La commissione Europea ha appena pubblicato il rapporto “Taxation Trends in the European Union”, per l’anno 2017, che si riferisce alla pressione fiscale ne paesi membri nel periodfo 2005/2015.
Secondo la Ue l’Italia è al secondo posto relativamente all’aumento della pressione fiscale rispetto al Pil, con un dato del si attesta al +3,2 %, contro una media europea che è al 1%.
Al primo posto vi à la Grecia con un + 4,5% derivante dalle politiche di salvataggio imposte dalla Commissione Europea. Il Portogallo assieme all’Estonia occupa, invece, la terza posizione in questa particolare classifica con un 2,8%. I paesi forti, come Francia e Germania, hanno segnato rispettivamente il 2,2% e il 2,3%.Altresì nella classifica di coloro che hanno ridotto la pressione vi è l’Irlanda con un segno meno nel decennio che si attesta al 6,3%, seguita dalla Svezia, (-3,2%) , dalla Lituania (-2,9%) e dalla Spagna(0.9%). La lettera di questa particolare classifica deve essere fatta in funzione del fatto che la più alta pressione fiscale non vuol significare che siamo di fronte a delle tasse più alte perché ha dei differenti livelli. Se prendiamo in considerazione la Grecia, ad esempio, nel solo 2015 la tassazione è stata pari al 25,7% del pil, pari a 45 miliardi di euro in valori assoluti; contro il 30,2% dell’Italia a quasi 496 miliardi di entrate fiscali totali.