Presentato, quest’oggi, il Rapporto 2018 dell’Istat. Tante istantanee, quelle dell’Istituto di Statistica, che fotografano un paese dalle mille sfaccettature. Ad incominciare dalla popolazione totale che per il terzo anno di seguito è in diminuzione (meno 100 mila). Gli italiani si stima essere 60,5 milioni con una quota di stranieri fissata a 6,5 milioni, corrispondente all’8,4% del totale. Il belpaese continua ad essere uno dei paesi più longevi al mondo. Con una media di 80,6 anni per gli uomini e 84,9 anni per le donne registrati nell'annata 2017. A Trento (83,8 anni) e a Firenze (84,1 anni) vi è il tasso più alto di longevità. Napoli e Caserta, invece, detengono il tasso più basso (80,1 anni).
Nel riferimento alla popolazione dall’Istat emerge che l’Italia è il secondo paese più vecchio al mondo con il record di 168,7 anziani per ogni 100 giovani. Questo elemento presuppone una fragilità di fondo legata al welfare che è sintomo di preoccupazione generalizzata.Nonostante ciò, gli indicatori economici dicono che si è nel terreno della positività con numeri che non si materializzavano da più di otto anni. A trainare la locomotiva è la risalita dei consumi delle famiglie e quella della produzione industriale.
Nel Rapporto Annuale di Istat la questione legata al lavoro è centrale; il tasso di occupazione cresce (per il quarto anno consecutivo) ma è ancora sotto i rilevamenti del 2008. Un italiano su quattro trova lavoro attraverso la propria rete amicale e familiare.
Nel dettaglio del lavoro si evidenzia una perdita di manualità, ovverosia vi è una marcata contrazione degli occupati nell’artigianato (circa un milione in meno). Di contro vi è una maggior presenza di occupati nel settore del commercio e dei servizi (circa 800 mila nuovi lavoratori). Sempre nel campo del lavoro, aumentano le quote delle donne occupate. Nel 2017 si è arrivati alla quota del 49%, ogni anno questo rilevamento è in crescita continua. Peccato che l’Italia è penultima, nel contesto Europeo, relativamente alle quote delle donne che lavorano.
Infine, sempre per le tematiche del lavoro, si evidenzia che i centri decisionali che guidano l’economia italiana sono concentrati, come sempre, al nord-est. In una misura quasi predominate rispetto al resto del paese. Il medesimo discorso vale per la produttività del lavoro.
Agli elementi di positività emersi si contrappone un aumento della povertà e delle diseguaglianze. Sono cinque milioni le persone interessate a queste dinamiche. La povertà assoluta interessa 1,8 milioni di famiglie. Aumentano, di conseguenza, le disuguaglianze economiche con una marcata presenza di persone sotto la soglia di povertà.
Questa situazione è confermata dall’Overall perceveid social support, un indicatore condiviso a livello europeo, che mostra l’estensione della rete di sostegno sociale, il grado di solitudine e di isolamento e il sostegno pratico. Ecco, a fronte di queste dinamiche l’Italia è in uno stato di continua fragilità.
Passando ai trasporti pubblici, emerge che 4 italiani su 5 utilizzano mezzi propri e che, quindi, coloro che utilizzano il mezzo pubblico per muoversi sono solo l’11%. Un dato che è decisamente sotto alla media europea. Un altro indicatore che emerge dal Rapporto Istat è la presenza di un deciso miglioramento sul fronte della sicurezza, seguendo una tendenza di decrescita, relativa ai furti, avviata già nell’annata 2013/14.
Sul fronte dei servizi, ed in particolare sulla fruizione della rete internet, emerge che l’Italia è a due velocità, con il centro nord che corre celermente verso la quota del 68,65% di individui che la utilizzano ed un sud con il freno a mano tirato che supera appena la percentuale del 55%.
Infine, nel Rapporto Istat si evidenza che nel campo sanitario le Regioni con la più alta mobilità ospedaliera in uscita ci sono Molise, Calabria e Basilicata. Le stesse Regioni detengono, contestualmente, il più alto tasso di insoddisfazione tra i propri abitanti. Ecco in pillole alcune istantanee che sono emerse nella presentazione del Rapporto Istat 2018 che è in allegato.