Ultimo aggiornamento 28.04.2025 - 14:51

Si comunica che con decreto del direttore centrale della  Finanza locale  del  19  giugno  2017  e'  stato  ripartito   il   contributo compensativo a favore dei comuni per i  minori  introiti  di  imposte comunali sulle unità immobiliari possedute  dai  cittadini  italiani non residenti nel territorio dello Stato, iscritti all'anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE) e gia' pensionati nei rispettivi Paesi di residenza, come previsto dall'art. 9-bis  del  decreto-legge 28 marzo 2014, n. 47, convertito con  modificazioni  dalla  legge  23 maggio 2014, n. 80.

Pubblichiamo il testo integrale del decreto, unitamente al relativo allegato, e, per una ulteriore documentazione sull'argomento, testo del documento presentato dall'ANCI in occasione dell'audizione presso la Commissione Affari esteri e comunitari della camera dei deputati tenutasi il 3 marzo 2016.  

Pubblicato in: Entrate e Riscossione


Il telelavoro è, per i dipendenti comunali con un contratto a tempo indeterminato, una differente modalità di svolgimento dell’orario di servizio rispetto a quella ordinaria.
Si tratta di uno strumento non ancora molto diffuso tra le amministrazioni comunali italiane. Le unità annue di dipendenti comunali a tempo indeterminato che usufruiscono di questa possibilità sono 297 (Tabella 1). Da rilevare che nelle realtà comunali del Friuli-Venezia Giulia, dell’Abruzzo, del Molise, della Calabria e della Sardegna tale tipologia contrattuale non è presente.
L’incidenza delle donne è elevata: costituiscono poco più dei tre quarti del totale (78,2%), e nelle realtà comunali della Valle d’Aosta e delle Marche l’incidenza delle donne è pari al 100,0%.
Tale strumento di flessibilità nello svolgimento dell’orario di servizio trova diffusione soprattutto nei comuni delle regioni del nord. In particolare, nelle amministrazioni comunali del Piemonte, si rileva il valore più alto, 59 unità annue di dipendenti comunali a tempo indeterminato, con un’incidenza del personale di genere femminile che supera l’80%. Seguono le amministrazioni dell’Emilia-Romagna, con 57 unità annue, e della Lombardia, con 55 unità, rispettivamente pari al 19,2% e al 18,4% del totale. Valori significativi si riscontrano anche nelle amministrazioni comunali del Veneto, del Trentino-Alto Adige e della Toscana.

Tabella 1 Il personale con contratti telelavoro, per genere e regione, 2014.

Tab 1 scheda 42

Per quanto riguarda la diffusione del telelavoro per classi di ampiezza demografica, si assiste ad un incremento di tale tipologia contrattuale, in linea di massima, all’aumentare della popolosità comunale, ad esclusione della fascia “5.000-9.999” (Tabella 2) Nei comuni che superano i 250.000 cittadini si registra il valore più elevato, pari a 133 unità annue, il 44,7% del totale.
L’incidenza delle donne è superiore al valore medio del 78,2% nei comuni con meno di 2.000 residenti e in quelli con una popolazione superiore a 60.000 abitanti. Nelle realtà comunali con oltre 250.000 cittadini tale dato raggiunge il valore più elevato, pari all’87,2%.

Nei comuni con popolazione compresa tra i 2.000 ed i 4.999 abitanti si riscontra un’incidenza delle donne con contratti telelavoro pari al 32,5%, dunque pur trattandosi di poche unità di dipendenti (7) si rileva una forte prevalenza maschile.

Tabella 2 Il personale con contratti telelavoro, per genere e classe demografica, 2014

 Tab 2 scheda 42

Pubblicato in: Personale dei comuni
G, 22 Giugno 2017 15:20

I trasferimenti - Scheda 63

 trasferimenti dallo Stato e dalle regioni costituiscono una componente importante del bilancio comunale. L’analisi territoriale evidenzia la forte incidenza dei trasferimenti in favore dei comuni appartenenti alle regioni a Statuto Speciale. Le entrate da trasferimenti di queste Regioni sono per un 22% provenienti dallo Stato e per il restante 78% dalla regione (Fig. 1). In particolare in Valle d’Aosta (873,7 euro pro capite) e in Friuli Venezia Giulia (588,5 euro pro capite), con la componente maggiore proveniente da trasferimenti regionali (Tab.1). Una situazione particolare si evidenzia per i comuni siciliani e sardi che registrano valori elevati o in linea con la media nazionale anche  per la parte di risorse provenienti dallo Stato. Tra i comuni delle regioni a Statuto Ordinario va sottolineato che il dato relativo alle amministrazioni abruzzesi è influenzato dai trasferimenti statali in favore dei comuni terremotati,  mentre la Basilicata supera con un valore di 330, 6 euro pro capite ampiamente il valore medio nazionale. All’opposto, entrate da trasferimenti complessivamente di poco superiori ai 200 euro per abitante vengono rilevate nei comuni del Molise (210, 4 euro pro capite) del Lazio (228,4,6 euro pro capite).

Figura 1

Immagine 1 scheda 63

 

Tabella 1 

Tabella1Scheda63

Differenze significative si osservano, oltre che a livello territoriale, anche in termini di dimensione demografica dei comuni (Tab. 2). Tenendo sempre conto che il dato relativo alla fascia demografica 60.001-100.000 abitanti, è influenzato dai trasferimenti statali in favore dei comuni terremotati, i valori più elevati si osservano nelle piccolissime amministrazioni (fino a 1.000 abitanti) e nelle realtà con una popolazione superiore a 250.000 residenti, dove le entrate da trasferimenti ammontano rispettivamente a 455,7 e 310,8 euro pro capite. All’opposto i trasferimenti più contenuti, pari a 134,5 euro pro capite, si osservano in corrispondenza delle amministrazioni con una popolazione compresa tra 10.001 e 20.000 abitanti.

Tabella 2 

Tabella 2 scheda 63

Pubblicato in: Numeri e Territori
Slide relative al webinar del 12/07/2017 - I Comuni della Campania: economia, finanza e società - Relatore: Domenico Tuccillo/Giorgia Marinuzzi/Giuseppe…
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Pubblicato in: Pubblicazioni e documenti

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