Ultimo aggiornamento 28.04.2025 - 14:51

“Un provvedimento che va nella direzione giusta, quella di dare respiro all’economia reale, salvaguardando imprese e posti di lavoro. Ma adesso va completato evitando le sacche burocratiche che potrebbero rallentarne l’efficacia”. E’ il giudizio del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, sul decreto varato dal governo, con cui sono stati sbloccati il pagamento dei debiti degli enti locali alle imprese, e rinviata al saldo di dicembre la maggiorazione Tares.

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ROMA - «Curum adrée». Scusi? «In dialetto lombardo vuol dire corrimi dietro, se vuole dopo le mando lo spelling per sms». (Fatto, grazie). Varese potrebbe essere il primo Comune italiano a pagare i suoi debiti alle imprese dopo il decreto legge del governo che sblocca il saldo degli arretrati. Il sindaco Attilio Fontana, leghista di stretto rito maroniano, spiega il perché di tanta solerzia: «Non vorrei che poi qualcuno ci ripensi.

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Un decreto legge che consenta di sbloccare 9 miliardi di euro per pagare le imprese e riprendere a fare investimenti. È questa la richiesta formalizzata ieri dall'Ufficio di presidenza dell'Anci al governo Monti. In caso contrario, entro la prima metà di aprile, l'Anci inviterà tutti i comuni a effettuare i pagamenti utilizzando un modello di delibera di giunta che verrà definito nei prossimi giorni.

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Sono i giorni decisivi per l'afflusso di liquidità alle imprese che vantano crediti. Incrociando le ultime stime fornite dal ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni, primi dati della Cdp e indicazioni che iniziano ad arrivare dal territorio, non sarebbero più di 700-800 le amministrazioni locali, tra Province e Comuni, che hanno già trasferito ai creditori finali le risorse ricevute attraverso due canali: spazi finanziari sul patto di stabilità interno oppure anticipazioni di liquidità gestite dalla Cassa depositi e prestiti.

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Una garanzia statale per liquidare un'ulteriore tranche di 20-25 miliardi di crediti di parte corrente verso la pubblica amministrazione che le imprese intendano cedere alle banche. È questa la possibilità offerta da un emendamento al decreto Iva-Lavoro, approvato ieri all'unanimità in Senato, che consente dal 2014 di pagare una quota ulteriore di debiti oltre ai 40 già attivati dal governo. L'emendamento, presentato da Giorgio Santini (Pd), che ricalca una vecchia proposta di Franco Bassanini, presidente della Cassa depositi e prestiti (Cdp), introduce la garanzia dello Stato per la cessione alle banche e a Cdp dei crediti certificati delle impreseverso le pubbliche amministrazioni (diverse dallo Stato) e prevede un tasso di sconto del 2%.

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