici consegnati e il raggiungimento del 50% di avanzamento delle attività per 100 siti Caput Mundi). Tutte le gare d’appalto sono state aggiudicate. Il 100% degli interventi risulta avviato con oltre 110 cantieri su 249 CUP che prevedono lavori. La percentuale dei cantieri aperti dovrebbe raggiungere circa il 90% per il primo semestre 2025. L’esempio di Roma mostra inoltre quanto gli investimenti pubblici abbiano un effetto molto positivo sull’attrazione di investimenti privati: si pensi che, in questa fase straordinaria di investimenti pubblici tra Giubileo e PNRR, a Roma siamo riusciti ad attivare circa 3 miliardi di investimenti in project financing”.

Ricordiamo che hanno contribuito alla riuscita dell’evento, dopo la relazione introduttiva di Walter Tortorella, Capo Dipartimento Economia Locale, e i saluti del Direttore Pierciro Galeone come esperti: Gianpaolo Arachi, Consigliere UPB, Ugo Fratesi, Professore del Politecnico di Milano, Patrizia Lattarulo, Direttore economia pubblica IRPET Toscana, Aline Pennisi, Direttore generale Unità NG-EU di Missione RGS, e Andrea Petrella, economista presso il Dipartimento di economia e statistica della Banca d'Italia. 

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Lo speciale de Ilsole24 ore 

Lo speciale di Italia Oggi

Pubblicato in: Ifel Informa

E’ online un nuovo aggiornameno della dashboard #PNRRinCOMUNE che recepisce l'ultimo rilascio dati di Italia Domani relativo al 30/10/2024. 

Ricordiamo che con #PNRRinCOMUNE è possibile visualizzare le assegnazioni degli investimenti PNRR rivolti a comuni, città metropolitane, unioni di comuni e comunità montane. Lo scopo è quello di dare informazioni sulla distribuzione territoriale degli investimenti pubblici finanziati dal Piano, anche al fine di orientare in maniera più mirata le azioni di supporto del Progetto Easy-Investimenti.

Le modalità di navigazione disponibili sono di due tipi: la navigazione per ente beneficiario permette di visualizzare in quali missioni e componenti o submisure è coinvolto un singolo ente (comune o altra aggregazione), nonché le assegnazioni di cui risulta beneficiario alla data di aggiornamento del database; la navigazione per territorio, missione e componente permette invece di analizzare ripartizioni geografiche (Nord, Centro e Mezzogiorno), le singole regioni e province autonome o le singole province. Questa navigazione permette inoltre la lettura della distribuzione territoriale delle assegnazioni di ciascuna missione e componente.

Ricordiamo, inoltre, che i dati rappresentati tengono conto delle rimodulazioni intervenute nel PNRR (e nelle relative assegnazioni) a seguito della proposta del Governo ed accolta dalla Commissione europea. Pertanto, rispetto alla versione di dicembre 2023, sono stati esclusi i progetti totalmente definanziati dal PNRR. Sono altresì ancora presenti progetti parzialmente definanziati dal PNRR.

Alla data di pubblicazione non è ancora nota la modalità con cui agirà il Governo sulle misure parzialmente definanziate e sui relativi progetti.

L’attività di monitoraggio è realizzata nell’ambito del Progetto Easy-Investimenti. Ha lo scopo di orientare al meglio le azioni di supporto tecnico che IFEL-Fondazione ANCI svolge a favore dei comuni italiani.

Per contatti inviare una mail a:

Sintesi per la stampa

Lo speciale de Il Sole24 ore 

Lo speciale di Italia Oggi

Pubblicato in: Ifel Informa

Pubblichiamo un aggiornamento della Nota del 13 febbraio 2024, anche a seguito dei recenti sviluppi intervenuti sul tema.

È disponibile sul sito della CSEA (Cassa per i servizi energetici e ambientali) il portale DataEntry Rifiuti per l’invio delle dichiarazioni alla CSEA per il settore rifiuti, per la comunicazione obbligatoria dei dati sulle componenti perequative UR1(per copertura dei costi di gestione dei rifiuti accidentalmente pescati e dei rifiuti volontariamente raccolti) e UR2(per la copertura delle agevolazioni riconosciute per eventi eccezionali e calamitosi), che tutti i gestori delle tariffe e dei rapporti con gli utenti, dovranno effettuare entro il 31 gennaio 2025.
Si allegano qui anche le FAQ sull’utilizzo e la compilazione del DataEntry Rifiuti.

