Al via i corsi del Piano Nazionale di Formazione per l’aggiornamento professionale dei RUP.
Il Piano – promosso e coordinato dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, ed attuato da IFEL, ITACA e SNA, con la collaborazione della Rete degli Osservatori regionali dei contratti pubblici - prevede molteplici attività formative rivolte ai Responsabili Unici del Procedimento (RUP), con l’obiettivo di accelerare le procedure per l’attuazione degli investimenti pubblici e per l’affidamento di appalti e concessioni.
Dal 27 settembre saranno disponibili le prime 10 unità didattiche del corso base, erogate su piattaforma e-learning in modalità fad asincrona.
Il corso base è rivolto al personale delle stazioni appaltanti e delle centrali di committenza di ambito nazionale, regionale e locale ed ha l'obiettivo di assicurare la formazione di base in materia di programmazione, progettazione, affidamento ed esecuzione dei contratti pubblici.
Vai alla pagina di progetto, dove potrai consultare l’articolazione del Piano, gli interventi formativi e i calendari.
“Con la crisi pandemica e l’arrivo degli interventi legati al PNRR, la transizione digitale della società e la valorizzazione delle banche dati pubbliche giocano un ruolo fondamentale per innalzare i livelli di efficienza e di interoperatività degli enti locali. Dopo un decennio di tagli, i Comuni sono in forte sofferenza sul fronte delle entrate, perché devono occuparsi sempre di più di tantissime questioni di tipo sociale. Per questo avere adeguati flussi informativi con altre istituzioni è una grande occasione per migliorare la gestione dei servizi e per rafforzare la riscossione e intercettare quelle sacche di evasione fiscale che si trovano nel paese. Ma bisogna rendere organiche le sinergie interistituzionali e rafforzare la dotazione di risorse umane e finanziarie per gli enti locali”. E’ la posizione sostenuta da Alessandro Canelli, delegato alla Finanza locale e sindaco di Novara, intervenuto davanti la Commissione parlamentare di vigilanza sull’anagrafe tributaria nell’ambito di un’indagine conoscitiva sulla Digitalizzazione e l’interoperabilità delle banche dati fiscali. All’audizione era presente anche il Responsabile Finanza locale Anci/IFEL Andrea Ferri (vedi documento di audizione).
Entrando nel merito del tema, Canelli ha sottolineato che il collegamento dei Comuni al sistema delle banche dati dell’anagrafe tributaria in questi anni, tranne alcuni casi di eccellenza, non ha funzionato benissimo, anche per la perdita di risorse umane del comparto. “E’ prioritario che il flusso delle informazioni disponibili sia progressivamente ampliato e reso effettivamente fruibile, anche tramite la diffusione di applicazioni informatiche efficienti, affidabili e facilmente dispiegabili sul territorio”, ha evidenziato. Nello specifico il delegato Anci ha ricordato “la necessità di risolvere la questione dell’utilizzazione di banche dati con particolari requisiti in termini di dati sensibili e privacy, ma di importanza strategica ai fini dell’efficacia dei controlli, quali l’archivio dei rapporti finanziari”. Da questo punto di vista l’Associazione ha proposto in sede tecnica di allestire, un sistema di accesso alle informazioni ‘cieco’, cioè in grado di rendere al soggetto locale, anche in modalità asincrona, il solo dato del rapporto finanziario esistente e capiente rispetto a liste certificate di debitori per importo intimato. In modo “da escludere – ha spiegato Canelli – ogni circolazione di informazioni eccedenti, richiedendo al Garante un parere su un dispositivo reale sulle modalità per gestire una precisa prescrizione normativa”. Più in generale sulla questione della gratuità dell’accesso ai dati il delegato Anci ha chiesto che venga affermato un principio di base, “quello dell’interesse pubblico per la consultazione e l’utilizzo dei dati ‘derivati’ da altri sistemi informativi pubblici, per finalità ovviamente istituzionali”.
Per quanto riguarda la fruibilità dei dati e la diffusione dei servizi di supporto, Canelli ha posto l’accento sulla necessità di accompagnare l’apertura dei dati con la diffusione dei servizi tecnologici e degli strumenti necessari per la fruizione delle stesse informazioni, con adeguati investimenti sulla digitalizzazione e la dotazione tecnologica degli enti locali.
