Ultimo aggiornamento 28.04.2025 - 14:51

Sono 5.569 i comuni che nel paese sono a rischio idrogeologico, il 68,8% delle amministrazioni italiane. Più del 50% sono localizzati nelle regioni settentrionali, circa il 30% in quelle meridionali e meno del 20% in quelle centrali.
In valori assoluti il dato più elevato si registra in Piemonte dove 1.043 comuni presentano nel proprio territorio aree considerate a rischio. Segue la Lombardia con 912 amministrazioni. All'opposto il minor numero di comuni a rischio idrogeologico è localizzato in Puglia e in Sardegna (rispettivamente 48 e 42) le cui amministrazioni registrano, inoltre, in termini relativi, le percentuali più contenute: solo il 18,6% delle realtà pugliesi e l'11,1% di quelle sarde presentano sul territorio aree a rischio idrogeologico.

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Il tasso migratorio nei comuni italiani registrato nel 2012 è mediamente pari a +3,96 per mille abitanti, molto più elevato di quello rilevato nel 2002 (+0,71 per mille abitanti). Ciò sta a significare che il numero degli iscritti all'anagrafe supera, in media, il numero delle cancellazioni.
Nelle regioni dell'Italia centro settentrionale sono localizzati i comuni che risentono maggiormente del fenomeno migratorio, registrando valori generalmente superiori (o comunque di poco inferiori) al dato medio nazionale.

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Considerando l'incidenza delle imprese attive in un determinato settore economico in un dato comune rapportata al totale delle imprese attive nel comune stesso, si misura l'indice di specializzazione economica. Un comune può essere definito "specializzato" se tale rapporto risulta maggiore dello stesso rapporto calcolato a livello nazionale .
L'analisi è stata svolta relativamente ai tre settori economici: primario (o agricolo), secondario (o industriale) e terziario (i servizi). Le realtà comunali italiane, complessivamente, manifestano una vocazione imprenditoriale agricola: sono 4.753 le realtà in cui prevale tale specializzazione, il 58,7% del totale. Segue il settore industriale che prevale in 2.540 realtà locali e quello dei servizi in 799 comuni (rispettivamente il 31,4% e il 9,9% del totale).

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Nel periodo 2002-2010 complessivamente nei comuni di quasi tutte le regioni italiane si registra un incremento del numero degli iscritti nelle anagrafi comunali: solo le amministrazioni del Molise e della Basilicata si ha una diminuzione del dato. Anche per quel che riguarda i cancellati si riscontra, in generale, nel paese, una crescita, con le sole eccezioni dei territori comunali pugliesi, lucani, siciliani e calabresi.
I comuni della Lombardia e dell'Emilia-Romagna, pur registrando il saldo di mobilità interna più elevato sia nel 2002 che nel 2010, evidenziano una contrazione tra inizio e fine periodo. Al contrario, nelle realtà amministrative della Valle d'Aosta e del Molise: nel 2002 presentavano un saldo di mobilità interna positivo, nel 2010 il numero di cancellati per trasferimento di residenza è superiore a quello degli iscritti nelle anagrafi.

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M, 17 Maggio 2016 11:18

N. di abitanti (2015)

Al 1° gennaio 2015 Roma Capitale conta oltre 2,87 milioni di abitanti; a Milano, seconda per dimensioni demografiche, risiedono meno della metà degli abitanti della Capitale. A Napoli, terzo comune…
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