Il 9 maggio, la “Dichiarazione Schuman”, la Giornata dell'Europa. Date, nomi e ricorrenze che sono entrate nel lessico di generazioni di europei. Quelle con qualche anno in più, che ancora ricordano l’Europa in guerra o divisa, ma che hanno visto crollare barriere, confini e muri. Quelle più giovani, che sono nate senza conoscere conflitti e confini, che hanno girato liberi, senza dogane e passaporti, ma che oggi rivivono i fantasmi di una guerra drammatica e di cui non si vede la fine. Per tutti loro questa è e deve restare una ricorrenza importante, simbolo di unità e solidarietà tra popoli, ma anche momento per riflettere sui successi e sulle sfide che l'Unione Europea affronta nel suo continuo percorso verso l'integrazione e la cooperazione. La Giornata dell'Europa ha le sue radici nel 9 maggio 1950, quando il Ministro degli Esteri francese, Robert Schuman, tenne un discorso storico dove propose la creazione di un'Istituzione europea comune per gestire la produzione di carbone e acciaio, con l'obiettivo di garantire la pace e prevenire futuri conflitti tra le nazioni europee: la Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio (CECA), nata nel 1951, fu il primo passo verso la creazione dell'odierna Unione Europea.
Celebrarla rappresenta l'occasione per riflettere sull'importanza dell'unità europea e dei valori condivisi: la democrazia, i diritti umani, la libertà, la solidarietà e la pace. L'Europa è un esempio unico di cooperazione tra nazioni sovrane, che hanno scelto liberamente di lavorare insieme per affrontare sfide comuni e promuovere il benessere dei propri cittadini. Ma questa giornata diventa anche momento per valutare i progressi compiuti e per riflettere sulle nuove sfide ancora da affrontare: cambiamento climatico, lotta a tutte le forme di disuguaglianza e disparità, tensioni geopolitiche, completamento dell’integrazione socioeconomica e della coesione territoriale.Eventi e manifestazioni, concerti e mostre, conferenze e attività educative che mirano a promuovere la consapevolezza dei cittadini sul significato e sui i valori dell'Unione e che coinvolgono milioni di cittadini europei di tutte le età giovani che gli adulti. Alla stessa maniera, le Istituzioni europee aprono le porte al pubblico, offrendo l'opportunità di scoprire come funzionano e mostrando, con trasparenza e responsabilità, ciò che quotidianamente si fa per l’Europa e per i cittadini.
La Fondazione IFEL Campania, coerentemente con la sua mission – che intende promuovere lo sviluppo locale e regionale in Campania mediante i fondi strutturali – partecipa attivamente alle celebrazioni e, per l’occasione, ha prodotto un piccolo spot con le voci del Presidente della Fondazione, il Dott. Angelo Rughetti, dell’Ing. Sergio Negro, della Direzione Generale Autorità di Gestione Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, e del Direttore Generale di IFEL Campania, l’Avv. Annapaola Voto.
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Galeone: è il frutto della collaborazione tra IFEL e il Comune di Roma.
ll Sindaco Roberto Gualtieri e l’assessore Tobia Zevi hanno presentato oggi, nella sala delle Bandiere del Campidoglio, l’Atlante del patrimonio di Roma Capitale.
Il Progetto è stato realizzato anche grazie allo studio di fattibilità realizzato nei mesi scorsi dal Dipartimento Supporto ai Comuni e Studi politiche europee della Fondazione IFEL, che con il Direttore Pierciro Galeone ha partecipato all’evento. Il Sindaco ha definito il progetto "un esercizio di trasparenza e conoscenza" che consentirà di valorizzare sotto il profilo sociale e ambientale l'enorme patrimonio di beni della capitale. Il progetto avrà anche un impatto sul bilancio comunale poiché consentirà di recuperare a valore economico tutti i beni di proprietà del comune. Attualmente sono censiti infatti soltanto 70.000 beni mentre il comune ne possiede almeno 100.000. Il censimento, che verrà completato entro il 2025, consentirà il recupero a bilancio di diversi miliardi di euro.
Un ringraziamento ad IFEL è venuto anche dall’Assessore Tobia Zevi che nel suo intervento ha rievocato l’iter progettuale, illustrando le varie fasi e lo stato dell’arte attuale. Il progetto metterà a sistema la conoscenza attraverso 4 linee azioni: il sistema applicativo, unificando quelli esistenti dispersi in varie istituzioni; i dati, con la bonifica di tutti quelli a disposizione e l'acquisizione dei nuovi su beni non "conosciuti"; i servizi a cittadini e a imprese, per consentire l'accesso alle informazioni a tutti i soggetti interessati; infine, i rilievi, da realizzare in collaborazione con le tre università della capitale per restituire in modalità multidimensionale e georeferenziate tutti i cespiti censiti.
