Il nuovo paper della Banca d’Italia, curato da Claire Giordano, Marco Marinucci e Andrea Silvestrini, disegna il quadro di incertezze che ruota attorno all’economia italiana. In particolare analizza le dinamiche che ruotano attorno agli investimenti reali, siano essi legati alle famiglie che alle società non finanziarie.
Ciò che emerge da questo lavoro è che, utilizzando dati di contabilità nazionale, esiste una relazione di lungo periodo tra l’accumulo (per le aziende) e il reddito disponibile (per le famiglie) e il costo d’uso del capitale. All’aumentare di un profitto, di un reddito, esiste un investimento, che risulta correlato negativamente al rialzo del costo d’uso.
Le analisi del paper vogliono dimostrare come nascono e si evolvono le scelte di investimento delle famiglie e delle imprese. Laddove è presente dell’incertezza e della mancanza di fiducia non vi è profitto e quindi una mancanza d'accumulo. Nel paper una particolare attenzione è affidata alle analisi del ruolo delle restrizioni creditizie ed in generale ai diversi fattori macroeconomici. In allegato il lavoro prodotto dalla Banca d’Italia.
Ecco i nuovi dati di Istat su occupati e disoccupati nel mese di febbraio. Un leggero aumento degli occupati, dello 0,1%, rispetto al mese precedente e corrispondente a circa 19 mila di posti in più.
Rispetto a gennaio si stima un innalzamento dei dipendenti a tempo indeterminato e principalmente questa quota è appannaggio della componente femminile ed in particolare della fascia di età con + di 35anni di età. Il tasso di occupazione è fermo al 58%.
Se il dato dell’occupazione lo si osserva raffrontando l’ultimo trimestre (dicembre febbraio) con il precedente vi troviamo una leggera contrazione misurabile nello 0,1% che riconduce principalmente all’universo maschile. Aumentano in questo trimestre i giovani occupati, mentre diminuiscono quelli nella fascia d'età compresa tra 24 e 45 anni.
A febbraio cala la stima di coloro che sono in cerca di occupazione di quasi due punti di percentuale. Allo stesso tempo aumenta la quota degli inattivi, seppur in misura minima. Il tasso di disoccupazione scende al 10,9% (-0,2 punti percentuali rispetto a gennaio), mentre quello giovanile sale al 32,8% (+0,3 punti).Se il dato occupazionale lo si esamina su base annua, ecco che questo risulti ancora su dei valori positivi. Nello specifico vi sono 109 mila occupati in più, dove predomina il contratto a termine e l’universo femminile è dominante.
In allegato il documento completo di Istat.