Si precisa che per accedere al DataEntry Rifiuti, bisogna prima aver effettuato la registrazione al Portale Anagrafica Operatori CSEA ed essere pertanto in possesso del Codice CSEA per il Settore Rifiuti. Le indicazioni per effettuare la registrazione all’Anagrafica Operatori CSEA sono contenute nella Circolare n. 23/2024/RIF del 13 maggio 2024 e nei documenti allegati alla stessa.

Relativamente alla comunicazione delle componenti perequative, la Circolare n. 59/2024, alla quale si rimanda per una lettura integrale, chiarisce tutti i termini delle nuove prescrizioni, ed in particolare i dati che dovranno essere dichiarati alla CSEA entro il 31 gennaio dell’anno “a”, relativamente all’applicazione delle componenti UR1, UR2, il numero di utenze ad uso domestico ed il numero di utenze ad uso non domestico per le quali sono stati emessi documenti di riscossione nel corso dell’anno “a-1”. A seguito dell’invio delle dichiarazioni, si genereranno degli importi da versare (a debito) oppure da ricevere (a credito) alla/dalla CSEA.

In proposito, sul tema dell’oggetto delle dichiarazioni ed in perfetto tempismo con le comunicazioni da effettuare a CSEA, due delibere gemelle della Sezione di controllo per la Liguria della Corte dei conti n. 4 e n. 5 del 2025, che anche richiamando un parere del Mef (RGS-SIOPE) del 1° luglio 2024, hanno affermato che “le entrate derivanti dalle componenti perequative, poiché non vanno a modificare il patrimonio dell’ente, ma rappresentano semplicemente un flusso di cassa che transita nel bilancio comunale, devono risultare neutre nel bilancio stesso e, di conseguenza, devono essere imputate alle partite di giro. I servizi per conto di terzi e le partite di giro, difatti, comprendono le transazioni realizzate per conto di altri soggetti in assenza di qualsiasi discrezionalità e autonomia decisionale da parte dell’ente”.

Le stesse delibere, inoltre, affermano che: “I Comuni non essendo né i beneficiari, né i debitori delle prestazioni oggetto delle componenti perequative istituite da Arera, pertanto, devono effettuare il riversamento a CSEA solo delle somme effettivamente riscosse”. Si tratta, come è evidente, di un principio importante, al quale si auspica che Arera e CSEA vorranno conformarsi.

Tale impostazione è coerente con la posizione espressa da IFEL nella nota del 13 febbraio 2024, laddove si afferma che “si ritiene che le quote perequative oggetto della presente nota debbano essere riversate in base a quanto effettivamente riscosso a titolo di TARI o di tariffa corrispettiva”, a fronte di un orientamento difforme espresso verbalmente da Arera in una precedente riunione.

Inoltre, gli stessi giudici contabili hanno evidenziato l’urgenza di prevedere l’istituzione di un apposito codice tributo per le componenti perequative, evitando di far confluire le somme nel bilancio dei Comuni, come anche richiesto da IFEL alla stessa ARERA e riportato nella citata nota del 13 febbraio 2024, laddove si precisava che “è stato anche posto il tema dell’opportunità di promuovere l’istituzione di un codice tributo specifico per le componenti perequative, da utilizzare nel modello F/24, al pari di quanto avviene per il TEFA (componente provinciale della tariffa rifiuti), in quanto tale sistema faciliterebbe il riversamento di quanto riscosso e semplificherebbe di molto la gestione contabile delle componenti perequative”.

Di segno opposto è la posizione di ARERA, espressa con il comunicato del 27 gennaio 2025, laddove si sostiene che “i versamenti a (e da) CSEA sono parametrati agli importi applicati nei documenti di riscossione e non a quelli effettivamente riscossi da parte dei gestori”, a conferma dell’orientamento già emerso lo scorso anno.

Infine, si precisa che tutti i Comuni che abbiano già compilato il DataEntry Rifiuti con i dati relativi all’accertato, anziché del riscosso, potranno modificare il loro inserimento direttamente accedendo al sistema, oppure, solo in caso di effettiva ed assoluta difficoltà, comunicando la rettifica via PEC a CSEA ().

