Ultimo aggiornamento 28.04.2025 - 14:51
Slide relative al webinar del 24 novembre 2017 - SIOPE+: le regole di colloqui - Relatori: Gianpiero Zaffi Borgetti -…
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Registrazione video relativa al webinar del 24 novembre 2017: SIOPE+: le regole di colloquio - Relatori: Gianpiero Zaffi Borgetti, Carlo…
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Nonostante i segnali economici positivi che provengono da più ambienti, Istat registra l’indice di fiducia dei consumatori e dell’industria, per il mese di novembre, in terreno negativo. Seppur il calo sia minimale è pur sempre la registrazione di un momento di regressione. Per ciò che concerne il grado di soddisfazione dei consumatori il segnale risulta essere di generalizzata negatività in ogni componente settoriale analizzata. Ciò che più si evidenzia è la condizione di sfiducia per ciò concerne lo stato economico delle famiglie e la proiezione futura al risparmio delle stesse.
Nel settore dell’industria, altresì, il dato di negatività investe il settore del commercio, mantenendosi stabile in quello manifatturiero. Il dato positivo, invece, proviene dal settore delle costruzioni e dei servizi.
La situazione registrata da Istat pone le basi per un pensiero diffuso di peggioramento della situazione economica degli italiani. C’è preoccupazione per un 2018 dove si prevede vi siano degli aumenti generalizzati dei prezzi, dopo una percezione altrettanto negativa per l‘anno corrente. Insomma una somma generalizzata di aspettative negative che debbono far riflettere.

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La Banca d’Italia pubblica il secondo Rapporto sulla stabilità finanziaria relativo all‘anno 2017. Le politiche avviate dalla BCE, come quelle intraprese nel Direttivo di fine ottobre, hanno abbassato le incertezze di politica monetaria. Questo rende la situazione meno instabile di quello che si era ipotizzato. Per ciò che concerne l’Italia vi è un miglioramento per la qualità del credito e migliora, anche, la tendenza evidenziata negli ultimi tempi indirizzata ad una vulnerabilità delle tasche delle famiglie italiane.
Dal Rapporto della Banca d’Italia emerge come gli istituti di credito, in questo fine 2017, vivano una situazione di moderata positività aumentando, di fatto, il grado di patrimonializzazione e la conseguente riduzione dei crediti deteriorati. I rischi veri per il futuro delle banche sono legati ad una eventuale non crescita dell’economia. Anche le compagnie d'assicurazioni godono di un periodo di positività, in quanto meno esposte, rispetto alle stesse compagnie del resto d’Europa grazie ad un adeguamento della durata finanziaria di attività e passività dei propri prodotti.
In generale la capacità delle famiglie e delle imprese di rimborsare i debiti rimarrebbe elevata anche nell'eventualità di sostenuti rialzi del loro costo. Questi elementi di tranquillità sono confermati dai giudizi che provengono dall’agenzia di rating Standard & Poor's. In allegato il rapporto della Banca d’Italia.

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M, 28 Novembre 2017 14:42

Natalità in calo, lo dice Istat

Si preannuncia un inverno freddo. Le anticipazioni autunnali non sono però legate al generale freddo che attanaglia in questi giorni il suolo italiano, bensì ai numeri che provengono dall’Istat sulla natalità della popolazione italiana residente.
Numeri da brividi, dunque, dove vediamo che, rispetto al 2015, sono stati registrati 473,438 bambini, ovverosia oltre 12 mila nascite in meno. Il dato di negatività aumenta se lo si rapporta in un arco temporale di 8 anni dove si ha una perdita di natalità di oltre 100 mila unità.
Il dato evidenziato dall’Istat è inequivocabilmente legato alla mancanza di figli nati da coppie italiane, vuoi perché calano le donne in età riproduttiva, vuoi per la propensione a non farli. La crisi economica, quindi, entra a gamba tesa sui desiderata delle coppie italiane. Si spera che le condizioni cambino negli anni a venire, visti i segnali di ripresa economica in Italia e nell’area Euro.
I dati di negatività proveniente dalla natalità sono legati a doppio filo alla diminuzione dei matrimoni, che hanno toccato il minimo storico nel 2014 con 189.765 eventi, e al contemporaneo calo dei nati all’interno del matrimonio. I nati fuori dal matrimonio sono uno su tre, nello specifico 141.757. Un trend che è in continuo aumento.
Nel 2016 la media dei figli per donna è sceso a 1,34, quando nell’annualità 2014 era di 1,46, con la tendenza a diminuire nelle cittadine italiane (1,26) e a crescere in quelle straniere residenti (1,97).
Questo dato, se lo si compara con quello degli anni '20, quando la media era di 2,5 bimbi, ci pone quantomeno una stato di vera preoccupazione.
A proposito di mamme straniere, il record spetta, in ordine di classifica, a quelle rumene, a seguire le marocchine e le albanesi.
Questi dati determinano, nel contempo, l’aumento delle donne senza figli; se nel 1950 questa quota era al 11,1%, in quella delle nate nel 1976, a fine ciclo riproduttivo, è stimata in una percentuale del 21,8%.
Tra i nati maschi del 2016 il nome più gettonato è Francesco, con 7850, a seguire Alessandro, con 6664, e Leonardo, con 6505. La top ten dei nomi maschili prosegue con Lorenzo, Mattia, Andrea, Gabriele, Matteo, Tommaso, ed infine Riccardo.
Per la classifica femminile il primo posto spetta a Sofia, con 7616 nascite, poi Aurora, con 6466, e la terza piazza ad appannaggio di Giulia con 6093 nascite. Nel proseguo della top ten abbiamo, quindi, Emma, Giorgia, Martina, Alice, Greta, Ginevra e Chiara. In allegato i numeri sulla natalità di Istat

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