Ultimo aggiornamento 24.04.2025 - 9:33
Mariangela Parenti

Mariangela Parenti

Relazioni relative all'evento di presentazione del Volume "La regolazione rifiuti urbani - Guida alla predisposizione del PEF secondo MTR-2 ARERA" svoltosi il 28 febbraio 2023 a Milano.

GUARDA LA REGISTRAZIONE

TAG:

Presentato il volume IFEL “La Regolazione sui rifiuti urbani - Guida alla predisposizione del PEF secondo il metodo tariffario rifiuti (MTR-2) ARERA”.

“La gestione dei rifiuti urbani avviene a livello locale e rappresenta uno dei servizi collettivi principali di cui sono responsabili le amministrazioni territoriali. Si tratta, tuttavia, anche di un tema di rilievo sovranazionale. L’Unione Europea regolamenta il tema dei rifiuti da decenni, in stretta connessione alle questioni ambientali e alla dimensione dello sviluppo sostenibile. L’idea alla base delle indicazioni europee e quella del trattamento dei rifiuti come una risorsa da valorizzare e riutilizzare e non qualcosa di cui disfarsi”. Conclude così Alessandro Canelli, Presidente di IFEL e responsabile finanza locale di Anci, l’evento organizzato a Milano in collaborazione di Anci Lombardia di presentazione, alla presenza degli autori, del volume La Regolazione sui rifiuti urbani - Guida alla predisposizione del PEF secondo il metodo tariffario rifiuti (MTR-2) ARERA.

Entro il 2020 di fatto, come previsto dalla direttiva 2008/98/CE, tutti i Paesi membri avrebbero dovuto conseguire il target del 50% per la preparazione al riutilizzo e al riciclaggio dei rifiuti urbani. Nel 2020, l'Italia ha già raggiunto il 51,4%, superando il target stabilito e si posiziona ottava in Europa (il target europeo fissato è il 55% entro il 2025 - > PNRR Target Missione 2-Componente 1, Progetti “faro” di economia circolare).

“Gli impianti di gestione dei rifiuti urbani, operativi nel 2021, sono 657: 349 al Nord, 116 al Centro e 192 al Sud – spiega Canelli - E’ necessario un sforzo maggiore nella creazione di nuovi impianti da parte delle Regioni anche alla luce dell’arrivo di risorse aggiuntive previste dalle misure interessate dal PNRR in tema di transizione ambientale”.

Non solo di impianti ma anche di costi del servizio parla il presidente IFEL ricordando che “gli impianti di trattamento sono l’anello della filiera più esposto ai rincari dell’energia, con una incidenza del 17% dei costi totali nel 2022, che viene riversata in fattura sui costi comunali. La valorizzazione del tasso di inflazione, poi, all’1,7%, a fronte di un tasso di inflazione programmata che nella Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (NADEF) 2022 ha superato per il 2022 il 7% ed è attesa rimanere sopra al 4% anche nel 2023 mette a rischio la continuità delle attività di gestione e trattamento dei rifiuti”.

La soluzione? Un intervento dell’Autorità con cui adeguare l’indice di inflazione programmata. “Ciò consentirebbe di adeguare i costi “efficienti” - ha concluso Canelli - dell’anno a-2 a quelli effettivi del 2023, generando incrementi allineati agli effettivi oneri che i Gestori sosterranno nell’anno appena iniziato e naturalmente ricercando strumenti di contenimento basate sull’efficienza”.

“Oggi l’attualità ci racconta la bocciatura degli impianti minimi del Tar Lombardia, che riguarda gli impianti pugliesi ma che in realtà mette in discussione tutta la parte della delibera Arera che prevede la definizione da parte delle Regioni degli “impianti minimi”, impianti che sono soggetti a regolamentazione tariffaria a prescindere dalla natura del gestore”. Questo il commento di Andrea Ferri, Vice Direttore di IFEL e responsabile finanza locale dell’Anci durante la presentazione del volume della fondazione.

