Ultimo aggiornamento 28.04.2025 - 14:51
Registrazione video relativa al webinar del 14 maggio 2018 - Il rapporto tra accesso civico generalizzato (ex d.lgs. 97/2016) e accesso documentale…
M, 15 Maggio 2018 11:55

Gli investimenti nei Paesi UE

3100 miliardi di euro, è la quota che hanno investito, nel 2017, i Paesi della Ue. Gli investimenti, secondo le analisi di Eurostat, in questione provengono sia dal privato che dal pubblico. Il settore delle costruzioni, per circa il 50%, è il maggiore player, assieme ai macchinari, attrezzature e sistemi d’armamento (poco più del 30%). Alla terza piazza vi sono gli investimenti nei prodotti di proprietà intellettuale.
Gli investimenti di cui sopra incidono per circa il 20% del Pil, perdendo circa due punti di percentuale rispetto a dieci anni prima.
La Repubblica Ceca è il Paese Ue dove questo rapporto tra investimento e Pil mostra il valore più alto. Agli antipodi vi è la Grecia. L’Italia, dal canto suo, è tra i Paesi che investono meno rispetto al Pil. Nello specifico il 17,5% rispetto al valore del 12,5% della Grecia che è il fanalino di coda europeo. La crisi che ha attanagliato l’Europa si vede chiaramente nel rapporto tra il dato del 2017 e quello del 2017; sono solo tre i paesi che hanno aumentato il rapporto pil/investimenti: Svezia, Austria e Germania. Le peggiori performance sono appannaggio di Lettonia, Grecia e Romania.

Pubblicato in: Notizie
M, 16 Maggio 2018 19:47

Istat, il Rapporto Annuale 2018

Presentato, quest’oggi, il Rapporto 2018 dell’Istat. Tante istantanee, quelle dell’Istituto di Statistica, che fotografano un paese dalle mille sfaccettature. Ad incominciare dalla popolazione totale che per il terzo anno di seguito è in diminuzione (meno 100 mila). Gli italiani si stima essere 60,5 milioni con una quota di stranieri fissata a 6,5 milioni, corrispondente all’8,4% del totale. Il belpaese continua ad essere uno dei paesi più longevi al mondo. Con una media di 80,6 anni per gli uomini e 84,9 anni per le donne registrati nell'annata 2017. A Trento (83,8 anni) e a Firenze (84,1 anni) vi è il tasso più alto di longevità. Napoli e Caserta, invece, detengono il tasso più basso (80,1 anni).

Nel riferimento alla popolazione dall’Istat emerge che l’Italia è il secondo paese più vecchio al mondo con il record di 168,7 anziani per ogni 100 giovani. Questo elemento presuppone una fragilità di fondo legata al welfare che è sintomo di preoccupazione generalizzata.Nonostante ciò, gli indicatori economici dicono che si è nel terreno della positività con numeri che non si materializzavano da più di otto anni. A trainare la locomotiva è la risalita dei consumi delle famiglie e quella della produzione industriale.
Nel Rapporto Annuale di Istat la questione legata al lavoro è centrale; il tasso di occupazione cresce (per il quarto anno consecutivo) ma è ancora sotto i rilevamenti del 2008. Un italiano su quattro trova lavoro attraverso la propria rete amicale e familiare.

Nel dettaglio del lavoro si evidenzia una perdita di manualità, ovverosia vi è una marcata contrazione degli occupati nell’artigianato (circa un milione in meno). Di contro vi è una maggior presenza di occupati nel settore del commercio e dei servizi (circa 800 mila nuovi lavoratori). Sempre nel campo del lavoro, aumentano le quote delle donne occupate. Nel 2017 si è arrivati alla quota del 49%, ogni anno questo rilevamento è in crescita continua. Peccato che l’Italia è penultima, nel contesto Europeo, relativamente alle quote delle donne che lavorano.
Infine, sempre per le tematiche del lavoro, si evidenzia che i centri decisionali che guidano l’economia italiana sono concentrati, come sempre, al nord-est. In una misura quasi predominate rispetto al resto del paese. Il medesimo discorso vale per la produttività del lavoro.
Agli elementi di positività emersi si contrappone un aumento della povertà e delle diseguaglianze. Sono cinque milioni le persone interessate a queste dinamiche. La povertà assoluta interessa 1,8 milioni di famiglie. Aumentano, di conseguenza, le disuguaglianze economiche con una marcata presenza di persone sotto la soglia di povertà. 