L’assessore Zevi ha annunciato che entro dicembre 2023, anticipando i risultati del censimento, sarà lanciata un'APP informativa di tutti i beni di edilizia residenziale pubblica (ERP) per consentire una conoscenza diffusa di questo importante asset. Seguirà l'estensione a tutti le altre tipologie di beni. Il progetto consentirà di allineare anche le attività di tutti gli uffici che concorrono alla gestione del patrimonio di Roma Capitale, comprese le società partecipare che oggi già svolgono importanti funzioni gestorie nonché i Municipi che vi esercitano importanti poteri amministrativi. Un guadagno importante sarà conseguito in termini di trasparenza dell'azione pubblica, per esempio in materia di affitti e concessioni. Ma il principale beneficio del progetto lo avranno le romane e i romani che sono i veri proprietari del patrimonio della città e che potranno utilizzare la conoscenza acquisita per proporre progetti di valorizzazione sostenibile e sociale. "Con l'Atlante Roma Capitale non realizza solamente un censimento, molte volte annunciato negli anni, ma mette in piedi un sistema dinamico ed in continuo aggiornamento con cui offrire migliori servizi alla popolazione. Siamo fieri di aver potuto dare un nostro contributo all'opera" ha commentato Pierciro Galeone nel suo intervento. Annunciata, infine, la seconda edizione degli Stati Generali del Patrimonio che si dovrebbe tenere entro l’estate e sarà focalizzata sui primi risultati del censimento.
Canelli: il Pnrr dei Comuni è partito. Ora deve funzionare tutto il resto
Da oggi è possibile consultare sulla Piattaforma Easy della Fondazione IFEL comune per comune l’importo delle risorse assegnate dai bandi del PNRR, banca dati resa possibile attraverso la raccolta e l’analisi dei decreti e delle graduatorie PNRR pubblicate dalle amministrazioni. In particolare la sezione #PNRRinCOMUNE del portale permette di visualizzare le assegnazioni degli investimenti PNRR rivolti a comuni, città metropolitane, unioni di comuni e comunità montane. La navigazione per comune permette di visualizzare in quali missioni e componenti o investimenti e riforme è coinvolto un singolo comune o altra aggregazione nonché le assegnazioni di cui risulta beneficiario alla data di aggiornamento del database. Una seconda modalità di navigazione permette, invece, di consultare le stesse risorse assegnate per territorio, missione e componente PNRR divise per ripartizioni geografiche, singole regioni e provincie autonome o le singole province. Questa navigazione permette inoltre la lettura della distribuzione territoriale delle assegnazioni di ciascuna missione e componente.
“I Comuni stanno facendo la loro parte. Per loro il Pnrr sta funzionando, pur con tutte le difficoltà dovute anche alla carenza di personale. Sono state già bandite 35 mila gare per un valore di 17 miliardi e 732 mila euro su un totale di assegnazioni agli enti locali pari a 34,1 miliardi di euro. Le assegnazioni per il 36,2% sono localizzate al Nord, il 18,9% al Centro ed il 44,9% al Mezzogiorno. Quest’ultimo dato testimonia nel comparto comunale il rispetto della “clausola 40%”, che consiste nella destinazione territoriale specifica alle regioni del Mezzogiorno di almeno il 40% delle risorse del Piano. Ma in assenza di un'anagrafica completa degli interventi e del relativo soggetto attuatore anche i pagamenti si bloccano, come stanno segnalando moltissimi Comuni”, commenta così la pubblicazione dei dati sulla piattaforma della Fondazione “Easy” il Presidente di IFEL Alessandro Canelli e Sindaco di Novara.
“In pratica – spiega il responsabile della finanza locale di ANCI - se il progetto non si trova nel Regis non arrivano i finanziamenti, che devono quindi essere anticipati integralmente dal Comune. Il sistema non deve ritardare i pagamenti. Nei casi di maggior tensione finanziaria, peraltro, ci sono rischi concreti di default”.
Entrando nel merito, l’analisi è stata sviluppata nell’ambito del Progetto Easy-Investimenti, che IFEL gestisce nell’ambito di una Convenzione con MEF e MINT e che si propone di offrire supporto ai Comuni sulla programmazione e attuazione degli investimenti territoriali.
Lo scopo della piattaforma è quello di dare informazioni sulla distribuzione territoriale degli investimenti pubblici finanziati dal Piano, anche al fine di orientare in maniera più mirata le azioni di supporto del Progetto Easy-Investimenti.
Alla data del 7 marzo 2023 le assegnazioni PNRR ai comuni ammontano a 34,1 miliardi di euro, il 36,2% localizzato al Nord, il 18,9% al Centro ed il 44,9% al Mezzogiorno. Quest’ultimo dato testimonia nel comparto comunale il rispetto della “clausola 40%”, che consiste nella destinazione territoriale specifica alle regioni del Mezzogiorno di almeno il 40% delle risorse del Piano.