“Questo crea un notevole problema – ha spiegato Ferri - in un pezzo di regolazione importantissimo che è appunto quello degli impianti, che noi abbiamo sempre indicato come uno degli elementi più rilevanti per costruire una regolazione efficace. Il lavoro che IFEL svolge in questa complessa materia è in primo luogo istituzionale di analisi e miglioramento della qualità della regolamentazione anche a presidio dell’autonomia dei comuni. Inoltre IFEL è impegnata in un insieme di attività di assistenza ai comuni, sono diverse decine di migliaia i contatti e gli utenti che utilizzano il sito dedicato creato il cui accesso è dal portale istituzionale della fondazione. Difatti, la formazione on line sui temi Arera del triennio 2020-2022 ha riguardato 36 webinar, con circa 19 mila partecipanti complessivi per un totale di 3.296 comuni raggiunti”.

Il volume "La Regolazione rifiuti urbani - Guida alla predisposizione del PEF secondo MTR-2 ARERA" è disponibile in pdf qui. 
Le slide presentate dai relatori dell'evento e la video registrazione della mattinata sono consultabili a questo link

La Guida illustra in modo organico le disposizioni emanate dall’ARERA nel corso del 2022, con particolare riferimento alla delibera ARERA n.363/2021, e rappresenta l’evoluzione del primo volume IFEL dedicato al Metodo tariffario rifiuti (MTR) avviato dal 2019.

In particolare, il nuovo metodo MTR-2, che nel Volume viene dettagliatamente analizzato, segna il passaggio da un PEF annuale ad uno quadriennale, (2022-2025), e introduce diverse novità e integrazioni al primo MTR;  si prevede l’introduzione della regolazione delle tariffe di accesso agli impianti di trattamento, recupero e smaltimento dei rifiuti urbani, allo scopo di premiare la strada della valorizzazione del rifiuto, e l’introduzione del concetto di “perequazione ambientale ”sulla base della gerarchia dei rifiuti, oltre ad altre importanti novità che a partire dal 2022 faranno parte integrante dei Piani economico finanziari degli enti.

L’obiettivo è quello di restituire agli operatori una chiave di lettura agile in un testo unico e integrato, a partire dalle note di approfondimento predisposte da IFEL sin dall’avvio della nuova regolazione. 

TAG:

Si svolgerà a L’Aquila, il primo marzo prossimo, presso la sede del Gran Sasso Science Institute (GSSI) dalle ore 10:00 – 13:00, la presentazione del V Rapporto sui Comuni 2022, che dedica tutta la sua corposa terza parte alle questioni aperte che riguardano le aree interne del Paese. L’evento è co-organizzato dalla Fondazione IFEL e dall’Università Ca’ Foscari di Venezia, che ha curato il Rapporto per conto di IFEL.

IL TEMA
La riflessione sulle aree interne è importante in un momento in cui entra nel vivo la fase di “messa a terra” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), uno dei più importanti programmi di investimenti promosso dall’Europa nel secondo dopoguerra.

Non solo. E’ in fase di avvio anche la stagione del nuovo ciclo di programmazione della politica di coesione (2021-2027), mentre importanti risorse sono ancora da spendere a valere sul ciclo che si chiude a dicembre 2023. Secondo stime IFEL, sono circa 73 i miliardi di euro a disposizione dei Comuni fino al 2029 per intervenire su tutte le materia di competenza dei governi locali: dalla scuola (compresi asili nido) alla mobilità (urbana ed extra urbana), dall’energia (efficientamento ed energie alternative) all’economia circolare (rifiuti), dalla digitalizzazione (potenziamento della rete internet) alla valorizzazione culturale.

Le “aree interne” sono i territori più distanti dai luoghi dove sono erogati i principali servizi di cittadinanza legati alla salute (ospedali), all’istruzione (scuola), alla mobilità (trasporti e internet). Si tratta di circa 13 milioni di cittadini che vivono in 3.834 comuni (dato 2021), il 48,5% del totale, su un territorio che copre i 3\4 della superficie nazionale. Una fetta importante di Italia che non è stata solo marginalizzata dalle politiche degli ultimi 40 anni, il cui tasso di spopolamento è triplo rispetto alla media nazionale, ma che detiene anche una disponibilità elevata di importanti risorse ambientali (idriche, sistemi agricoli, foreste, paesaggi naturali e umani) e risorse culturali (beni archeologici, insediamenti storici, abbazie, piccoli musei, centri di mestiere) utili per l’intero Paese.