Questa situazione è confermata dall’Overall perceveid social support, un indicatore condiviso a livello europeo, che mostra l’estensione della rete di sostegno sociale, il grado di solitudine e di isolamento e il sostegno pratico. Ecco, a fronte di queste dinamiche l’Italia è in uno stato di continua fragilità.
Passando ai trasporti pubblici, emerge che 4 italiani su 5 utilizzano mezzi propri e che, quindi, coloro che utilizzano il mezzo pubblico per muoversi sono solo l’11%. Un dato che è decisamente sotto alla media europea. Un altro indicatore che emerge dal Rapporto Istat è la presenza di un deciso miglioramento sul fronte della sicurezza, seguendo una tendenza di decrescita, relativa ai furti, avviata già nell’annata 2013/14.

Sul fronte dei servizi, ed in particolare sulla fruizione della rete internet, emerge che l’Italia è a due velocità, con il centro nord che corre celermente verso la quota del 68,65% di individui che la utilizzano ed un sud con il freno a mano tirato che supera appena la percentuale del 55%.
Infine, nel Rapporto Istat si evidenza che nel campo sanitario le Regioni con la più alta mobilità ospedaliera in uscita ci sono Molise, Calabria e Basilicata. Le stesse Regioni detengono, contestualmente, il più alto tasso di insoddisfazione tra i propri abitanti. Ecco in pillole alcune istantanee che sono emerse nella presentazione del Rapporto Istat 2018 che è in allegato.

Pubblicato in: Notizie

Sono 25,6 milioni i posti di lavoro nella UE che sono legati, direttamente o indirettamente, a società che hanno a che fare con l'universo mondo delle esportazioni. Lo dice Eurostat attraverso una ricerca, basata su delle tabelle input – output denominate FIGARO, e dai dati (ESA 2010) provenienti dal metodo europeo dei conti.
Dalle tabelle si possono evidenziare le relazioni esistenti tra commercio e occupazione all’interno della Comunità EuropeaEcco il link alla pagina Eurostat

Pubblicato in: Notizie

Eurostat pubblica una ricerca, condotta nel 2105, dove ha intervistato i cittadini di 109 città europee relativamente al loro grado di soddisfacimento della pulizia nelle proprie città. Tra un molto soddisfatto, un piuttosto soddisfatto, un piuttosto insoddisfatto o un per niente insoddisfatto, i cittadini, attraverso la propria votazione, hanno determinato una classifica dove la Lettonia stravince. Infatti, in questa particolare classifica, tra i primi posti vi sono Ventspils con il 99% di soddisfacimento e, a seguire, nella piazza d’onore, troviamo Valmeira con il 97%. Al terzo e al quarto posto ecco che scopriamo Oviedo, in Spagna, e la cittadina del Lussemburgo, entrambe con il 95% di soddisfazione.
Da evidenziare che a Roma solo il 9% degli abitanti mostra una certa soddisfazione per la pulizia della propria città. Un record quello della città eterna decisamente negativo. Soprattutto se la si confronta con le altre grandi Capitali europee come Parigi (49%) e Berlino (45%), o come Vienna (attorno al. 90%) e Amsterdam (oltre al 60%).

Pubblicato in: Notizie

Filtra le notizie

Filtri tematici notizie

Tag

Ricerca Titolo

Focus

Progetti

Podcast - Gazzetta IFEL


Webinar
e-Learning

In presenza

Seminari