Scontiamo la distanza tra i bisogni emergenti e le risorse pubbliche (economiche e di competenze) che ci servono per dare risposte. Per studiare questa evidente difficoltà dei nostri sistemi di welfare locale, la Fondazione IFEL ha messo in campo diversi progetti di ricerca e di ricerca-azione. Tra questi anche lo studio realizzato dalla Fondazione The Bridge (in collaborazione con IFEL) dal titolo "Il disagio psicologico dei bambini e adolescenti post pandemia. I bisogni emersi e la risposta dei Comuni", che sarà presentato il 27 febbraio a Milano, dalle ore 9:30 alle 13 presso la Sala Commissioni di Palazzo Marino.
L'evento
Nel corso dell’evento saranno presentati i risultati della ricerca e, per discuterne, sono stati invitati diversi attori che, sui territori, operano per affrontare le problematiche dei ragazzi.
La particolarità di questa ricerca, infatti, è di aver indagato l’insieme delle risposte che i territori hanno offerto dopo il Covid ad un segmento di popolazione particolare: i ragazzi delle scuole primarie e delle secondarie di primo grado. Lo studio è stato condotto attraverso una Survey rivolta ad insegnanti e dirigenti scolastici e una indagine presso Assessori e/o Dirigenti all’educazione e al welfare di Comuni italiani grandi medi e piccoli da nord a sud.
Entrambe le rilevazioni hanno consentito di osservare la crescita di un disagio generalizzato e multiforme. Crescita che ha richiesto l’intervento attivo dei Comuni e “di altri servizi pubblici o in relazione alla crescita di problematiche psicologiche, e in questo caso sono intervenuti soprattutto i servizi sanitari, oppure per difficoltà delle famiglie, e in questo caso sono intervenuti soprattutto i servizi sociali. Non solo le scuole, quindi, ma anche i Comuni hanno dovuto affrontare un aumento di richieste di intervento con conseguenti maggiori oneri da sostenere” spiega Pierciro Galeone, Direttore della Fondazione IFEL.
Il ruolo dei Comuni
Dalla ricerca emerge che i Comuni si sono attivati per rispondere all’emergenza con “moltissima energia e moltissima creatività oltre che grande competenza” chiarisce Rosaria Iardino, Presidente Fondazione The Bridge. “Si sono attivati per sviluppare progetti ed interventi per affrontare la drammaticità della situazione che ha avuto un impatto economico molto importante sui bilanci comunali”. I Comuni, infatti, hanno cercato risorse aggiuntive da affiancare alle risorse proprie e ai fondi nazionali e regionali per gli interventi ordinari: Fondi europei, risorse regionali e nazionali per interventi ad hoc, Fondi del programma P.I.P.P.I. (Programma di Intervento per la Prevenzione dell’Istituzionalizzazione), Fondi che derivano dalla partecipazione, spesso in partneriato con altri soggetti, a bandi promossi da soggetti privati, le risorse PON e quelle destinate a progetti sulla povertà educativa dell’Agenzia coesione sociale.
L’indagine conferma che “la grande complessità che i territori stanno vivendo chiede alle istituzioni più prossime di agire in modo coordinato. E’ richiesta, inoltre, una maggiore capacità di coordinamento e integrazione anche all’interno dei singoli Comuni perché, è evidente, le problematiche che dobbiamo affrontare sono assolutamente interconnesse e un’amministrazione pubblica che non sappia tenere conto di queste interdipendenze non potrà sviluppare tutto il suo potenziale per la co-generazione e la redistribuzione di valore pubblico e collettivo” conclude Galeone.
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