Ultimo aggiornamento 28.04.2025 - 14:51

ANCI, UPI ed ABI hanno stipulato un Accordo quadro contenente le linee guida in base alle quali le banche potranno procedere alla sospensione della quota capitale delle rate in scadenza nel 2023 dei mutui erogati in favore degli enti locali. L’iniziativa, unitamente alla operazione di rinegoziazione dei mutui approvata da Cdp lo scorso aprile, va quindi a completare il set di misure su cui ANCI ha lavorato in queste settimane al fine di ridurre gli oneri da rimborso prestiti per fare fronte alla carenza di liquidità in un contesto caratterizzato da un generale e persistente incremento dei prezzi, in particolare quelli energetici e delle materie prime.

L’Accordo prevede la possibilità di sospendere il pagamento della quota capitale delle rate dei mutui in essere (solo i contratti stipulati nella forma tecnica del mutuo) in scadenza nel periodo intercorrente tra il 27 luglio 2023 - data di stipula dell’Accordo - e il 31 dicembre 2023, con estensione di sei mesi della durata del piano di ammortamento originario. La durata complessiva non potrà comunque risultare superiore a 30 anni.

Non vengono modificate le condizioni economiche contrattualmente previste: il tasso di interesse al quale viene realizzata l’operazione di sospensione è quello originariamente previsto nel contratto. Gli interessi maturati nel periodo di sospensione dovranno essere corrisposti alla banca alle scadenze contrattualmente previste.

È previsto un meccanismo di adesione volontaria da parte delle banche che possono offrire condizioni migliorative rispetto a quelle previste dall’Accordo, nonché modalità e soluzioni operative con effetti equivalenti. Non è previsto il pagamento di commissioni, al netto degli oneri relativi agli atti connessi all’operazione di sospensione.

Tra le cause di esclusione vanno ricordate l’eventuale attivazione nei confronti dell’ente della procedura di scioglimento conseguente a fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso, la presenza di morosità pregresse o di rate scadute e non pagate da oltre 90 giorni al momento di presentazione della domanda, la condizione di dissesto finanziario qualora, al momento della presentazione della domanda, non sia stata approvata l’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato di cui all’art. 261 del TUEL. Lo stato di riequilibrio finanziario pluriennale (predissesto) non è condizione di esclusione.

Gli enti hanno tempo fino al 30 settembre 2023 per presentare la domanda di sospensione utilizzando gli appositi moduli messi a disposizione dalle banche. Queste si impegnano a fornire una risposta entro i 30 giorni successivi. L’ABI pubblica sul proprio sito web l’elenco aggiornato delle banche aderenti (www.abi.it).

Si ritiene opportuno ricordare che con il dl “Milleproroghe” (art. 3-ter, co. 3, dl 198/2022), al fine di assicurare la più ampia efficacia di operazioni di rinegoziazione/sospensione dei mutui bancari, sono state recepite le proposte formulate dall’Anci che consentono di derogare ai limiti all’indebitamento di cui all’art. 204 TUEL e ai requisiti di convenienza finanziaria dell’operazione previsti dall’art. 41, commi 2 e 2-bis della L. 448/2001, nonché di evitare il rilascio di nuove garanzie, estendendo in via automatica quelle attualmente prestate al fine di assicurare la copertura al prolungamento del periodo di ammortamento.

Anche per i mutui bancari vale quanto disposto dall’articolo 7, comma 2 del dl n. 78/2015, da ultimo modificato sempre con il dl “Milleproroghe” (art. 3-ter, co. 1) che consente di utilizzare i risparmi di linea capitale, fino al 2025, senza alcun vincolo di destinazione, quindi anche per spesa corrente. Si ritiene che l’utilizzo di tali risparmi non debba considerarsi in alcun modo vincolato alle maggiori spese energetiche, sebbene queste costituiscano il quadro di riferimento all’interno del quale è stata introdotta la norma di favore.

In considerazione dell'ulteriore proroga dei termini di approvazione del bilancio di previsione al 15 settembre 2023, si ricorda, infine, che per quest'anno agli enti locali è consentito di rinegoziare o sospendere la quota capitale di mutui e altre forme di prestito mediante delibera di giunta, anche in esercizio provvisorio, fermo restando l’obbligo di provvedere successivamente alle relative iscrizioni nel bilancio di previsione (art. 3-ter, co. 2, dl 198/2022).

Pubblicato in: Ifel Informa

Via libera dalla Conferenza Stato Città al rinvio al 15 settembre, per Comuni ed enti locali, del termine di approvazione dei bilanci di previsione 2023-2025.

La nuova scadenza, inizialmente fissata al 31 luglio, arriva in seguito a una richiesta congiunta di Anci e Upi, resa necessaria per i ritardi degli insediamenti dei nuovi Consigli comunali, in seguito alle recenti elezioni, e gli straordinari eventi atmosferici che hanno colpito molti territori del Paese.

Pubblicato in: Ifel Informa
A partire dal 1 luglio 2023 ha acquistato efficacia il nuovo codice dei contratti D.Lgs. n. 36/2023, entrato in vigore…
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Nota tecnica riepilogativa sulla legge di Bilancio 2024, allegata alla lettera che il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio…
Pubblicato in: Pubblicazioni e documenti

Avviare un confronto per poter approfondire le proposte normative dell’Anci da inserire nella legge di bilancio “per portare a compimento un percorso di efficienza e soprattutto di rafforzamento utile a dare le risposte ai bisogni crescenti dei nostri cittadini”. E’ questa la richiesta che il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, ha fatto pervenire al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, al titolare del ministero dell’Interno Matteo Piantedosi e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e al Ragioniere dello Stato Biagio Mazzotta.

Allegata alla richiesta di incontro, l’Anci ha inviato una nota riepilogativa sulle principali questioni di interesse per Comuni e Città metropolitane su cui si chiede al governo di “prestare la dovuta attenzione, in una prospettiva di analisi e soluzioni di medio periodo”.

“Come è a tutti noto – si legge nella lettera – il comparto dei Comuni è, fra i livelli di governo, il settore che ha contribuito maggiormente negli anni alle politiche di contenimento della spesa, che ha ridotto il proprio personale in un contesto di funzioni crescenti e che ha diligentemente attuato la normativa sul federalismo fiscale”.
“Tutto questo – nota il presidente dell’Anci – ha determinato effetti non sempre positivi per i Comuni”, che i sindaci ritengono debbano essere “corretti urgentemente, come ad esempio la perequazione orizzontale o il crescente numero di Comuni in crisi finanziaria”. E poi “le forti pressioni sui servizi sociali comunali rendono necessarie scelte urgenti sulle politiche abitative e sulla razionalizzazione dei finanziamenti per il welfare”.

Infine, “il forte impegno sugli investimenti che caratterizza questa fase anche in attuazione del PNRR rende ancor più necessario un quadro di certezze e serenità sul versante delle risorse correnti fortemente erose dall’inflazione”.

Pubblicato in: Ifel Informa

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