In ogni caso, si deve precisare che la comunicazione a CSEA del numero di utenze in base al dato dell’accertato/“bollettato”, anche tenendo conto di un curioso comportamento della Cassa che pare escludere modifiche dei dati già immessi nel sistema, non pregiudica l’eventuale successivo riversamento delle quote sulla base del riscosso, o un pagamento al lordo e una conseguente richiesta di rimborso sulla quale eventualmente incardinare un giudizio, anche sulla base delle lineari conclusioni delle recenti delibere della Corte dei conti Liguria.

Appare evidente che sulla questione si è ormai purtroppo innestata una controversia non risolvibile per via diretta, che investe direttamente la responsabilità degli operatori dei Comuni e sulla quale interverranno comunque ulteriori orientamenti e decisioni di natura giurisprudenziale.

Pubblicato in: Ifel Informa

XIII Conferenza annuale IFEL. Sintesi degli interventi del Presidente Canelli, del Direttore Galeone e del Vice Direttore Ferri

“E’ necessaria un’agenda dei Comuni per gli investimenti per prepararsi al post PNRR. Lo stesso Ministro Foti ha dichiarato che non saranno chieste proroghe alla tempistica del Piano in sede europea. Mi chiedo che ne è stato del “federalismo fiscale” che doveva legare prelievo e spesa, obiettivi e risultati, autonomia e responsabilità?”. Questa la premessa di Alessandro Canelli, Presidente di IFEL, alla giornata di lavori della tredicesima edizione della Conferenza IFEL sulla Finanza Locale organizzata come consueto a Roma.

“Sono passati ben 16 anni dalla legge 42/2009 per l’attuazione del rinnovato art.119 della Costituzione italiana del 2001. Una legge di attuazione non attuata – ha ricordato il sindaco di Novara nonché responsabile finanza locale di Anci- E’ ora di tornare alla sua completa attuazione. Apriamo questa nuova fase provando a rimettere ordine in questo assetto. Lo stesso piano strutturale di bilancio contiene l’impegno a realizzare azioni di riforma e di investimento nei campi della riforma fiscale, promozione della compliance volontaria a costi ridotti e contrasto all’evasione, riforma della PA nel merito e a favore delle nuove competenze, per il miglioramento della programmazione e del governo della spesa pubblica”.

Sintesi dell’intervento del Direttore Pierciro Galeone.

“Quella del 2025 è la prima legge di bilancio sottoposta alle regole del nuovo Patto di stabilità europeo la cui attuazione avviene attraverso un piano strutturale che traccia una traiettoria di riduzione del deficit e del rapporto debito/PIL e prevede nuovi meccanismi di monitoraggio basati sulla spesa primaria netta. Proprio perché ci troviamo all’esordio di una nuova fase per la finanza pubblica italiana, anche questa segnata da una forte incidenza del contesto dell’Unione Europea, proviamo guardare alla situazione della finanza locale comunale nella sua evoluzione e nelle sue prospettive. Del resto le fasi che hanno segnato la finanza locale negli ultimi decenni sono state segnate da politiche italiane influenzate e, a volte, dettate da vicende europee. Anche se la traduzione domestica, lasciata alla discrezionalità delle istituzioni nazionali, ha colpito in modo sproporzionato nelle quantità e nel contraddittorio le regole della finanza locale. La fase aperta con il nuovo patto di stabilità europeo appare assai impegnativa per il complesso della finanza pubblica. Occorre tuttavia cogliere l’opportunità di una programmazione pluriennale delle grandezze di bilancio, innanzitutto per evitare gli errori del passato. Cerchiamo di rimettere la finanza locale su binari sostenibili. Partiamo dallo stato attuale come ce lo restituiscono gli esiti delle diverse fasi politiche finanziarie succedutesi negli anni. Una struttura che presenta limiti e contraddizioni che ostacolano in modo decisivo l’esercizio dell’autonomia di entrata e di spesa secondo il dettato costituzionale.

Tornare alla Costituzione, all’art.119 sulla finanza territoriale, significa lavorare, in modo sostenibile e progressivo ma tenendo una rotta chiara e coerente, su alcune linee prioritarie. Non si tratta di una mera difesa delle prerogative delle istituzioni locali garantite dalla Costituzione, si tratta di permettere ai Comuni di dare il loro contributo allo sviluppo del Paese perché lo sanno fare. Se messi in condizione di operare, le istituzioni locali possono dare un contributo fondamentale agli obiettivi nazionali. Non c’è solo bisogno di una spesa sotto controllo ma anche, forse soprattutto, di sviluppo e crescita per dare alle finanze pubbliche una prospettiva solida”.

