“Boosting Investment in Social Infrastructure in Europe” è il titolo del paper appena pubblicato e riguardante gli investimenti in Europa nell’infrastruttura sociale. Un lavoro lungo un anno che è stato portato avanti, in primis, dal Presidente Romano Prodi e da Christian Sautter, economista ed ex ministro francesecon il supporto dei principali esperti comunitari della materia. La mission di questo gruppo di lavoro, denominato HLTF (The High-Level Task Force) e voluto dalla Commissione Europea e dall’ELTI, è stato quello di cercare di divulgare in tutti i campi possibili, principalmente in quello politico, sul ruolo cruciale delle infrastrutture sociali, e i servizi che ne derivano, e dell’importanza di queste politiche nel migliorare il contesto sociale europeo. Per fare questo la commissione ha evidenziato la necessità di arricchire gli investimenti pubblici e privati nel settore sociale. Il fine ultimo è puntare al benessere della popolazione europea ed all’innalzamento della qualità della vita dei cittadini europei. Il lavoro della task force presieduta da Romano Prodi e da Christian Sautter ha individuato nella sanità, nell’istruzione e nei prezzi accessibili per ogni cittadino gli elementi fondamentali per il raggiungimento di un deciso miglioramento della qualità della vita comunitaria. Per arricchire la qualità della vita dei cittadini ci vogliono investimenti supplementari che incrementino l’esistente e che si stima, secondo la commissione, in una cifra che si avvicina ai 150 mld di euro l’anno. La task force, infine, avverte la necessità di puntare sull’integrazione del connubio pubblico / privato come elemento fondamentale di crescita. In allegato il paper prodotto dalla commissione.
Il comma 853, dell’articolo 1, della legge 27 dicembre 2017, n. 205 (legge di bilancio 2018) prevede l'assegnazione, per il triennio 2018-2020, a favore dei comuni, che non risultano già beneficiari delle erogazioni connesse al "Bando periferie”, di contributi per investimenti in opere pubbliche di messa in sicurezza degli edifici e del territorio.
I contributi sono quantificati nel limite complessivo di 150 milioni di euro per l’anno 2018, i 300 milioni di euro per l’anno 2019 e di 400 milioni di euro per l’anno 2020.
È stato pubblicato sul sito http://dait.interno.gov.it/finanza-locale/documenti/decreto-29-gennaio-2018 il decreto del Ministero dell’interno che approva il modello di certificazione informatizzato da utilizzare per la richiesta dei contributi per l’anno 2018, che deve essere sottoscritto con firma digitale dal rappresentante legale e dal responsabile finanziario dell’ente. L’allegato A al decreto costituisce esclusivamente rappresentazione grafica del modello informatizzato valido per la richiesta del contributo.
Non saranno prese in considerazione richieste di contributi inviate con modalità diverse da quella informatizzata.
Ciascun comune potrà richiedere il contributo per una o più opere di messa in sicurezza degli edifici o del territorio, per un importo massimo di 5.225.000 euro complessivi.
Sono escluse dalla procedura di assegnazione le richieste:
• riferite ad opere non incluse in uno strumento di programmazione (quale, ad esempio il piano triennale delle opere pubbliche);
• per le quali il CUP indicato non è valido o risulta erroneamente indicato;
• relative ad opere integralmente finanziate da altri soggetti.
Saranno parimenti escluse le richieste avanzate dai comuni che, alla data di presentazione della richiesta, non abbiano inviato alla BDAP l’ultimo rendiconto della gestione approvato, il piano degli indicatori e il piano dei conti, con l’esclusione degli enti del sisma 2016 per i quali sono sospesi i termini per l’invio di tali documenti contabili.
Sul sito http://dait.interno.gov.it/documenti/com290118-2_0.pdf sono altresì disponibili le istruzioni per la compilazione del modello di certificazione.
Il termine perentorio per la richiesta dei contributi è fissato alle ore 24 del 20 febbraio 2018.
L’Istat ha reso pubblici i dati relativi ai contratti collettivi nazionali per l’anno 2017. A fine dicembre i contratti collettivi in vigore interessano 7,6 milioni di dipendenti e corrispondono al 58,7% del totale.
Sempre a fine dicembre i contratti in fase di rinnovo sono 35 e interessano circa 5 milioni di dipendenti.
Per i contratti in fase di rinnovo l’attesa risulta essere, in media, di 71,5 mesi.
A dicembre 2017, rispetto a dicembre 2016, le retribuzioni orarie sono aumentate dello 0,7%, in generale il 2017 ha segnato un aumento dello 0.6 rispetto al precedente anno. Il settore privato segna un aumento dello 0,8% contro lo 0,5% del comparto pubblico. In generale la miglior performance la si trova nelle forze armate che registrano un più 3 %, la peggiore performance (-0,9%), invece, è nel settore dell’acqua ed in quello dei rifiuti.
Le proiezioni per l’anno 2018 ci indicano che vi sarà un incremento generalizzato che si dovrebbe attestare attorno al punto di percentuale.