Ultimo aggiornamento 11.12.2024 - 14:28
Amministratore IFEL2

Amministratore IFEL2

“Oggi prende corpo plasticamente il programma di collaborazione strategico, previsto dallo statuto, tra Anci regionali e strutture di Federsanità, con il supporto scientifico di Ifel. Una giornata importante”. Ha introdotto così Enzo Bianco, presidente del Consiglio nazionale Anci, la presentazione del secondo Rapporto sui servizi socio-sanitari dei Comuni italiani, frutto della collaborazione tra Federsanità, Anci e Ifel.

“Questa strategia – ha sottolineato Bianco – consentirà la collaborazione nei territori tra strutture socio-sanitarie ed enti locali, che eviteranno così sovrapposizioni nell’erogazione dei servizi essenziali. La pandemia ha dimostrato che in passato sono stati commessi errori, ad esempio puntare alle eccellenze ma dimenticando l’importanza della presenza capillare di presidi sanitari nei territori. È necessario modificare le competenze in materia di salute a livello europeo, individuando linee di azione decise e condivise tra gli stati dell’Unione. A livello italiano, la Costituzione – ha concluso il presidente del Consiglio nazionale Anci – assegna competenze alle regioni, che sarà necessario rivedere in una logica di indirizzo omogeneo nazionale”.

La presentazione del Rapporto, disponibile sul sito della fondazione IFEL, è stata affidata al Direttore di IFEL Pierciro Galeone. “La pandemia ha messo in evidenza carenze consolidate nel rapporto tra servizi per la salute e territorio – ha precisato Galeone - Fin dal suo esordio il Servizio Sanitario Nazionale si è posto il problema dell’integrazione tra le prestazioni ospedaliere e le cure primarie sul territorio. Un tema centrale per migliorare le prestazioni e ridurre l’accesso improprio alle prestazioni ospedaliere. Una questione non ancora risolta che è divenuta ancora più rilevante per l’invecchiamento della popolazione, l’incremento delle cronicità, l’aumento dei cittadini non autosufficienti. I servizi sul territorio sono, di fatto, una dimensione disomogenea e “opaca” in tutto il Paese e mostrano le loro maggiori criticità nelle cosiddette aree interne. Dove il numero degli abitanti è ridotto e tale da non rendere giustificabile l’apertura di servizi ospedalieri e ambulatoriali con continuità e dove raggiungere il centro più vicino comporta spostamenti difficoltosi; dove anche la presenza del medico di medicina generale è a rischio perché il numero di assistiti è troppo ridotto ma, magari, più avanti nell’età e, quindi, più bisognoso di un’assistenza di prossimità”.

Nel 2018, si legge nel Rapporto, la spesa dei comuni (Fonte Istat) per i servizi sociali raggiunge i 7,47 miliardi di euro, proseguendo un trend di crescita iniziato nel 2016 con l’allentarsi dei vincoli di finanza pubblica. Rispetto al 2013 il dato ha subìto una variazione positiva pari all’8,9%. Sempre nel 2018 la spesa dei comuni per i servizi sociali per abitante è pari a 124 euro (era di 120 euro pro capite nel 2017) con differenze molto ampie a livello di ripartizione geografica: nel Mezzogiorno è pari a 78 euro, poco meno della metà del dato registrato al Nord (152 euro). In particolare, scendendo a livello regionale, si riscontrano dati davvero eterogenei: dai 22 euro pro capite della Calabria ai 392 euro per abitante del Trentino-Alto Adige. La prima regione del Mezzogiorno in termini di spesa dei comuni per servizi sociali è la Sardegna, con 243 euro di uscite per cittadino.

All’aumentare della popolosità dei comuni la spesa pro capite per i servizi sociali cresce: si passa dai 100 euro dei comuni con meno di 10.000 abitanti ai 165 euro nelle realtà che superano i 50.000 residenti. Tale evidenza trova riscontro per le ripartizioni geografiche del Nord e del Centro; caso diverso è quello del Mezzogiorno in cui i comuni fino a 10.000 abitanti registrano nel 2018 un dato pari a 73 euro, superiore alle medie rilevate nei comuni intermedi ma pur sempre inferiore alla media dei comuni oltre i 50mila cittadini.

