Con la Circolare n. 1289, la Cassa depositi e prestiti ha avviato la seconda tornata di rinegoziazione dei mutui 2017. Potranno essere rinegoziati i prestiti attualmente in ammortamento che non siano già stati rinegoziati nel primo semestre 2017. Il periodo per la prenotazione va dal 17 ottobre al 3 novembre 2017. La domanda di adesione deve essere trasmesse alla CDP entro il 10 novembre 2017. Entro il termine del 14 novembre 2017, infine, dovranno essere inviate le delegazioni di pagamento complete delle relate di notifica al tesoriere.
Una novità importante riguarda l’accesso alla rinegoziazione da parte degli enti in dissesto, purché abbiano approvato l’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato. Le modalità e i termini per l’adesione sono contenute nella Circolare n. 1289 "Rinegoziazione per il secondo semestre 2017 dei prestiti concessi ai comuni dalla Cassa depositi e prestiti”.
Cassa depositi e prestiti ha in programma inoltre una serie di incontri sul territorio per dare ampia informazione e illustrare direttamente ai rappresentanti degli enti coinvolti le nuove misure adottate.
Eurostat ha appena pubblicato i dati relativi al rendimento dell’economia nella Ue nel 2016; l’industria è ancora al top per rendimento generato nonostante abbia perso il 3,5% rispetto al precedente rilevamento, datato 1996. L’industria è, infatti, al primo posto con il 19,4% del totale del valore lordo aggiunto, il GVA (Gross Value Adde). Al secondo posto, con il 19%, il commercio all’ingrosso e al dettaglio, i trasporti e i servizi di ristorazione e alberghieri. La terza piazza, con il 18,8 è occupata dalle attività delle pubbliche amministrazioni (sanità, istruzione, difesa etc..).
In questa particolare classifica la quarta posizione è appannaggio del settore immobiliare (11,4%), la quinta da quello scientifico (11%), la sesta dal settore delle costruzioni che supera appena il 5% del GVA. I restanti settori, quelli dell’agricoltura, della comunicazione, dell’assicurazione e delle arti, non superano la percentuale del 5%.
Da segnalare che in Francia, Olanda e Belgio il valore più alto del GVA è rappresentato dalle attività generato dalle pubbliche amministrazioni.
Il link alla pagina Eurostat
La commissione Europea ha appena pubblicato il rapporto “Taxation Trends in the European Union”, per l’anno 2017, che si riferisce alla pressione fiscale ne paesi membri nel periodfo 2005/2015.
Secondo la Ue l’Italia è al secondo posto relativamente all’aumento della pressione fiscale rispetto al Pil, con un dato del si attesta al +3,2 %, contro una media europea che è al 1%.
Al primo posto vi à la Grecia con un + 4,5% derivante dalle politiche di salvataggio imposte dalla Commissione Europea. Il Portogallo assieme all’Estonia occupa, invece, la terza posizione in questa particolare classifica con un 2,8%. I paesi forti, come Francia e Germania, hanno segnato rispettivamente il 2,2% e il 2,3%.Altresì nella classifica di coloro che hanno ridotto la pressione vi è l’Irlanda con un segno meno nel decennio che si attesta al 6,3%, seguita dalla Svezia, (-3,2%) , dalla Lituania (-2,9%) e dalla Spagna(0.9%). La lettera di questa particolare classifica deve essere fatta in funzione del fatto che la più alta pressione fiscale non vuol significare che siamo di fronte a delle tasse più alte perché ha dei differenti livelli. Se prendiamo in considerazione la Grecia, ad esempio, nel solo 2015 la tassazione è stata pari al 25,7% del pil, pari a 45 miliardi di euro in valori assoluti; contro il 30,2% dell’Italia a quasi 496 miliardi di entrate fiscali totali.