Se nel 2002 il tasso migratorio più elevato si registrava nelle amministrazioni dell'Emilia-Romagna (6,38), nel 2012 ad avere il primato, con un indice pari a 7,95 per mille abitanti, sono i comuni laziali che ad inizio periodo presentavano, invece, un indice negativo (-1,4).
Ed è proprio in queste realtà territoriali che si rileva il maggior scarto registrato per l'intero decennio (8,98). Valori, al 1° gennaio 2012, particolarmente significativi si rilevano anche nelle realtà territoriali localizzate in Emilia – Romagna (7,61 ogni 1.000 residenti), Lombardia (6,99), Toscana (5,83) e Trentino Alto-Adige (5,70).
I comuni del sud e quelli delle isole mostrano, invece, nel 2012, tassi migratori relativamente contenuti e comunque inferiori alla media nazionale: nelle amministrazioni siciliane e calabresi il tasso migratorio è pari, rispettivamente, a 0,06 e 0,12 ogni mille abitanti, mentre in quelle campane e pugliesi è addirittura negativo (-0,68 e -0,62).
Ma se si analizza il dato in confronto al 2002 è comunque possibile notare come proprio i comuni delle regioni meridionali registrino un'evoluzione, passando da un indice migratorio negativo ad un tasso positivo e rilevando uno scarto tra inizio e fine periodo, in generale, più significativo rispetto a quelli dei territori comunali del centro - nord. Tale andamento conferma come in buona parte delle realtà del Mezzogiorno la tendenza all'esodo sia più contenuta e si registri invece una situazione di maggiore stabilità della popolazione residente. All'opposto, nei comuni marchigiani, friulani e del Trentino-Alto Adige si rileva, nel 2012, un tasso migratorio inferiore a quello rilevato nel 2002.
Dal punto di vista cartografico, emerge come, in generale, nei comuni delle regioni dell'Italia centro-settentrionale il numero di iscritti all'anagrafe superi, in media, il numero delle cancellazioni, facendo registrare valori positivi del tasso migratorio. In particolare tali realtà sembrano essere concentrate in Veneto, Emilia - Romagna, Toscana, Umbria e Lazio. All'opposto, nella gran parte delle realtà meridionali emergono valori nulli o negativi del tasso migratorio. Nelle isole maggiori, che mostrano, nel complesso, un basso tasso di incremento migratorio, sono comunque localizzati comuni che presentano valori più elevati rispetto alla media nazionale: ciò è vero in particolare per le realtà locali costiere.