“La pandemia ancora in corso ha dimostrato quanto la capacità di fare rete abbia avuto un ruolo determinante nella gestione dell’emergenza”, ha precisato nel suo intervento Alessandro Canelli, delegato Anci alla finanza locale e Presidente IFEL. “I Comuni – ha ribadito Canelli - insieme alle strutture assistenziali governate dal Sistema sanitario nazionale, alle strutture sociali comunali, senza tralasciare l’apporto delle diverse espressioni della società civile e del Terzo settore, hanno dato prova di una straordinaria capacità di coordinamento e di governance. Il modello di stretta collaborazione tra i vari livelli che sono intervenuti sul territorio è stata la formula vincente per la gestione dei differenti bisogni espressi dai cittadini in un momento che non ha precedenti nella nostra storia. Le risorse del PNRR rappresentano un importante strumento per riorganizzare e restituire a tutte le aree del nostro Paese pari dignità e colmare così il divario digitale e le carenze strutturali del territorio. Siamo convinti che tutti i cittadini debbano godere della stessa qualità dei servizi e della possibilità di accedere alle cure in egual misura. Riteniamo che tra i principali compiti dei nostri sindaci rientri il dovere di fornire risposte adeguate e omogenee alle istanze di salute espresse dal territorio. Ma per raggiungere pienamente questo obiettivo è necessaria una efficace attività multilivello di coordinamento tra primi cittadini, autorità sanitarie locali e regioni”.

“Se dovessimo sintetizzare in una battuta quanto emerge dai dati relativi ai servizi del territorio, i numeri della spesa dei Comuni e il loro ridursi in alcune aree strategiche, alla luce di quanto accaduto con il Covid – ha concluso Tiziana Frittelli Presidente Nazionale di Federsanità - ciò che appare del tutto evidente è che investire in salute conviene. Conviene per una serie infinita di motivi ma anche perché, come abbiamo visto, quando la salute entra in emergenza, riduce i diritti delle altre sfere della vita come il lavoro, l’economia, il tempo libero. Investire in salute significa valorizzare le attività di prevenzione e quindi dare sostegno, dare sollievo, liberare risorse, creare aree di felicità e di benessere nell’ottica di una strategia politica one health”.

Il Rapporto illustra il livello di diffusione della tariffazione puntuale (TP) del servizio rifiuti urbani in Italia in base ai più recenti dati disponibili. Nella pubblicazione vengono inoltre analizzate le performance ambientali raggiunte dai comuni in TP, in termini di percentuale di raccolta differenziata e produzione pro capite annua di rifiuto urbano residuo, anche in comparazione con gli enti che applicano sistemi di tariffazione presuntivi.

La rilevazione, accompagnata da un’accurata attività di verifica, è stata condotta dall’IFEL nel secondo semestre del 2020 coinvolgendo ARPA e Regioni, le Province Autonome di Bolzano e Trento, numerosi Enti d’Ambito nonché Comuni e soggetti gestori del servizio di igiene urbana. Il lavoro, quindi, integra e completa il primo studio sul tema, i cui risultati sono inclusi nella pubblicazione “Guida alla tariffazione puntuale dei rifiuti urbani” (Capitolo II, par. 2) edita da IFEL a novembre 2019.

Con questa ricerca la Fondazione intende contribuire al dibattito sul tema - a nostro avviso critico - dell’innovazione della gestione dei rifiuti urbani e della riduzione delle sue esternalità negative. L’implementazione di strumenti di misurazione e tariffazione puntuale, infatti, appare imprescindibile per promuovere la partecipazione dei cittadini-utenti, un efficace driver per migliorare le performance ambientali del servizio, ridurne i costi e aumentare l’equità del prelievo.

Nel 2019 i comuni che applicano regimi di tariffazione puntuale sono 900 (105 in più rispetto all’anno precedente), con una popolazione complessiva di 6.647.142 abitanti, rispettivamente pari a quasi l’11,4% dei comuni e all’11,1% della popolazione nazionale. L’approccio “paga per quello che butti” (PAYT), su cui si basano i sistemi di tariffazione puntuale, si conferma particolarmente efficace per raggiungere gli obiettivi di economia circolare della UE: oltre 2/3 dei Comuni in TP (l’82,4% in termini di popolazione totale) raggiunge infatti una percentuale di raccolta differenziata superiore al 75%, mentre il 34% supera addirittura l’85% (36% in termini di popolazione); quasi il 73% dei Comuni (66% in termini di popolazione totale), inoltre, registra una produzione annua pro capite di rifiuto urbano residuo inferiore a 100 kg/abitante e meno del 9% dei comuni supera i 150 kg/abitanti annui.

Il volume indaga il complesso rapporto tra sanità e territorio, facendo anche il punto su cosa abbia rappresentato la pandemia per i sindaci e la popolazione e come questa abbia inciso sui servizi socio-sanitari dei comuni.

Ampio spazio di analisi viene dedicato alla medicina territoriale e alla sanità di prossimità con riferimenti specifici a due strategie di aree interne (Valtrebbia in Liguria e Fortore in Molise). Elaborazioni statistiche ad hoc si concentrano sulla dinamica e sulla gestione della spesa per i servizi sociali dei comuni, con approfondimenti per aree di utenza. Infine uno sguardo al futuro, con un esame dettagliato della Missione Salute all’interno del PNRR.

