Ultimo aggiornamento 22.04.2024 - 14:20

Fabbisogni Standard

Il fabbisogno standard di un comune può essere definito come quel livello di spesa che deve essere garantito tenendo conto di tutti gli elementi che concorrono, da un lato ad alimentare la domanda di un certo servizio, dall’altro a condizionare i costi che l’ente deve sostenere per erogarlo. In questo modo il fabbisogno standard si sostanzierebbe in un ammontare monetario che può essere immaginato come il prodotto di una quantità “standard” per un adeguato (ed efficientato) costo unitario. Di fatto le cose non stanno proprio così e la distanza da questo ideale teorico dipende anche dal servizio analizzato.

Le funzioni comunali che vengono sottoposte al calcolo del rispettivo fabbisogno aggregano, secondo una prospettiva di centro di costo, le Funzioni fondamentali definite dal comma 1 dell'articolo 19 del decreto legge n. 95 del 2012. Approfondisci

Si tratta di:

  1. Funzioni generali di amministrazione (Anagrafe, Ufficio tecnico, Gestione entrate e Altri servizi generali)
  2. Polizia locale
  3. Istruzione pubblica per le scuole dell'infanzia, primarie e medie (manutenzione, riscaldamento, illuminazione degli edifici scolastici, trasporto degli alunni; refezione; assistenza scolastica e trasporto di alunni disabili);
  4. Asili nido
  5. Servizi sociali (ad esclusione degli Asili nido)
  6. Viabilità e Territorio
  7. Raccolta e smaltimento rifiuti
  8. Trasporto pubblico locale

Solo per alcune delle funzioni è davvero possibile isolare il costo e la quantità del servizio reso. La difficoltà di misurare l’output, tipica ad esempio delle funzioni di amministrazione generale, fa sì che in diversi casi il fabbisogno sia stimato non in base ad un modello di costo, ma sulla base della spesa osservata, attraverso un modello arricchito da variabili rappresentative della domanda e dell’offerta del servizio.

In questi casi il fabbisogno standard è ottenibile come spesa procapite contestualizzata ed ha quindi natura di spesa media declinata in funzione di un complesso set di grandezze di domanda che esprimono i bisogni espressi dal territorio di ogni singolo comune (fattori demografici, economici, sociali, ecc.) nonché di comprovate specificità di offerta e dunque di costo (costo del lavoro, degli affitti, dei carburanti, ecc.).

Funzione di spesa e di costo Approfondisci

La Figura 1 mostra questa duplice opzione operativa. La catena causale muove dalle esigenze espresse dal territorio, passa attraverso il quantum di servizi da erogare e determina le risorse necessarie a questo scopo. Ove l’output è misurabile in modo convincente la relazione analizzata è quella fra output e risorse, cioè costo. Diversamente, l’analisi deve fare a meno dell’output, e la relazione studiata è quella che lega risorse ed esigenze del territorio.

Figura 1: Funzione di spesa e di costo
Funzione di spesa

La scelta tra le due diverse configurazioni economiche, rispettivamente funzione di costo le prime e funzione di spesa le seconde, risponde proprio alla possibilità o meno di giungere a vere e proprie misurazioni di output. Finora la funzione di costo è stata applicata per la determinazione del fabbisogno per l’Istruzione pubblica, per l’Asilo nido e per il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti. La funzione di spesa è stata adottata per le Funzioni generali di amministrazione, per la Polizia locale, per la Viabilità e Territorio.

Nella metodologia più recentemente adottata è stata individuata una terza possibilità in qualche modo intermedia. La funzione di spesa è stata potenziata per alcuni servizi attraverso una soluzione tecnica etichettata come “funzione di spesa aumentata”, individuata per sopperire alla necessità, più volte espressa nel corso degli anni, di attribuire un maggior fabbisogno ai comuni “che fanno di più”, seppur nell’impossibilità di costruire delle vere e proprie funzioni di costo e quindi di poter quantificare con esattezza l’ammontare di servizio erogato. E’ il caso dei Servizi sociali e del Trasporto pubblico locale.

Il versante applicativo

Da un punto di vista operativo, il calcolo dei fabbisogni per ciascuna funzione è un processo a due stadi. Il primo consiste nella definizione del modello di regressione e nella stima econometrica dei coefficienti delle variabili considerate, il secondo nella applicazione concreta del modello per giungere alla determinazione del fabbisogno standard di ciascun comune.

Il primo passo è quello di spiegare al meglio la spesa storica dei diversi servizi per singolo comune, individuando gli elementi che sia da un punto di vista logico, sia come evidenza statistica siano associabili ai differenziali di spesa. La tecnica econometrica consente fondamentalmente di verificare la fondatezza di una ipotesi di spiegazione e, in caso positivo, di valutarne la rilevanza quantitativa.

