Novità dunque per il decreto sblocca-debiti. Soddisfatti i Comuni per la proroga ad Equitalia nella riscossione dei tributi locali fino alla fine dell'anno (scadeva a fine giugno) e il rinvio al 30 settembre dell'approvazione dei bilanci preventivi (dopo la riforma Imu), oltre alla possibilità allungata per un altro biennio (2014 e 2015) di usare gli oneri di urbanizzazione legati all'edilizia (e di solito vincolati a investimenti) anche per la spesa corrente.
Una boccata d'ossigeno non indifferente per gli asfittici bilanci comunali. A cui si aggiunge l'altra importante notizia: i 600 milioni di rimborso sull'Imu conteggiata fin qui anche sugli edifici comunali, un'assurdità (il Comune pagava lo Stato, a cui va tutta l'imposta sui fabbricati, perdendo dunque risorse preziose). Decisamente contrariate le imprese, perché 400 di quei 600 milioni vengono stornati dal fondo già sforbiciato alla Camera (26 miliardi nel biennio), ideato proprio per le anticipazioni di liquidità della Cassa depositi e prestiti agli enti locali per pagare le aziende in credito con lo Stato. Anche se si tratta di un 10% inutilizzato della prima tranche da 4 miliardi che sarà "restituito" poi il prossimo anno. D'altro canto, non c'è tempo per ulteriori ritocchi. Il decreto scade venerdì 7 giugno ed entro quella data sarà legge.
«Cauto apprezzamento» per il testo, riferisce il presidente dell'Anci Cattaneo (Comuni), rilevando però che «resta aperta la questione dei 500 milioni dell'Imu 2012» (i 600 milioni coprono 2013 e 2014) e che i «tagli da 2,25 miliardi previsti dalla spending review per quest'anno sono comunque insostenibili, anche perché ancora lineari». Il voto di Palazzo Madama di ieri è stato piuttosto compatto: 247 sì, 7 astenuti, nessun contrario. La copertura del decreto verrà per il 2013 (550 milioni) dall'Iva extra generata dalle stesse fatture, mentre nel 2014 da tagli lineari ai ministeri, con l'eccezione di scuola, università, cultura. Anche i professionisti, oltre alle imprese, potranno chiedere di essere pagati dallo Stato.