Ultimo aggiornamento 28.04.2025 - 14:51

Il decreto che sblocca 40 miliardi di debiti della Pubblica amministrazione verso le imprese, tra quest'anno e il prossimo, arriva oggi alla Camera per un secondo e veloce passaggio (entro venerdì sarà legge), dopo essere stato licenziato ieri dal Senato con alcune novità (e il voto di tuttii gruppi, compresii Cinque Stelle). La più importante è l'impegno non vincolo, però - dello Stato a liberare anche la parte restante dei debiti (in totale, calcola la Banca d'Italia, si tratta di 91 miliardi) entro la fine del 2014, fornendo una speciale garanzia che metta in moto banche, Cassa depositi e prestiti, forse anche Bei, per l'erogazione dei denari a enti locali e imprese. Nel frattempo, sul tavolo del governo piovono dati sempre più sconfortanti in tema di lavoro. La Cgil calcola in 3 milioni e 316 mila i precari italiani, per lo più dipendenti pubblici, il 15% laureati, il 35% al Sud, 836 euro netti di guadagno medio mensile.

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Il «dirottamento» dei 400 milioni che prima erano destinati ai pagamenti delle imprese e ora si trasformano in rimborsi ai Comuni rimane nella legge di conversione del decreto sblocca-debiti senza ripensamenti dell'ultima ora. Secondo il Governo la novità «non determina ricadute sulle finalità originarie di finanziamento». Nella relazione tecnica si legge che «dalle richieste di anticipazioni avanzate dagli enti locali è verosimile ritenere che per i Comuni si registrerà una più che adeguata liquidità per il pagamento dei debiti», senza bisogno della tranche aggiuntiva da 400 milioni (200 per quest'anno e altrettanti per il prossimo) che rischierebbe anzi «di rimanere inutilizzata».

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Il governo dà una sforbiciata alle imprese: 400 milioni in meno nel decreto sul pagamento dei debiti della pubblica amministrazione e Confindustria non gradisce. «Abbiamo dato fiducia al governo Letta, speriamo di aver fatto bene, anche se tutti i giorni vediamo che si perde tempo in inutili polemiche». Così il presidente degli industriali Giorgio Squinzi ieri mattina si è espresso davanti all'assemblea generale di Assocalzaturifici, mettendo una zona d'ombra nei rapporti finora ottimi con l'esecutivo.

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Nel suo ultimo passaggio utile in Senato la legge di conversione al decreto dei debiti sulla Pa imbarca una serie di risposte cruciali agli interrogativi che angosciano i Comuni, e che vengono tradotti in tre emendamenti firmati ieri pomeriggio dai relatori Giorgio Santini (Pd) e Antonio D'Alì (Pdl). Per pagare queste misure, però, si pescano 400 milioni dai fondi con cui la Cassa depositi e prestiti avrebbe dovuto distribuire la seconda tranche di anticipazioni di liquidità per il pagamento dei debiti alle imprese: si tratta del 10% dei 4 miliardi totali messi sul piatto all'inizio per le anticipazioni Cdp, in un programma in due tranche che vede ora sparire la seconda.

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Proroga del mandato a Equitalia, omnicomprensiva di tutto il pacchetto di servizi offerti dall'ente di riscossione. Presentazione del bilancio dei comuni al 30 settembre. Esenzione per i comuni, dal pagamento dell'Imposta municipale unica sugli immobili strumentali. Restituiti 600 milioni di euro ai comuni nel biennio 2013-2014, corrispondenti alle somme pagate per l'Imu sugli immobili di proprietà degli stessi comuni negli anni 2012-2013.

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