È in programma l’8 luglio a partire dalle 10:30 l’evento online di presentazione della seconda edizione del Rapporto IFEL-Federsanità “Sanità e Territorio – I Servizi Sociosanitari dei Comuni Italiani”.

Il Rapporto è stato realizzato da Federsanità - Confederazione delle Federsanità ANCI regionali in collaborazione con IFEL e chiuso a maggio 2021. L’obiettivo di questo lavoro è stato quello di analizzare la spesa socio-assistenziale dei comuni negli ultimi anni (2013-2018) per i quali sono disponibili dati Istat per restituire ai sindaci una panoramica dell’offerta dei servizi ai cittadini anche in misura dei fondi disponibili.

Il Rapporto si è focalizzato sui servizi offerti alla fascia degli ultra 64enni. Dai dati, emerge uno scollamento tra l’evoluzione demografica del Paese e le sue reali necessità. L’Istat stima tra il 2021 e il 2030 una crescita del 17% degli over 64 anni. L’erogazione dei servizi di salute a questa categoria necessita pertanto di una rimodulazione e una integrazione dei servizi, centrata sulla gestione delle cronicità e sull’invecchiamento attivo.

Durante la pandemia, i Comuni, insieme alle strutture assistenziali governate dal SSN, alle strutture sociali comunali, senza tralasciare l’apporto delle diverse espressioni della società civile e del Terzo settore, hanno dato prova di una straordinaria capacità di coordinamento e di governance, ma la lezione principale che questo drammatico periodo ci lascia è che la prevenzione rappresenta l’unica strada per fronteggiare le emergenze e che pertanto è questa la bussola che deve orientare l’impegno dei nostri amministratori sul territorio.

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IL PROGRAMMA

Saluti istituzionali
Enzo BIANCO, Presidente Consiglio Nazionale Anci
Alessandro CANELLI, Sindaco di Novara - Presidente IFEL

Presentazione Rapporto ed. 2021
Pierciro GALEONE, Direttore IFEL

Conclusioni
Tiziana FRITTELLI, Presidente Federsanità

L'evento si terrà in streaming. Per partecipare basta cliccare a questo link: https://www.streamliveevents.it/rapportoifel-federsanita/

Seguirà alle ore 11.15 l'Assemblea nazionale di Federsanità- Confederazione Federsanità Anci regionali su piattaforma dedicata ai soli componenti statutari.

Martedì 6 luglio prende avvio il ciclo di webinar “Il BIM come elemento abilitante della digitalizzazione dei processi delle costruzioni: sviluppi e adempimenti per le Amministrazioni Comunali”.

Il decreto legge n. 560 del 1° dicembre 2017, attuativo dell’art. 23 comma 13 del Decreto legislativo n. 50 del 18 aprile 2016 (Codice degli Appalti), definisce “le modalità e i tempi di progressiva introduzione, da parte delle stazioni appaltanti, dell’obbligatorietà dei metodi e strumenti elettronici specifici, quali quelli di modellazione per l’edilizia e le infrastrutture, nelle fasi di progettazione, costruzione e gestione delle opere e relative verifiche”.

Le amministrazioni comunali, quali soggetti pubblici coinvolti in prima linea nella gestione di procedimenti volti alla realizzazione, gestione e manutenzione del patrimonio costruito, sono chiamate a cogliere le grandi opportunità offerte dal BIM (Building Information Modeling), sistema di modellazione digitale per la progettazione, gestione e monitoraggio delle opere pubbliche pensato per accrescere l’efficacia e la trasparenza delle procedure di appalto e dell'intero ciclo di vita dell'opera.

Il ciclo di webinar approfondirà i vantaggi, gli adempimenti e risvolti giuridici di questo importante processo di evoluzione digitale.

COME PARTECIPARE 

Il ciclo di webinar sul BIM è completamente gratuito. Sarà possibile iscriversi ad ogni singolo evento, fermo restando il raggiungimento dei posti disponibili. 

IL PROGRAMMA 

La digitalizzazione nella gestione degli appalti pubblici fattore di rafforzamento e di efficienza della PA: cosa cambia per una amministrazione comunale

Martedì 6 luglio, ore 10.00 -11.30

I risvolti giuridici di un appalto digitale in BIM per una amministrazione comunale

Lunedì 12 luglio, ore 10.00 -11.30

Gli adempimenti per le stazioni appaltanti pubbliche al fine di gestire un affidamento in BIM. Focus sul piano di formazione e piano di acquisizione

Martedì 20 luglio, ore 10.00 -11.30

Gli adempimenti per le stazioni appaltanti pubbliche al fine di gestire un affidamento in BIM. Focus sull’atto organizzativo

Martedì 27 luglio, ore 10.00 -11.30

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