Con la delibera 18 gennaio 2022 n.15/2022 ARERA ha approvato il testo unico per la regolazione della qualità del servizio di gestione dei rifiuti urbani (TQRIF), che impone il rispetto di una serie di obblighi di servizio ai soggetti gestori del servizio rifiuti, ivi inclusi i Comuni che gestiscono direttamente il tributo TARI – a decorrere dal 1° gennaio 2023 (art. 1, comma 2, delibera 15/2022).
Le prescrizioni dettate da ARERA in tema di qualità rappresentano certamente un obiettivo cui tendere, a cui è necessario dar seguito in virtù dei poteri attribuiti dalla legge ad ARERA (ivi incluso il potere sanzionatorio), ma occorre anche contemperare i nuovi obblighi con quello che risulta attuabile sia sulla base della legge, e sia delle risorse umane e finanziarie a disposizione dei Comuni. In questa prospettiva si colloca lo spirito dello schema di regolamento IFEL, introdotto da una nota descrittiva, che compie lo sforzo di riconciliare, per quanto e laddove possibile, il rispetto delle prescrizioni regolatorie con la legge speciale che governa l’ambito tributario di riferimento e con il conseguente potere regolamentare dei Comuni in materia di entrate proprie che si spinge fino a prevalere sulle norme legislative specifiche, fatti salvi, ovviamente, i limiti espressamente imposti in quanto riservati alla legge e relativi alla determinazione delle fattispecie imponibili, dell’aliquota massima e dei soggettivi passivi (art.52, d.lgs 446/1997).
La modifica della disciplina del canone patrimoniale (CUP) applicabile alle infrastrutture di telecomunicazione ubicate su aree comunali, operata attraverso l’introduzione del comma 831-bis, sta generando importanti perdite di gettito per i Comuni interessati, che a tutt’oggi non appaiono adeguatamente considerate dal Legislatore e dal Governo.
In particolare, un’indagine condotta dall’IFEL, presso alcune decine di città medio grandi, ha rilevato che, pur nella notevole diversificazione dei regimi contrattuali e di prelievo, l’applicazione del canone forfettario di 800 euro, ha ridotto del 90% il valore medio del gettito ritraibile da un singolo impianto.
Alle difficoltà finanziarie sopracitate, si aggiungono le “pretese” di alcuni operatori economici del settore che, interpretando a loro esclusivo favore la nuova disposizione, hanno avviato massicce iniziative di “sollecito” ai Comuni, tese a rinegoziare/modificare/estinguere assetti contrattuali anche riconducibili all’agire privatistico degli enti locali, rispetto alle quali pubblichiamo una nota di chiarimento finalizzata a fornire utili orientamenti agli enti interessati.
A decorrere dal 1° gennaio 2023 verranno meno gli adempimenti dei tesorieri e dei cassieri riguardanti la trasmissione alla banca dati SIOPE delle informazioni codificate degli incassi e dei pagamenti relative agli esercizi 2023 e successivi.
Conseguentemente, a decorrere dall’esercizio 2023, la banca dati SIOPE sarà alimentata dai dati dell’infrastruttura SIOPE+, sviluppata e gestita dalla Banca d’Italia per conto della Ragioneria generale dello Stato.
Pubblichiamo una nota di approfondimento con l’obiettivo di illustrare le nuove modalità di alimentazione di SIOPE, le modifiche recentemente apportate alla piattaforma SIOPE+ – che non appesantiscono l’operatività degli Enti – e, soprattutto, per fornire ai Comuni le informazioni e gli accorgimenti utili a migliorare il colloquio applicativo con SIOPE+.