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La Conferenza Stato-Città di ieri ha approvato la revisione dei fabbisogni standard per il 2017 e proseguito l'esame sull'aggiornamento delle capacità fiscali. Sono stati inoltre approvati i decreti sul contributo a sostegno delle penali per estinzione mutui sostenute dai Comuni e sul contributo per condanne per danni dovuti a calamità o cedimenti strutturali. 

Riportiamo di seguito il comunicato dell'ANCI che riassume gli argomenti trattati e segnala l'urgenza di procedere all'assegnazione di circa 127 milioni di euro ai Comuni per riparti già decisi in precedenti sedute della Conferenza:

 

Malgrado le intese e gli accordi espressi dall’Anci in diverse sedute della Conferenza Stato-Città sull’approvazione di alcuni decreti sblocca-risorse, non risultano ancora emanati i provvedimenti necessari a consentire pagamenti ai Comuni per circa 127 milioni di euro.  In più di un’occasione l’Anci ne ha sollecitato l’erogazione ai ministeri dell’Economia e dell’Interno, anche considerando che gli accordi su alcuni provvedimenti risalgono a ben tre mesi fa.

Mancano infatti ancora all’appello: 20 milioni di euro, accantonati sul Fsc 2015, per le rettifiche puntuali a favore di Comuni con anomalie nelle stime Imu/Tasi; 31 milioni di euro per la seconda tranche del ristoro della Tasi abitazione principale; 26 milioni di euro per l’integrazione di risorse volte a rafforzare il correttivo statistico già utilizzato per il riparto della quota perequativa del Fondo di solidarietà comunale 2016; 50 milioni di euro per l’erogazione di un acconto sulla perdita di gettito annuale riscontrata a seguito della detassazione dei macchinari cd. “imbullonati” dei fabbricati del gruppo catastale “D”.
L’Anci ribadisce l’urgenza della pubblicazione dei decreti mancanti e della conseguente erogazione di risorse, considerato che le trattenute sul gettito dell’Imu dei Comuni sono sempre puntuali, mentre le somme che devono essere corrisposte spesso subiscono dei ritardi incomprensibili.
Intanto durante la riunione di Conferenza Stato-Città, l’Associazione, rappresentata dal vicepresidente e sindaco di Pesaro Matteo Ricci, ha espresso le proprie valutazioni e parere su altri temi caldi di interesse per i Comuni ovvero le metodologie di calcolo dei fabbisogni standard, la rideterminazione delle capacità fiscali dei Comuni Fondo dedicato all’estinzione dei mutui e le risorse messe in campo per aiutare i Comuni condannati a risarcimenti a seguito di calamità naturali o cedimenti strutturali.
Sullo schema di Dpcm e relativa nota metodologica per il calcolo dei fabbisogni standard l’Anci ha confermato il suo parere favorevole, rimarcando “alcune criticità che auspichiamo – ha detto Ricci –  vengano risolte con il riparto del Fondo di solidarietà 2017”.
“Il Dpcm – ha detto il vicepresidente Anci – è frutto di un lungo lavoro di innovazione metodologica che ha rafforzato l’impianto complessivo dei fabbisogni. Tuttavia restano alcune perplessità per gli effetti che possono prodursi su fasce di Comuni, di piccole dimensioni ma anche medi e grandi, che potrebbero avere difficoltà al momento del riparto delle risorse. Per questo chiediamo al governo di valutare eventuali correttivi che riteniamo possano migliorare e rendere più efficace la normativa”.
