Ultimo aggiornamento 30.04.2025 - 18:13

61 i miliardi del PNRR che avranno un impatto diretto sugli Enti territoriali secondo stime IFEL.

“Dopo il segnale positivo dell’ingresso di Anci nella cabina di regia del PNRR sarà determinante il ruolo degli enti locali per garantire che quelle risorse in arrivo siano utilizzate al meglio e realizzino migliori condizioni di vita ai cittadini. Servono investimenti mirati soprattutto alla qualità dei servizi offerti”. Così Alessandro Canelli, presidente di IFEL e delegato Finanza locale Anci, nell’intervento di chiusura dell’evento IFEL “Modelli di sviluppo urbano e territoriale alla prova delle sfide del Piano nazionale di ripresa e resilienza”.

L’incontro organizzato dalla Fondazione ha tracciato un primo punto di analisi, presentando una ricerca realizzata con il Cresme, per capire come le città italiane hanno reagito allo shock della pandemia di inizio 2020. Analizzando il posizionamento delle aree urbane italiane in termini di produttività e competitività, la ricerca offre il panorama dei vantaggi competitivi e dei limiti in un contesto comparativo internazionale misurando le azioni da adottare per creare un ambiente più favorevole agli investimenti pubblici e privati previsti dal Piano.

“In questo momento storico, il PNRR è un treno che non possiamo perdere – ha ricordato Canelli – e il ruolo dei Comuni è decisivo su due fronti. Il primo è quello della realizzazione diretta di investimenti pubblici utili e di qualità. Il secondo fronte è quello della capacità amministrativa, ovvero garantire un’azione pubblica che agevoli gli investimenti privati. Il PNRR è un’occasione per rendere i territori più competitivi aumentando la produttività delle imprese e facendo crescere quella dei servizi pubblici. Per questo non servono solo investimenti ma anche regole nuove e un’amministrazione pubblica adeguata, efficiente e innovativa. I Comuni sono al centro di questa sfida”.

L’evento ha visto la partecipazione, oltre ad Antonio Mura e Lorenzo Bellicini del Cresme, di Giovanni Pineschi dell’Agenzia della coesione, Luisa Franconi per ISTAT, Paola Ravera del Comune di Venezia, responsabile dell’organismo intermedio PON Metro.

"La sfida del PNRR per l’Italia – ha spiegato il direttore di IFEL Pierciro Galeone - non è solo quella di superare l’impatto della pandemia. Non basta tornare indietro. L’economia italiana cresce debolmente da molti anni soprattutto a causa della bassa produttività rispetto ad altri Paesi europei. L’Italia ha bisogno di discontinuità, di un salto strutturale che superi alcune sue fragilità. Oggi ci siamo chiesti, attraverso dati ed analisi, quanto contano le città e i comuni nel permettere questo salto. Ed abbiamo cercato di identificare il contributo che le diverse forme urbane e i loro governi - le aree metropolitane, le reti di città medie e le aree interne - possono dare a questa ricerca di innovazione".

IL VIDEO DELL'EVENTO

Pubblicato in: Ifel Informa

Sono 271 i progetti selezionati dall’Alta Commissione istituita presso il MIMS che saranno finanziati nell’ambito del Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare (PinQua). Le risorse originariamente stanziate dalla legge di bilancio 2020 sono state opportunamente integrate con quelle del Fondo complementare al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), portando così la dotazione complessiva a 3,2 miliardi di euro.

Il Piano, rivolto a Regioni, Comuni e Città metropolitane è finalizzato alla rigenerazione, in un'ottica di innovazione e sostenibilità, di tessuti e ambiti urbani particolarmente degradati e carenti di servizi non dotati di adeguato equipaggiamento infrastrutturale, secondo cinque linee d’azione:

  1. riqualificazione e riorganizzazione del patrimonio destinato all’edilizia residenziale sociale;
  2. rifunzionalizzazione di aree, spazi e immobili pubblici e privati anche attraverso la rigenerazione del tessuto urbano e socioeconomico;
  3. miglioramento dell’accessibilità e della sicurezza dei luoghi urbani e della dotazione di servizi e delle infrastrutture urbano-locali;
  4. rigenerazione di aree e spazi già costruiti, soprattutto ad alta tensione abitativa, incrementando la qualità ambientale e migliorando la resilienza ai cambiamenti climatici anche attraverso l’uso di operazioni di densificazione;
  5. individuazione e utilizzo di modelli e strumenti innovativi di gestione, inclusione sociale e welfare urbano nonché di processi partecipativi, anche finalizzati all’autocostruzione.

