È stata presentata ieri, presso la sede associativa, l’iniziativa “I Quaderni di AGIDI”, frutto della collaborazione tra IFEL, l’Associazione Italiana dei Giuristi di Diritto Immobiliare e la Fondazione Patrimonio Comune.
Lo scopo principale di questa importante collaborazione è quello di stimolare il dibattito sui temi legati alla ottimizzazione della gestione dei patrimoni immobiliari pubblici.
All’incontro, aperto dagli interventi di Riccardo Delli Santi, Presidente AGIDI, e Stefano Mantella, Vice Presidente AGIDI con delega per i soggetti pubblici, sono intervenuti tra gli altri, Guido Castelli, Sindaco di Ascoli Piceno e Presidente IFEL, e Mario Occhiuto, Sindaco di Cosenza e Presidente FPC.
“La collaborazione tra IFEL, AGIDI e FPC - ha dichiarato Castelli - nasce dall’esigenza di incrementare la cultura dei principi di valorizzazione del patrimonio, inquadrandola come un segmento della più generale strategia di trasformazione urbana, che le città sono chiamate ad attuare per consolidare il rapporto con le rispettive comunità. L’obiettivo di accelerare le procedure di valorizzazione, per le quali sono già riconosciuti spazi finanziari, può essere raggiunto solo con adeguate competenze che al momento sono ostacolate anche dal blocco del turnover. IFEL, con questa collaborazione, intende mettersi a disposizione di Sindaci e amministratori locali, nel promuovere e diffondere le conoscenze alla base dei processi di valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico”.
Il Sindaco Occhiuto, ha sottolineato l’importanza di questo processo: “l’avvio di questa iniziativa è di grande interesse perché i Quaderni sono utili strumenti per la diffusione della cultura del riuso, scelta ormai obbligata per la crescita delle città italiane. È ormai noto che la crescita urbana a macchia d’olio delle nostre città è un capitolo chiuso. Di conseguenza l’unica strada percorribile, per l’edilizia pubblica e privata, passa per il riuso e per la valorizzazione del patrimonio pubblico”.
I Quaderni sono pensati come agili manuali d’uso per approfondire specifiche tematiche di interesse degli operatori, con uno sguardo particolare rivolto agli Enti Pubblici proprietari, per supportarli nella comprensione degli aspetti più importanti della gestione immobiliare e dotarli degli strumenti essenziali per relazionarsi con il mercato.
Il primo numero, accompagnato dalle autorevoli prefazioni del Responsabile Direzione VIII del Dipartimento del Tesoro, Bruno Mangiatordi, e di Guido Castelli, Sindaco di Ascoli Piceno e Presidente IFEL, contiene una introduzione sistematica che ripercorre, senza pretesa di esaustività, il quadro normativo di riferimento e i principali strumenti per la valorizzazione e dismissione degli immobili pubblici. A partire da settembre saranno pubblicate le monografie di approfondimento su temi fondanti come il censimento, la due diligence immobiliare o di particolare attualità, come il contratto di disponibilità e la riforma del terzo settore, temi che saranno individuati e costruiti anche attraverso il confronto diretto con gli Enti territoriali e corredati da formulari, best practice, FAQ.
Quale è il grado di soddisfazione degli spazi pubblici cittadini in Europa?
La domanda è stata posta dall’Ufficio Statistico Europeo agli abitanti di 83 città europee (per l’annata 2015) per misurare il gradimento di piazze, mercati e aree pedonali dei centri urbani europei.
Al di sopra di tutti vi è la città di Ventspils in Lettonia che raccoglie il 97% dei consensi tra i propri cittadini.
A Rotterdam (Olanda), con il 93% dei consensi, spetta la piazza d’onore. A seguire troviamo, con il 92% dei consensi, Oviedo (Spagna), Malmoe (Svezia) e Munster (Germania). Invece, se si prende in considerazione le sole capitali europee, qui la tendenza registrata da Eurostat, attraverso i propri indicatori di percezione del gradimento, è di una generalizzata soddisfazione. Tra tutte spiccano Vienna, Lussemburgo e Stoccolma. Di contro gli abitanti delle capitali come Bucarest, Roma, Atene, Sofia e Nicosia si collocano attorno al 50% di “felicità” degli spazi pubblici presenti nelle proprie città. Per la nostra capitale, Roma, nel dettaglio, non raggiunge il 10%, ultima come Sofia, di “molto soddisfatto”; in generale raggiunge il 55% di soddisfazione grazie alla percentuale del 47% di "piuttosto soddisfatto".
Neanche il 4% dei cittadini europei, per l’esattezza il 3,8%, in età lavorativa risiede nel 2017, alla data dell’indagine Eurostat, in un altro stato membro europeo. Questo rilevamento dell’Ufficio Europeo di Statisica è aumentato sensibilmente rispetto alla precedente studio di dieci anni fa (il dato era al 2,5%). Il tutto seguendo il principio fondamentale del trattato sul funzionamento della Ue che prevede la libera circolazione all’interno dei paesi membri.
All’interno della variegata geografia europea si passa dal 19% della Romania che precede la Lituania (15%) e la Croazia (14). All’esatto opposto vi è la Germania al 1% e, subito dopo, Regno Unito (1%) e, per finire, Francia e Svezia (tutte e due al 1,3%). L’Italia è sotto la media europea; nel 2007, invece, era in media con i rilevamenti europei.
Da notare l’impennata della Romania aumentata di 12,5 punti di percentuale rispetto al 2007. Al contrario abbiamo la quota dei ciprioti che, rispetto al 2007, è diminuita del 4,2% (dal 7,1% al 3,9%).
Il settore che più si addice alla mobilità è quello dei laureati del terziario con una quota del 32,4%. Il tasso occupazionale per chi decide di lavorare in altro paese europeo è del 76,1%, contro il 72,1% generalizzato della Ue. Gli Italiani che decidono di lavorare in altri paesi Ue hanno un percentuale di scorgere lavoro che è del 75,6% contro il 62,3% di coloro che rimangano nel belpaese.