In definitiva, in sede di ridefinizione dello schema di riparto Fondo di solidarietà comunale 2017, “l’impegno che Anci chiede al governo – ha concluso Ricci – è quello di promuovere, con particolare riferimento alla componente perequativa, una approfondita valutazione degli effetti della odierna revisione dei fabbisogni standard, al fine di contenere le modificazioni nella dotazione di risorse rispetto al 2016 che possono risultare eccessive per taluni enti”.
Per quanto riguarda il confronto sulla rideterminazione delle capacità fiscali dei Comuni, la richiesta fatta pervenire al governo è quella di proseguire con il confronto per arrivare ad una valutazione positiva e condivisa sullo schema di decreto del Mef, che ridetermina le stime delle capacità fiscali dei Comuni. “Le nostre proposte – ha osservato Ricci – permettono di migliorare il quadro delle capacità fiscali e superare alcune importanti incertezze della proposta formulata dal Mef”. La richiesta di rinvio del parere alla prossima riunione è motivata quindi dalla necessità di provare a superare due problemi, “a nostro avviso risolvibili in pochi giorni – ha rimarcato il vicepresidente Anci – ovvero la neutralizzazione della componente rifiuti ai fini della perequazione 2017 e il calcolo della componente della capacità fiscale riconducibile all’evasione fiscale, il cosiddetto tax gap. Confidiamo nella possibilità di pervenire in brevissimo tempo ad una conclusione positiva e condivisa anche sulle capacità fiscali, che insieme ai fabbisogni standard costituiscono i pilastri del sistema di perequazione delle risorse comunali".  
Capitolo estinzione mutui. L’Anci ha dato il proprio parere favorevole alla ripartizione, per l’anno 2016, dei 14 milioni di euro destinati ad attenuare gli indennizzi da estinzione, totale o parziale, di mutui e prestiti obbligazionari contratti dai Comuni. La risorse disponibili potranno essere ulteriormente aumentate fino a a circa 30 milioni prevedibili attraverso l'utilizzo delle sanzioni per mancato rispetto del Patto di strabilità 2015. “Provvedimento importante – ha spiegato Ricci – richiesto più volte dall’Anci perché riguarda tanti Comuni. Tuttavia riteniamo che lo stanziamento previsto dal dl 113 non sia sufficiente a soddisfare il fabbisogno, che rischia di essere assorbito dalle richieste delle grandi città”. "E' essenziale - ha concluso il sindaco di Pesaro - che nelle prossime settimane il problema del peso del debito pregresso sulle finanze comunali sia ulteriormente oggetto di attenzione per giungere a soluzioni più efficaci ed organiche".
Infine la ripartizione ai Comuni delle risorse da utilizzare in caso di condanna a risarcimenti a seguito di calamità naturali o cedimenti strutturali. “Bene l’istituzione del Fondo e la sua ripartizione – ha commentato Ricci – ma si tratta di risorse che secondo i nostri calcoli coprono circa il 40% delle sole situazioni più critiche. Invitiamo quindi il governo ad incrementare il Fondo e prevedere altre risorse. Molti Comuni rischiano letteralmente di chiudere a seguito di sentenze di risarcimento non sostenibili dai bilanci”, ha concluso il vicepresidente Anci.

