Questo il contenuto degli emendamenti al testo del decreto pagamenti (35/2013), presentati ieri dai relatori Giorgio Santini e Antonio D'Alì, durante la discussione in aula al senato. Atteso quindi per oggi il via libera da palazzo Madama. Il provvedimento, che dovrà essere convertito in legge entro venerdì 7 giugno, dovrà infatti essere nuovamente approvato da Montecitorio. Un pit stop per il decreto pagamenti. Nel giorno previsto per il via libera da parte del senato, i relatori, di concerto con il governo, hanno in realtà presentato tre emendamenti volti tutti a impattare sul bilancio degli enti locali. Proprio sui termini per la presentazione del bilancio si basa infatti una delle proposte di modifica. A oggi, infatti, i comuni sono ancora tenuti alla presentazione del bilancio entro il 30 giugno. Tale data però, a causa delle incertezze relative a Imu e Tares, si è rivelata essere problematica per molti enti locali. Proprio per arginare delle difficoltà di questo tipo, una delle proposte avanzate dai relatori è stata quella di far slittare i termini per la presentazione del bilancio, dal 30 giugno al 30 settembre. Vengono anche spostate in avanti le scadenze delle delibere delle amministrazioni su aliquote, detrazioni e regolamento Imu. A inserirsi, poi, nel quadro del bilancio dei comuni, anche la questione attinente la proroga a Equitalia. L'emendamento presentato, infatti, è volto a fare in modo che le competenze attribuite a Equitalia, per tutti i sei mesi di proroga concessi, riguardino a tutto campo il settore della riscossione e non siano limitate alla sola Tares.
Fermo restando però che, per quei comuni che si sono organizzati in modo autonomo per la gestione del servizio di riscossione, non è prevista l'applicazione di nessun tipo di vincolo. La proroga infatti, resta facoltativa. A chiarire a ItaliaOggi il perché di un emendamento di questo tipo, il relatore Santini, secondo cui «così come era stato formulato la scorsa settimana, l'emendamento sulla proroga a Equitalia, poteva essere frainteso nel senso di una proroga limitata solo alla riscossione della Tares, mentre invece la proroga del mandato all'ente è da intendersi in senso ampio». Gli immobili strumentali. I comuni saranno esentati dal pagamento dell'Imu sugli immobili di categoria D: capannoni e strutture produttive (si veda ItaliaOggi del 31 maggio). «Questa», spiega ancora Santini, «è una misura di buon senso, volta a evitare che gli enti locali siano in realtà costretti ad autopagarsi l'imposta». Se la previsione non dovesse trovare approvazione, i comuni sarebbero infatti costretti a pagare a loro stessi un'imposta, con il risultato di far rientrare dalla finestra quello che si era fatto uscire dalla porta. A prendere posizione sulla questione Imu, anche l'Anci, durante le audizioni che si sono svolte ieri presso le Commissioni riunite di finanza e lavoro alla Camera. «È necessario che sia chiusa la vicenda sul gettito Imu 2012», ha spiegato il presidente dell'Anci, Alessandro Cattaneo, «perché le perdite annue per i comuni ammontano a circa 304 mln di euro per effetto del computo degli immobili di proprietà comunale nel gettito Imu dei comuni stessi». Altri due emendamenti presentati dai relatori e concertati con Affari regionali e Mef semplificano infine i parametri per il riparto del Fondo di solidarietà comunale per il 2013 per accelerarne le procedure di erogazione e fissano criteri più equi per la ripartizione tra i comuni della riduzione del Fondo sperimentale di riequilibrio già prevista dal dl 95/2012.