Nel corso dell’evento saranno illustrate le politiche indirizzate alle aree interne, a partire dalla strategia nazionale (SNAI), ma anche definite nell’ambito del PNRR e nelle altre linee di investimento dell’UE e dello Stato.

La tavola rotonda finale proverà ad anticipare gli scenari futuri, ragionando su come le aree interne usciranno dopo questa stagione di investimenti, con quali prospettive, quali problemi ancora irrisolti, quante speranze di aver invertito il trend di spopolamento che le riguarda.

PER PARTECIPARE
L’evento verrà trasmesso anche in diretta streaming a questo link. Consulta il programma qui. 

 

In risposta alle difficoltà e alle perturbazioni del mercato energetico mondiale causate dall'invasione russa dell'Ucraina, la Commissione europea ha presentato il piano REPowerEU.

Il Repower UE si basa su quattro pilastri fondamentali al fine di riuscire a contrastare la crisi energetica, ovvero:

  • il risparmio di energia;
  • la diversificazione dell’approvvigionamento;
  • la sostituzione dei combustibili fossili con le fonti rinnovabili;
  • la combinazione di investimenti e riforme in modo strategico e mirato.

Per riuscire a raggiungere i 4 punti focus del REPowerEU, si è stimato un investimento di circa 300 miliardi di euro da attuare nei prossimi 5 anni.

La gran parte delle risorse derivano dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che attribuisce al Repower EU 225 miliardi di euro mediante dei prestiti e 20 miliardi tramite le sovvenzioni.

Gli Stati Membri dell’Unione Europea sono autorizzati a inserire un capitolo dedicato al Repower EU nei loro PNRR, così da indirizzare gli investimenti in tale direzione e attuare le riforme necessarie.

Tra le altre fonti di finanziamento di REPowerEU figurano:

  • i finanziamenti della Politica di coesione (fondi SIE) che nel settennato 2021-27 ha programmato la transizione verde e la decarbonizzazione, disponendo di 100 miliardi di euro per finanziare le energie sostenibili e rinnovabili;
  • il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) che stima circa 8 miliardi; il meccanismo per collegare l'Europa;
  • il Fondo per l'innovazione; i finanziamenti nazionali e dell'UE a sostegno degli obiettivi REPowerEU; misure fiscali nazionali; investimenti privati e quelli della Banca europea per gli investimenti.

Il 13 e 14 febbraio scorso i deputati europei, hanno discusso e votato in via definitiva un accordo raggiunto con il Consiglio lo scorso dicembre, secondo cui i Paesi UE che chiederanno di ricevere fondi supplementari attraverso un piano di ripresa e resilienza (PNRR) modificato, saranno obbligati a includere misure per il risparmio energetico, la produzione di energia pulita e la diversificazione dell’approvvigionamento energetico, come previsto dal REPowerEU.

Durante i negoziati, i deputati hanno ottenuto che le nuove misure sostengano le famiglie vulnerabili, le PMI e le microimprese. Inoltre, hanno convinto i Paesi UE a destinare almeno il 30% della loro spesa nell'ambito di REPowerEU a progetti che si focalizzano sulle carenze esistenti nella trasmissione, distribuzione e stoccaggio dell'energia, e sull’aumento degli scambi transfrontalieri.

In Italia il Governo per rispondere alle richieste della Commissione e per gestire meglio il PNRR e la sua programmazione a quella dei fondi di coesione efficientandone l’utilizzo e la spesa, ha deciso di riallineare la programmazione di coesione, il PNRR, e il Repower EU.

Tutta la nuova strategia sarà pronta entro il 30 aprile, quando andranno consegnati a Bruxelles i piani Repower EU e la revisione del PNRR.

 

Documenti e Pubblicazioni

Ricerca Titolo

Cerca Tutto

Categoria

Area tematica

Tipo di Documento

Anno

Focus

Progetti

Podcast - Gazzetta IFEL


Webinar
e-Learning

In presenza

Seminari