Ultimo aggiornamento 13.12.2024 - 13:07
Amministratore IFEL2

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Slide relatire al webinar del giorno 26 settembre 2016 - Il Piano Nazionale Anticorruzione 2016 e i nuovi PTPC - Relatore: Daniela Bolognino

 

Slide e Relazione relative al corso organizzato in partnership con ANUTEL a Monza il 14 settembre 2016 "Le procedure di notifica di atti impositivi". Relatore: Enrico Cecchin (Esperto Tributario)

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Slide e relazione relative al corso organizzato da ANUTEL a Sesto al Reghena il 22 settembre 2016 "La compartecipazione dei Comuni all'attività accertativa dell'Agenzia delle entrate". Relatore Maurangelo Rana (Avvocato Triburarista)

Pubblichiamo, in allegato, un format di Regolamento di contabilità, elaborato con l’obiettivo di fornire un valido strumento nella predisposizione del documento, evitando una mera ripetizione delle disposizioni previste dal TUEL e dei principi contabili allegati al decreto legislativo n. 118/2011.

Per facilitare l’utilizzo del format di Regolamento, laddove previsto, è stato indicato se le disposizioni contenute devono essere recepite solo da una parte dei Comuni (per esempio quelli con oltre 15mila residenti) o se i contenuti indicati sono facoltativi, lasciando così discrezionalità all’ente. Inoltre, in alcuni casi, si propongono diverse soluzioni alternative (evidenziate in rosso), con particolare riferimento all’orizzonte temporale e alle modalità di attuazione delle disposizioni.

L’età media dei dipendenti comunali a tempo indeterminato è di 51 anni, mentre nel 2013 era di 50 anni. Come per l’anno precedente, anche nel 2014 la classe che registra la maggiore concentrazione di lavoratori, pari al 24,9%, è quella dei 55-59enni (Tabella 1). Nel confronto con il 2013, il personale con meno di 34 anni si riduce, passando dal 4,3% al 3,7% del totale. All’opposto i 60-64enni aumentano, dall’11,2% al 13,9%. È così possibile cogliere da un lato l’effetto del blocco al turnover che preclude l’ingresso di personale giovane e dall’altro del rallentamento delle dinamiche in uscita, il quale riflette l’esigenza di allungare la vita lavorativa per rendere sostenibili i sistemi previdenziali.
Le donne costituiscono più della metà dei dipendenti comunali in servizio nelle classi di età con meno di 55 anni, con l’eccezione della classe “fino a 29 anni”, in cui l’incidenza delle donne è pari al 49,7%. La maggiore incidenza dei dipendenti di genere femminile, pari al 61,4%, si registra nella fascia di età “40-44”. Al contrario, nelle classi con oltre 55 anni di età a prevalere sono gli uomini: in particolare tra gli over 65 le donne sono soltanto il 16,4%.

Tabella 1 L’età dei dipendenti a tempo indeterminato, per genere, 2014

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Analizzando l’età dei dipendenti comunali a tempo indeterminato per fascia demografica, si osserva che i 55-59enni prevalgono in tutte le classi di ampiezza demografica, con il dato maggiore (26,0%) rilevato nei comuni con una popolazione compresa tra i 20.000 e i 59.999 abitanti (Tabella 2).

La più alta incidenza di 60-64enni, rispetto al valore medio, si rileva nei comuni con una popolazione superiore ai 250.000 residenti, dove essi rappresentano il 15,3% dei dipendenti.
Viceversa, il più alto valore percentuale di dipendenti comunali con età compresa tra i 30 e i 40 anni si rileva nei comuni con meno di 2.000 abitanti (pari all’11,6% del totale).
Nella classe di età “40-44 anni” si osservano valori superiori alla media nelle amministrazioni comunali con un numero di abitanti inferiore a 20.000; nella classe dei 45-49enni questo accade per i comuni nella fascia “60.000-249.999” e per quelli con una popolazione compresa tra i 5 mila e i 19.999 abitanti.
Va segnalato come il progressivo invecchiamento del personale, connesso ad un rigido governo del turnover potrebbe rendere difficoltoso un fisiologico riadattamento ai nuovi fabbisogni professionali. A questo proposito l’analisi dei titoli di studio posseduti dal personale comunale merita una descrizione. Ciò che si osserva è un profilo di amministrazione pubblica che risente di scelte e dinamiche storiche, i cui effetti tendono ad acuirsi in presenza di limiti all’avvicendamento del personale.

Tabella 2 L’età dei dipendenti a tempo indeterminato, per classe di ampiezza demografica, 2014


Poco più della metà dei dipendenti comunali a tempo indeterminato, il 56,3%, è in possesso d un titolo di studio di scuola superiore. Il 24,5% ha terminato la scuola dell’obbligo, il 15,8% ha una laurea e il 2,0% una laurea breve (Tabella 3).
In generale, in corrispondenza dei titoli di studio “più avanzati” si riscontrano le percentuali più elevate di dipendenti comunali a tempo indeterminato di genere femminile: ad esempio tra i dipendenti con laurea breve, laurea, dottorato e altri titoli post laurea, le donne sono rispettivamente il 70,8%, il 63,9%, il 65,7% ed il 69,1%. Al contrario l’incidenza percentuale delle donne si riduce al 37,3% tra chi ha terminato la propria formazione con la scuola dell’obbligo.

Tabella 3 Il titolo di studio dei dipendenti a tempo indeterminato, per genere, 2014


Analizzando il titolo di studio dei dipendenti comunali nelle differenti classi dimensionali comunali, si può rilevare che per tutte le taglie di ampiezza demografica oltre la metà dei dipendenti a tempo indeterminato ha conseguito al massimo il diploma di scuola superiore (Tabella 4). È nelle amministrazioni più piccole, con meno di 10.000 residenti, e in quelle con più di 250.000 abitanti, che, in relazione a questo titolo, si rilevano valori superiori al dato medio (56,3%).

Nelle realtà comunali con meno di 10.000 residenti e in quelle con una popolazione compresa tra i 20.000 e i 59.999 abitanti, si rilevano valori superiori al dato medio (24,5%) in relazione alla scuola dell’obbligo.
La laurea è maggiormente diffusa tra i dipendenti dei comuni che hanno un numero di abitanti compreso tra i 5.000 ed i 249.999, con valori più alti della media nazionale (15,8%). Al contrario, nei comuni con meno di 2.000 residenti, l’incidenza dei dipendenti comunali a tempo indeterminato laureati assume il valore minimo, pari al 10,4%.
La laurea breve è un titolo di studio generalmente poco diffuso, più presente tra i dipendenti dei comuni con popolazione superiore a 250.000 residenti (3,0%).

Tabella 4 Il titolo di studio dei dipendenti a tempo indeterminato, per classe demografica, 2014

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