Sintesi dell’intervento del vice direttore Andrea Ferri.

“I Comuni hanno fortemente subìto nello scorso decennio la tendenza a scaricare sugli enti locali gli oneri della convergenza della finanza pubblica su binari di compatibilità e sostenibilità generali. La Grande crisi finanziaria del 2010-2015 ha comportato sacrifici di proporzioni inedite, oltre 8 miliardi di tagli e circa 3,5 mld di maggiori restrizioni da patto di stabilità interno. Il peso della spesa comunale sul totale della spesa pubblica è passato dall’8,2 al 6,5, a fronte di un incremento di numero e complessità delle funzioni svolte mentre la maggiore leva fiscale concessa con il passaggio dall’ICI all’IMU è stata pressoché totalmente erosa dalla necessità di mantenere i livelli di servizi a fronte dei tagli alle risorse da trasferimento.

I tagli e gli accantonamenti obbligatori introdotti tra il 2024 e il 2025 ammontano a oltre 2 mld di euro nel quinquennio 2025-29 e sono di fatto inseriti nella cornice della nuova governance economico-finanziaria europea, che richiede di tenere sotto controllo la spesa. Il nuovo meccanismo di contenimento introdotto dalla legge di bilancio produce un’asimmetria di effetti sulla spesa corrente: i Comuni in avanzo potranno contare su qualche effetto di sostituzione tra utilizzo degli avanzi e sacrificio da accantonamento, mentre quelli in disavanzo saranno costretti a ripianare più velocemente con un ulteriore e rigido razionamento di parte corrente.

In queste condizioni la perequazione delle risorse risulta marginale e inefficace. Non produce risultati apprezzabili per la gran parte dei piccoli Comuni, anche delle aree interne svantaggiate, classifica tra i più dotati non pochi enti in forte sottodotazione di risorse, agisce sulla base di regole tecniche poco leggibili e non tiene conto di elementi fondamentali nella gestione corrente locale, quali l’indebitamento e il ripiano di disavanzi. Un sistema che dovrebbe quindi essere profondamente ripensato, anche in vista del 2030, quando si completerà il percorso di “standardizzazione” delle risorse.

Infine, il federalismo regionale rischia di introdurre ulteriori vincoli ed incertezze sull’autonomia finanziaria dei Comuni. Già con le ipotesi di “fiscalizzazione” dei trasferimenti statali alle Regioni a statuto ordinario, che dovrebbero essere trasformati in quote di compartecipazioni a tributi erariali, vediamo il rischio di assorbimento di ingenti quote di trasferimenti vitali per il finanziamento di funzioni fondamentali dei Comuni in materia sociale, scolastica e di trasporto pubblico. I rischi di frammentazione degli spazi di autonomia locale aumentano nella prospettiva del federalismo differenziato, che dovrà tener conto della tutela necessariamente nazionale dell’autonomia finanziaria dei Comuni.

Nel breve termine, l’esigenza di difendere ed ampliare i margini di flessibilità essenziali per l’autonomia comunale, può trovare sistemazione su alcune linee di intervento da considerare con la giusta attenzione e come nuove opportunità. Penso alla riforma del TUEL, che finora non è riuscita ad andare oltre l’istruttoria di una legge delega e che dovrebbe essere preceduta da una serie di interventi puntuali ma di ampia portata, all’attuazione della Delega fiscale, alla quale si deve chiedere l’ambizione di produrre un reale ravvicinamento della fiscalità locale al disegno costituzionale, alla nuova contabilità economico-patrimoniale accrual, che dovrebbe, in primo luogo, vedere una vera fase di sperimentazione di valutazione dei costi e inoltre portare a significative semplificazioni nella gestione contabile. Infine, la digitalizzazione in corso che dovrebbe più fortemente sostenere i cambiamenti  necessari nell’organizzazione locale (oltre che dei servizi al cittadino), con incentivazioni  e accentuando l’impegno per la standardizzazione dei sistemi informativi e la loro interoperabilità”.

Leggi qui la Rassegna stampa della XIII Conferenza IFEL.

 

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