(http://www.anci.it/index.cfm?layout=dettaglio&IdSez=821212&IdDett=57439)

 

Pubblicato in: Ifel Informa

Nel Comitato di indirizzo e sorveglianza (Cis), riunitosi giovedì 7 luglio al Viminale, è stata formalizzata la notizia della proroga di un anno (giugno 2018) concessa dal Governo per il Piano di cura per infanzia e anziani non autosufficienti (Pac), operativo dal 2015 nelle quattro regioni della ex convergenza (Puglia, Calabria, Sicilia, Campania).
Le proroghe, quando concesse, denunciano sempre uno stato di difficoltà di piani e programmi; una presa d'atto di una previsione non corretta; un certificato dei ritardi attuativi; l'allontanamento nel tempo dei risultati attesi per i cittadini.
Nel caso del Pac i ritardi sono stati accumulati all'avvio del programma, nella fase laboriosa di istruttoria e selezione dei progetti.
L'intervento, inoltre, è effettivamente complesso e molto ambizioso; complesse le procedure di attuazione e rendicontazione.
Un'azione straordinaria dello Stato centrale per sostenere la filiera istituzionale del welfare locale, in forte sofferenza almeno in tre regioni su quattro. In territori colpiti duramente dalla crisi, dove i Comuni e i loro uffici di piano fanno fatica ad organizzare e gestire in forma associata l'offerta dei servizi sociali; e le regioni hanno dovuto confrontarsi (e qualcuna ancora si confronta) con le sfide dei rientri sanitari e della riorganizzazione dei presidi territoriali, che impattano pesantemente anche sulla rete dei servizi sociali.
Dall'avvio del Pac, molte cose sono cambiate. La tenacia dell'autorità di gestione (AdG) ha messo a posto e parzialmente alleggerito le procedure e il sistema dei controlli e della rendicontanzione. Regioni, Anci e AdG hanno sottoscritto impegni (rinnovati in sede Cis) per monitorare il processo di avanzamento della spesa e dei servizi e supportare i soggetti attuatori. I progetti proposti dai Comuni stanno cominciando a produrre i risultati attesi dai cittadini interessati. Il partenariato economico e sociale ha offerto spunti e indicazioni per tarare meglio sui bisogni del territorio i servizi da erogare.
Ecco allora che la proroga più che una sconfitta, diventa l'occasione per un rilancio.
Il riconoscimento che abbiamo imboccato la strada giusta; che il Pac può farcela a incrementare il numero di asili nido e la copertura di bambini presi in carico; ad aumentare le ore di assistenza agli anziani non autosufficienti; a migliorare complessivamente i servizi erogati; a contribuire ad una ammodernamento del macchina amministrativa preposta all'erogazione dei servizi, da oggi chiamata a nuova sfide dal Governo (lotta contro la povertà, inclusione attiva, Sia, eccetera)
Avanzamento del programma
Come si ricorderà, il programma è articolato in due riparti. Il primo in scadenza a giugno 2016, ma con la possibilità di realizzare interventi praticamente fino ad agosto. Il secondo riparto partirà a settembre\ottobre prossimi. Con il primo riparto, sono 395 i piani di intervento (200 per anziani, 195 per infanzia) finanziati nei 201 ambiti in cui sono articolate le gestioni associate nelle quattro regioni interessate.
L'investimento finanziato, sempre primo riparto, ammonta a euro 238.960.525,32, di cui euro 127.444.184,37 per gli anziani e euro 111.516.340,85 per l'infanzia. I dati sono consultabili sul sito del Pac.
Nel sistema di monitoraggio risulta impegnato il 70,62% delle somme; l'impegno sugli anziani è più spedito, sull'infanzia si registrano ancora lentezze.
Anche i pagamenti cominciano a progredire e superano il 20% dell'impegnato. Su questo ultimo fronte, hanno pesato limitazioni sulle anticipazioni (inizialmente previste nella misura del 5%), oggi in via di superamento (di fatto sono state portate al 10-15%). Anche i problemi di patto non dovrebbero costituire più un ostacolo insormontabile, dopo le recenti decisioni adottate in materia dalla legge di stabilità 2016.
Naturalmente l'andamento a livello regionale non è uniforme. La Puglia guida in testa il plotone (83% degli impegni), segue la Calabria (77,40%) e la Sicilia (70,1%), chiude la Campania (61,35%).
Solo per completezza di informazione, perché il tema sarà trattato in altri approfondimenti, si fa presente che per il secondo riparto i piani già approvati risultano 384, di cui 195 per gli anziani e 189 per l'infanzia, per un importo pari ad euro 326.230.253,26 (euro 135.008,911,48 anziani, euro 191,221.341,78 infanzia).
I servizi
Ma veniamo in concreto ai servizi finanziati e ai cittadini\utenti serviti (i dati sono ancora provvisori).Per i servizi di cura agli anziani, gli utenti coinvolti risultano 33.826, di cui 12.310 (36%) fruitori di assistenza a domicilio integrata (Adi) e 21.516 fruitori (64%) di servizi a domicilio (Sad). Le ore programmate di servizio ammontano a 6.274.296, di cui 2.507.061 per Adi (40%) e 3.767.235 per Sad (60%).
Per la gestione in Adi, il 63% delle ore di servizio è stato realizzato attraverso affidamenti a terzi, il 36% attraverso voucher\buoni servizio\ticket socio-assistenziali, il residuo 2% in forma diretta.
Per la gestione in Sad, il 61% delle ore di servizio è stato realizzato attraverso affidamenti a terzi, il 36% attraverso voucher\buoni servizio\ticket socio-assistenziali, il residuo 1% attraversi affidamento a società in house.
Per i servizi per l'infanzia, i bambini coinvolti sono 23.191, di cui 12.069 (52%) presi in carico da nidi e/o micronidi e 11.122 (48%) interessati da servizi integrativi.
Il 74,6% degli utenti hanno beneficiato di servizi a titolarità pubblica, mentre il 25,4% sono serviti da privati.
Gli interventi in "conto capitale" relativi all'infanzia hanno riguardato, in parte, acquisto di beni o servizi e l'allestimento degli spazi; un'altra parte, di quasi uguale volume, ha invece finanziato ristrutturazioni e costruzioni di nuove strutture.

di Francesco Monaco - Capo Area politica coesione territoriale Anci

Pubblicato in: Fondi Europei e coesione

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