ll contributo massimo riconosciuto per ogni proposta ammessa al finanziamento è di 15 milioni di euro che andranno a finanziare le spese tecniche di progettazione, di verifica, validazione, direzione dei lavori, coordinamento della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione, collaudo, previste nel quadro economico, nonché le spese per gli imprevisti per un massimo del 10% del costo totale dei lavori e forniture purché inserite anch’esse nel quadro economico.

Come previsto dall’articolo 14 del decreto MIMS n. 395 del 16/09/2020, sono state inoltre ammesse a finanziamento, per un importo massimo di 100 milioni di euro ciascuna, proposte “Pilota” ad alto impatto strategico sul territorio nazionale, orientate all’attuazione del Green Deal e della Digital Agenda.
La graduatoria dei progetti ammessi a finanziamento è disponibile sul sito del MIMS.

Pubblicato in: Ifel Informa

Via libera dalla Conferenza Unificata al decreto MIMS che disciplina i criteri e le modalità di accesso, selezione e finanziamento dei progetti a valere sulle risorse per il triennio 2021-2023 del Fondo progettazione enti locali.
Il Fondo, istituito dalla legge di bilancio 2018 (L. 205/2018, art. 1, comma 1079) con una dotazione di 30 milioni di euro annui dal 2018 al 2030, finanzia la redazione dei progetti di fattibilità tecnica ed economica e dei progetti definitivi ed esecutivi relativi alla messa in sicurezza degli edifici e delle strutture pubbliche di proprietà pubblica e con destinazione d’uso pubblico, con priorità agli edifici e alle strutture scolastiche.

Per ciascun anno, le risorse sono così ripartite:
Città metropolitane Euro 4.968.015
Province                 Euro 12.420.039
Comuni                  Euro 12.420.039
Alle Città metropolitane e alle Province le risorse sono assegnate in base a una quota fissa, rispettivamente pari a 100mila e 70mila euro, e a una quota variabile in misura proporzionale alla popolazione sulla base dei dati ISTAT relativi al mese di gennaio 2021.

Ai Comuni sono invece assegnate sulla base di una graduatoria triennale 2021/2023, con priorità ai progetti relativi a interventi da eseguire su edifici e strutture scolastiche. I Comuni potranno presentare domanda di ammissione al finanziamento statale per un numero massimo di tre progetti. L’ammontare massimo di finanziamento statale per ciascun progetto è fissato in 100mila euro. Per i Comuni, le modalità e i termini di accesso, di ammissione a finanziamento e di redazione della graduatoria, saranno definite con successivo decreto direttoriale del MIMS.

La disciplina del Fondo è stata oggetto di oggetto di importanti interventi di semplificazione finalizzati a migliorarne l’operatività a fronte delle criticità riscontrate nel triennio 2018-2020:

  • è possibile finanziare anche la progettazione esecutiva e non solo quella definitiva;
  • viene meno l’obbligo di co-finanziare con risorse proprie dell’ente (art. 45 del dl 104/2020);
  • il finanziamento statale passa al 100% della richiesta (non più l’80%);
  • è elevato a 100.000 euro il tetto massimo del finanziamento per ciascun progetto;
  • ampliate le finalità: adeguamento/miglioramento sismico, efficienza energetica, rispondenza ai criteri ambientali minimi (CAM), adeguamento impiantistico, adeguamento alla normativa antincendio.
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Tabella riassuntiva dei provvedimenti di esenzioni IMU disposte dall’anno 2020, a partire dal dl 34/2020 (cd. dl “Rilancio”), in conseguenza…
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A seguito delle richieste di supporto e chiarimento in ordine alle esenzioni IMU disposte dall’anno 2020 in conseguenza dell’emergenza sanitaria tuttora in corso, pubblichiamo una tabella riassuntiva dei provvedimenti di esenzione che si sono stratificati nel tempo, a partire dal dl 34/2020 (cd. dl “Rilancio”).

Lo schema permette di individuare con maggiore chiarezza anche le categorie di soggetti beneficiari delle esenzioni e i requisiti necessari per accedervi.

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