Infine, il capitolo della partecipazione dei Comuni all’accertamento dei tributi statali, per la quale i dati “più recenti confermano che i risultati raggiunti, pur non essendo trascurabili, hanno una forte disomogeneità territoriale”. Canelli ha espresso la preoccupazione dell’Anci su questo punto indicando tre fattori critici. Da un lato l’estensione della partecipazione comunale all’accertamento di entrate erariali ai recuperi da comunicazioni bonarie; ancora la possibilità di snellire le modalità di incentivazione del personale impiegato nella gestione delle entrate e nel recupero dell’evasione. Ed infine la ripresa delle attività di cooperazione interistituzionale fra Agenzia delle entrate, Guardia di Finanza, ANCI e IFEL, anche attraverso il rinnovo del protocollo di intesa sottoscritto nel 2018 e da poco scaduto.
“Gli obiettivi quantitativi e temporali del PNRR non sono raggiungibili senza un profondo ripensamento delle regole costruite lo scorso decennio, in un contesto differente dall’attuale. Perché il Piano nazionale diventi un’occasione storica per l’intero Paese, bisogna mettere gli enti locali nelle condizioni di poter effettivamente utilizzare le risorse. I dati dimostrano che i Comuni sono protagonisti della ripartenza: malgrado le difficoltà della pandemia nel 2020 hanno mantenuto una forte capacità di investimento (un aumento del 2,3 % dei pagamenti), mentre nel primo semestre 2021, l’incremento è stato del 23%, con una netta ripresa del trend positivo ante pandemia”. Lo ha evidenziato Alessandro Canelli, delegato Anci alla Finanza locale, presidente Ifel e sindaco di Novara, nella sua audizione davanti la Commissione parlamentare per l’attuazione del Federalismo fiscale sullo stato di attuazione del Federalismo fiscale, anche con riferimento al Piano nazionale di ripresa e resilienza. (documento di audizione).
Canelli, dopo aver ribadito l’apprezzamento dell’Anci per la dimensione e l’ampiezza temporale del sostegno economico dello Stato agli enti locali nella fase pandemica e che ha consentito la tenuta degli equilibri di bilancio, ha ricordato come “malgrado gli interventi degli ultimi due anni restano forti criticità strutturali del sistema di finanza locale di cui il PNRR deve tenere conto”.
“La distribuzione del Risultato di amministrazione netto (RAN) evidenzia una forte asimmetria tra la grande maggioranza dei Comuni in positivo (85%) e una significativa minoranza in negativo, con particolare enfasi nei valori territoriali del Centro (22% di enti in negativo e del Sud-Isole (un terzo di negativi)”. Analogo impatto ha “la distribuzione del Fondo crediti dubbia esigibilità (FCDE) accantonato annualmente nei bilanci di previsione che presenta una forte concentrazione tra i Comuni del Centro e del Sud- Isole”.
A parere del delegato Anci, per cercare di minimizzare queste criticità, “bisogna rafforzare la ripresa di intervento statale sulle risorse correnti degli enti locali avviata con l’introduzione nel FSC di risorse aggiuntive orientate ai servizi sociali comunali e alla gestione degli asili nido”. Ma anche “proseguire con l’intervento mirato a risolvere le debolezze strutturali degli enti in crisi conclamata, nel solco della sentenza della Consulta (n.115/2020) che ha individuato tra le cause delle situazioni di crisi finanziaria anche la scarsa dotazione di risorse, piuttosto che in episodi di cattiva gestione finanziaria”.
In questo contesto Canelli ha auspicato che il percorso del federalismo fiscale “riprenda con l’attuazione della perequazione verticale in parte attuata solo nell’ ultimo anno sul versante dei servizi sociali e degli asili nido. I passi in avanti registrati – ha affermato – devono essere consolidati ed ampliati: bisogna ripartire da qui se si vuole irrobustire e risolvere gran parte dei nodi strutturali della finanza locale”.
Più in generale la ricetta indicata dai Comuni per un efficace utilizzo delle risorse del PNRR passa dalla possibilità di “dare vita a finanziamenti diretti e non intermediati a sostegno degli investimenti, con il recupero di una più ampia discrezionalità amministrativa dei Ministeri”.
“Sono necessari – ha aggiunto il delegato Anci- semplificazioni al codice degli appalti, da consolidare ed ampliare; un’ampia semplificazione degli strumenti di programmazione degli enti locali, in parte anticipata per gli enti di minore dimensione; lo snellimento dei monitoraggi sui fatti finanziari e sulle opere pubbliche, ancora troppo complessi e spesso duplicati, che devono comunque essere assistiti da sistemi telematici efficienti e di facile uso; e l’allentamento dei vincoli sulle assunzioni di personale qualificato, anche in deroga ai criteri introdotti dall’art. 33 del dl 34/2019, in corso di estensione alle Città metropolitane e alle Province”.