Ultimo aggiornamento 28.04.2025 - 14:51

Presentato il primo “Rapporto sullo stato delle politiche per il paesaggio” fortemente voluto dal MiBACT e sviluppato, nelle 500 pagine che lo compongono, sui dati dell’ISTAT e dell’ISPRA.
il rapporto esprime con chiarezza i principali fenomeni e fattori che hanno inciso sulla qualità del paesaggio e sulle sue trasformazioni. Trasformazioni del territorio, come l’urbanizzazione diffusa, il consumo e spreco di suolo e i cambiamenti dei paesaggi rurali. Un’opera importante visto che l’Italia è il primo Paese che tutela il paesaggio nella Costituzione e che vuole essere, come ricordato dal Ministro Franceschini, un paese dove “bisogna smettere di sprecare il suolo, che è necessario tutelare ancora di più le nostre coste e che lo Stato e le Regioni insieme devono difendere la bellezza del nostro paesaggio, che è un valore assoluto, non solo culturale ma anche economico, perché la bellezza italiana ha un grande valore nel Mondo”.

Questi, in sintesi, alcuni primi numeri emersi dal rapporto, il consumo di suolo in Italia rallenta ma continua a crescere, 50 chilometri quadrati di nuove coperture artificiali tra novembre 2015 e maggio 2016, in media poco meno di 30 ettari al giorno, più di 3 metri quadrati al secondo. Ad essere assediate sono anche le aree vincolate e le coste, dove trent'anni dopo la Legge Galasso la densità media di edifici ha raggiunto i 512 per Kmq (+28%). Mentre nelle soprintendenze la carenza di personale fa sì che ogni funzionario debba occuparsi in media di 457 provvedimenti all’anno.  

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Slide relative al webinar del 26 ottobre 2017 - SIOPE+: il servizio OPI gratuito - Relatore: Gianpiero Zaffi Borgetti - Ivana Rasi -…
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Registrazione video relativa al webinar del 26 ottobre 2017 - SIOPE+: il servizio OPI gratuito - Relatore: Gianpiero Zaffi Borgetti - Ivana Rasi -…
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V, 27 Ottobre 2017 12:10

Giovani e lavoro secondo Istat

Si parla tanto della crisi economica e dell’impatto che essa produce nella nostra società, soprattutto nei giovani e negli anziani e del futuro che questi potranno avere. A tal proposito, Istat ha appena pubblicato un approfondimento tematico sulla forza lavoro dei giovani. Ne dettaglio l’approfondimento dell’istituto di statistica guidato dal Prof Alleva si sofferma sui processi formativi dei giovani tra i 15 e i 34 anni e del loro inserimento nel difficile mercato lavorativo.
I dati ci dicono che la categoria analizzata è composta da 12 milioni 681 mila giovani e che rappresentano il 21% della popolazione residente in Italia. Il dato più immediato ci dice che il 40% dei diplomati e il 60% dei laureati hanno avuto, almeno, un’esperienza di lavoro durante l’ultimo corso di studio. Queste esperienze lavorative sono state conseguite all’interno del proprio percorso scolastico. Nello specifico, il 25,8% dei diplomati e il 36,1% dei laureati hanno effettuato stage, tirocini o apprendistati all’interno del programma di istruzione.
Una volta ottenuto il titolo di studio, solo il 14,2% dei giovani in questione si iscrivono ad un corso successivo di perfezionamento che poi si interrompe.
Nella ricerca del posto di lavoro, solo poco più del 10% dei giovani (11,9%) ha ottenuto aiuto dalle istituzioni pubbliche nel collocarsi.
Nelle analisi di Istat emerge che solo 4 su 10 dei giovani sarebbero disposti ad un cambio di città per trovare un lavoro; e di questi la maggior parte provengono da nuclei famigliari culturalmente più alti. Altra interessante informazione e che tra coloro che trovano lavoro 4 giovani su 10 lo fanno utilizzando i canali delle amicizie e delle parentele. Ed ancora, più alto è il livello di istruzione e più facile che costoro riescano a trovare lavoro.
Infine i giovani (nello specifico il 41% dei diplomati e il 31,4% dei laureati) sostengono che per lavorare sarebbe sufficiente un livello d’istruzione più basso. Queste alcune pillole dell’approfondimento Istat

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La legge di bilancio 2017 ha previsto che le amministrazioni pubbliche, e quindi anche i Comuni, siano tenute a ordinare incassi e pagamenti al proprio tesoriere o cassiere utilizzando esclusivamente ordinativi informatici trasmessi attraverso l’infrastruttura SIOPE+, sviluppata e gestita dalla Banca d’Italia. L’integrazione di tali dati con quelli in possesso dalla Piattaforma dei Crediti Commerciali (PCC) permetterà di monitorare i tempi di pagamento delle fatture e, in prospettiva, di seguire l’intero ciclo delle entrate e delle spese.

L’incontro, che avrà luogo lunedì 30 ottobre 2017 a Salerno presso la CCIAA Salerno in Via Roma n. 29, è volto ad illustrare gli aspetti innovativi del progetto che, in coerenza con lo spirito dell’agenda digitale, realizza un nuovo modello operativo per il sistema dei pagamenti pubblici, con rilevanti impatti sul modus operandi delle amministrazioni.

In programma, oltre agli interventi di Ragioneria dello Stato, Banca d’Italia, Agenzia per l’Italia Digitale, il contributo di ANCI/IFEL e degli enti sperimentatori.

 

 

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