Ultimo aggiornamento 11.12.2024 - 19:25
Amministratore IFEL2

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Verso la legge di Bilancio 2020. Regole e risorse per l’autonomia e lo sviluppo dei territori è il titolo dell’ottava edizione della Conferenza sulla Finanza e l’Economia Locale, organizzata dalla Fondazione IFEL e dall’ANCI, in programma a Roma mercoledì 23 ottobre presso la Residenza di Ripetta, Via di Ripetta 231.

I TEMI DELLA CONFERENZA

L’obiettivo di questo appuntamento annuale è di fare il punto sulle prospettive della finanza locale in questa fase di definizione della Legge di Bilancio 2020, riflettendo sullo stato dell’autonomia locale e le occasioni di sviluppo dei territori. Il programma è organizzato in due sessioni di lavoro.

Nel corso della mattinata si approfondiranno le principali questioni riguardanti il sistema di regole e la disponibilità di risorse che impattano direttamente sulla vita dei comuni. La sessione del pomeriggio affronta il tema degli investimenti focalizzandosi sul ruolo che possono svolgere i Comuni come attori chiave nel rilancio dello sviluppo dei territori e dell’intero Paese.

Entrambe le sessioni prevedono relazioni tecniche introduttive e un confronto aperto tra Sindaci, amministratori locali e membri del Governo: SCARICA IL PROGRAMMA.

Per tutte le informazioni aggiornate sul programma e sulle modalità di partecipazione è disponibile il sito tematico della Conferenza: https://conferenza.fondazioneifel.it/

DIRETTA STREAMING

I lavori della Conferenza saranno trasmessi in diretta streaming sul sito dell'evento e sul canale YouTube della Fondazione

Con la conversione in legge del dl n.34 del 2019 è stato modificato l’art. 232, comma 2 del TUEL, prevedendo che gli obblighi di tenuta della contabilità economico-patrimoniale siano prorogati all’esercizio 2020.

La nuova norma non pone alcuna condizione alla facoltà del Comune di non redigere la CEP con riferimento al 2019, impegnandolo, in alternativa, ad elaborare uno stato patrimoniale semplificato anche sulla base di una proposta elaborata dalla Commissione Arconet. La proposta di modello semplificato è stata approvata da Arconet nella seduta dell’11 settembre scorso, con il concorde concorso di tutte le componenti.

Nel verbale di tale seduta, tuttavia, veniva inserito un passaggio secondo il quale lo schema semplificato non poteva essere adottato dai Comuni con meno di 5mila abitanti che avessero approvato il rendiconto 2018 comprensivo dello stato patrimoniale e del conto economico. Tale considerazione, espressa nonostante il parere contrario dei rappresentanti dell’ANCI e dell’UPI ed in assenza di parere espresso dai rappresentanti delle Regioni, è stata poi fortemente contestata da ANCI con una lettera che il Presidente Decaro ha inviato alla Vice Ministra Laura Castelli lo scorso 1° ottobre, nella quale si evidenziava come tale interpretazione fosse del tutto estranea al nuovo dettato normativo. Il “metodo semplificato”, infatti, non è affatto “riservato agli enti che hanno rinviato l’adozione” della CEP, bensì a coloro che “rinviano la contabilità economico-patrimoniale con riferimento all’esercizio 2019”, come testualmente recita il nuovo comma 2 dell'articolo 232 TUEL.

La Commissione Arconet, tornando sull’argomento nel corso della seduta del 2 ottobre, ha infine concordato sulla facoltatività della tenuta della CEP per il 2019 per tutti i Comuni fino a 5mila abitanti, anche per quelli che abbiano già corredato il consuntivo degli esercizi 2018 e precedenti degli allegati economico-patrimoniali. La Commissione raccomanda comunque agli enti che hanno già utilmente adottato la contabilità economico-patrimoniale di proseguire lungo il percorso intrapreso.

Dal 24 al 26 ottobre Palermo ospita la 60.ma Riunione Scientifica Annuale della SIE – Società Italiana degli Economisti. Il tema generale della riunione è Economie, Idee e Politiche e su questo verteranno incontri generali, sessioni specifiche e altre iniziative.

Nell’ambito della riunione, in programma presso l'Università di Palermo, IFEL offrirà il proprio contributo presentando il paper: “Le Imprese Pubbliche Nazionali nello sviluppo economico del Mezzogiorno” (scaricabile qui). Di seguito l’abstract del paper:

In un contesto di crescente marginalizzazione della questione meridionale nel quadro nazionale, il presente paper si pone l’obiettivo di individuare il ruolo che le Imprese Pubbliche Nazionali (IPN), con la propria spesa, giocano nei processi di crescita e sviluppo economico del Mezzogiorno d’Italia. Per fare ciò, ricorrendo alla banca dati dei Conti Pubblici Territoriali, si analizza il trend delle uscite in conto capitale del Settore Pubblico Allargato (SPA), ed in particolare degli investimenti, per soggetto di spesa. L’evidenza empirica dimostra come il ridotto impegno delle IPN nel Mezzogiorno, rispetto al Centro-Nord, abbia pesantemente contribuito ad amplificare il divario di spesa pubblica in conto capitale tra il 2001 ed il 2010, per poi riequilibrarsi dall’anno dopo fino al 2016. Nel decennio 2001-2010 si assiste anche ad una importante contrazione degli investimenti della Pubblica Amministrazione, aggravatasi pesantemente dal 2009, che non poteva non impattare negativamente sul livello di dotazione infrastrutturale del Mezzogiorno, condizione abilitante per uno sviluppo industriale strutturale e duraturo.

Sul sito della società è possibile consultare il programma sintetico della manifestazione e il programma delle sessioni.

“L’aumento dell’Iva è senza dubbio un rischio da scongiurare, un imperativo per un Paese che ha bisogno di rimettersi in piedi, di tornare a correre senza lasciare indietro nessuno. Ma sicuramente questo rischio non si scongiura usando i Comuni italiani come dei bancomat. È stato fatto già troppe volte negli anni e i bilanci degli enti locali ne portano ancora indelebili i segni: dal turn over bloccato che li ha impoveriti del necessario personale per portare avanti gli investimenti e per garantire i servizi, al contributo per il risanamento della finanza pubblica, quantificato nella cifra monstre di 12 miliardi in pochi anni. Per non dire di quando, solo un anno fa, abbiamo dovuto scongiurare in extremis il furto con destrezza in parlamento, delle risorse destinate alle periferie delle città. Questa volta non possiamo essere ancora noi a pagare i conti. Non mentre i nostri bilanci sono in una condizione di equilibrio precario e non mentre servono, al contrario, investimenti per salvare i piccoli Comuni e rilanciarne la fondamentale funzione di presidio per il nostro Paese, e per rendere più sostenibili e vivibili le città. Questa volta no. I sindaci sono pronti a scendere in piazza”. E’ quanto dichiara Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente Anci.

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