La Cassa depositi e prestiti, accogliendo le sollecitazioni dell’ANCI, ha prorogato - purtroppo solo di qualche giorno - i termini per l’adesione alla rinegoziazione dei prestiti a Comuni, Province e Città Metropolitane.
I nuovi termini sono i seguenti:
• 30 maggio 2017 per la prenotazione tramite l’applicativo web della Cdp (originariamente era il 26 maggio 2017);
• 5 giugno 2017 per la ricezione da parte della Cdp della documentazione necessaria alla conferma della prenotazione (originariamente era il 1° giugno 2017);
• 13 giugno 2017 per l’acquisizione degli originali delle delegazioni di pagamento relative ai prestiti dei Comuni (originariamente era il 9 giugno 2017).
Si ricorda che la scadenza del 30 maggio riguarda esclusivamente la prenotazione tramite l’applicativo web della Cassa e non necessita di alcuna delibera comunale. La delibera di Consiglio di approvazione dell’operazione, esecutiva a tutti gli effetti di legge, può infatti intervenire anche successivamente alla data del 30 maggio.
Gli estremi della delibera di Consiglio devono essere inviati per via telematica entro il nuovo termine di lunedì 5 giugno 2017, unitamente alla restante documentazione richiesta dalle circolari nn. 1287 e 1288 della Cdp, dando così valore di definitiva conferma alle prenotazioni effettuate.
Emanare con urgenza il Dpcm che permette i pagamenti ai Comuni: è quanto chiede il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, in una lettera inviata ai ministri Pier Carlo Padoan e Marco Minniti (Economia e Interno) e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi.
“A pochi giorni dalla scadenza del 31 maggio, termine sancito dall’accordo in Stato-Città per l’erogazione del 50% del Fsc – scrive Decaro –, non risulta ancora perfezionato il Dpcm con il quale sono fissati i criteri di alimentazione e riparto del Fondo. Senza un provvedimento formale – spiega il presidente Anci –, il ministero dell’Interno potrebbe non dare corso all’erogazione”. Si tratta di somme, ricorda Decaro “comprensive di rilevanti quote di ristori dei gettiti fiscali aboliti dal 2016” a partire dalla Tasi sulla prima casa.
“Per evitare problemi di liquidità in un gran numero di enti” il presidente Anci chiede quindi “l’immediata emanazione del Dpcm, che assicuri l’erogazione del 50% del Fondo” o in alternativa un “apposito atto di governo” che autorizzi il Viminale al pagamento.