I comuni della Sicilia e della Lombardia sono i beneficiari della quota più ampia di risorse, con l’11,4% e l’11,2% rispettivamente. Seguono i comuni della Campania, con il 10,6% delle assegnazioni, del Lazio, a quota 9,1% e della Puglia, con l’8,3% delle risorse.
La distribuzione delle risorse PNRR destinate ai comuni per Missione evidenzia una prevalenza della Missione 2 dedicata alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica, con il 41,4% dell’importo complessivo. In tale ambito di intervento le Componenti più rilevanti sono la “M2C4: Tutela del territorio e della risorsa idrica” e la “M2C2: Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile”: nel primo caso si concentra il 20,6% delle assegnazioni, mentre nel secondo caso il 16% delle risorse. Dei complessivi 34,1 miliardi di euro assegnati ai comuni circa un terzo riguarda la Missione 5 per l’inclusione e la coesione, in particolare la “M5C2: Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore” (28,4% degli importi totali). Delle somme PNRR in capo ai comuni meno di un quinto (19,2%) è attribuibile alla Missione 4, o meglio alla sua Componente 1 per il potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione, dagli asili nido alle università.
Infine, circa il 9% delle risorse con comuni beneficiari rientra nella Missione 1 per la digitalizzazione, l’innovazione, la competitività, la cultura e il turismo, che si scompone nel modo seguente: un 5,5% per la “M1C1: Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA” ed un 3,2% per la “M1C3: Turismo e cultura 4.0”.
Circoscrivendo l’analisi alle sole amministrazioni comunali beneficiarie, emerge come un quarto delle assegnazioni (24,3%) sia in capo ai piccoli comuni fino a 5.000 abitanti, che rappresentano il 70% dei comuni italiani, mentre i restanti ¾ di risorse (75,7%) sono assegnati ai comuni oltre i 5.000 residenti.
Lunedì 8 maggio 2023 partono i webinar formativi del Modulo 3 “Dalla gara all'aggiudicazione”, previsti nell’ambito della Formazione di base della PNRR ACADEMY, realizzata dalla Convenzione tra Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims) - Direzione generale per la regolazione dei contratti pubblici e la vigilanza sulle grandi opere e ITACA, IFEL e SNA, in collaborazione con la rete nazionale degli Osservatori regionali, Anac e Consip.
Il modulo si articola in 3 webinar:
Tutte le attività formative saranno erogate, gratuitamente, nell’ambito della Piattaforma Nazionale di Formazione per il Responsabile Unico del Procedimento.
Per consultare i programmi dei webinar e il calendario delle edizioni clicca qui.
A ciascun webinar potranno partecipare fino ad un massimo di 1.000 discenti appartenenti all’ambito regionale cui l’edizione è rivolta. La registrazione del webinar sarà disponibile entro 24 ore lavorative dalla conclusione dell’evento online e sarà consultabile direttamente in Piattaforma Nazionale di Formazione per il Responsabile Unico del Procedimento.
Per iscriversi ai webinar, accedere alla piattaforma. L’iscrizione consentirà di partecipare all'incontro utilizzando le credenziali di accesso alla piattaforma; pertanto, non sarà necessario iscriversi a ogni singolo webinar. I link per accedere alla diretta saranno disponibili 15 minuti prima dell’inizio di ogni evento.
Per maggiori informazioni è possibile scrivere all'indirizzo:
La Cassa Depositi e Prestiti ha avviato a partire dal 6 aprile una nuova operazione di rinegoziazione dei mutui degli enti locali, come annunciato dal comunicato del 5 aprile, qui allegato, e dettagliato dalla circolare Cdp n. 1303 del 4 aprile 2023.
La rinegoziazione dei mutui approvata da CDP anche su sollecitazione dell’ANCI, potrà riguardare la grande maggioranza delle posizioni attive degli enti locali (debiti residui per circa 24 miliardi di euro) e l'intero processo avverrà per via telematica.
Si prevede l'abbattimento delle quote capitale da corrispondere nel 2023 e 2024, consentendo così di liberare significative risorse finanziarie già sul bilancio 2023, a sostegno degli equilibri correnti degli enti locali, a fronte delle tensioni persistenti sui prezzi delle materie prime, dei materiali e dell'energia.
Si ricorda che, in deroga alle norme ordinarie, le operazioni di rinegoziazione sono possibili anche in fase di esercizio provvisorio e attraverso deliberazioni dell'organo esecutivo e che le economie risultanti sono libere da vincoli di destinazione fino al 2025 (dl 198/2022, art. 3-ter).
Per aderire alla rinegoziazione 2023, gli enti hanno tempo dal 6 al 26 aprile 2023. Entro il 5 maggio andranno trasmesse le deleghe di pagamento e entro il 22 maggio è previsto il perfezionamento del contratto.