La Figura 2 mostra nella parte sinistra l’intervento dei diversi driver raggruppati in base alla loro natura. Come si può vedere, per le funzioni di spesa oltre ai fattori di scala sono presenti contenitori relativi al complesso degli elementi di domanda e di offerta, alle scelte gestionali, ai costi dei fattori produttivi e agli effetti territoriali.

Figura 2: Funzioni di spesa e di spesa aumentata.
Funzioni di spesa e di spesa aumentata. Stima e applicazione

Nota: Nella sezione riferita all’Applicazione, l'intensità della casella mostra visivamente l'incidenza specifica delle sterilizzazioni (bianco: nessuna sterilizzazione, colore pieno: tutte). Per il costo dei fattori produttivi la colorazione gialla indica che l'effetto non è stato sterilizzato, ma normalizzato.

Nel caso delle funzioni di spesa aumentate si aggiungono le caratteristiche del servizio, intese come misure di presenza o di intensità di alcune attività di particolare importanza. Nei servizi sociali, ad esempio, si considera il numero di aree di intervento o la presenza di strutture residenziali o semi-residenziali, mentre nel Trasporto pubblico locale si distinguono i comuni che hanno la metropolitana, il tram o i servizi a fune da chi svolge il trasporto locale unicamente su gomma.

Per le funzioni di costo, schematizzate in Figura 3, gli elementi di contesto che rappresentano i fattori di domanda e di offerta sono sostituiti dalle quantità degli output prodotti, dalle caratteristiche dei servizi erogati e dalle specificità socio-economiche. Queste ultime intervengono assegnando ciascun comune ad un gruppo omogeneo in relazione, appunto, a caratteristiche economiche e sociali.

Figura 3: Funzioni di costo.
Funzioni di costo. Stima e applicazione

Nota: Nella sezione riferita all’Applicazione, l'intensità della casella mostra visivamente l'incidenza specifica delle sterilizzazioni (bianco: nessuna sterilizzazione, colore pieno: tutte). Per il costo dei fattori produttivi la colorazione gialla indica che l'effetto non è stato sterilizzato, ma normalizzato.

La seconda fase del meccanismo (illustrata nella parte destra di Figura 2 e 3 ) affronta una diversa tipologia di scelte sulla base dei pesi individuati per ciascun driver e dal valore che quel driver assume per giungere al fabbisogno standard. Una caratteristica decisiva dell’intero meccanismo è infatti quella di lasciare al policy maker la possibilità di decidere quali dei driver hanno dignità di entrare a definire le relatività nel programma perequativo. Approfondisci

E’ il caso di tutte le grandezze che rappresentano specifiche scelte gestionali, come la quota di spese esternalizzate, che in molti casi spiegano in misura significativa i differenziali di spesa. Nel calcolo del fabbisogno si è deciso che queste scelte non incidano sul valore che si va a determinare. Un altro esempio è quello delle caratteristiche puramente geografiche: pur tenendo conto di ampi set di driver, quote consistenti dei differenziali di spesa restano connessi al fatto di appartenere ad una regione piuttosto che ad un’altra. Anche in questo caso, tranne che per due servizi, non si è ritenuto opportuno che differenziali di costo o di spesa di natura puramente geografica trovino riflesso nel valore del fabbisogno.

La scelta di quali driver debbano intervenire nella definizione dei fabbisogni standard è stata assunta formalmente in sede di CTFS (Commissione tecnica per i fabbisogni standard).

L’utilizzo dei fabbisogni standard in chiave gestionale

Ai fini del riparto perequativo, il fabbisogno standard di ciascun comune viene espresso in coefficienti di riparto, i quali a loro volta sono posti a confronto con gli analoghi coefficienti di riparto ricavati dalle capacità fiscali. La misura pubblicata del fabbisogno non è dunque un ammontare monetario assoluto, ma esprime la “quota di partecipazione” di ciascun comune al riparto complessivo. Nondimeno, una volta definite tutte le scelte applicative, prima di calcolare i coefficienti di riparto è necessario giungere alla determinazione di fabbisogni procapite, o alternativamente di costi unitari in termini di output, espressi naturalmente come valori monetari.

Non si tratta di valori da leggersi come corrispettivi di un finanziamento integrale delle funzioni fondamentali, oppure come costi efficienti, ma come espressione dei comportamenti medi di fatto attuati dai singoli comuni. Il grande patrimonio informativo a disposizione ha permesso di costruire una piattaforma di benchmarking, attraverso la quale ciascun comune può posizionare le proprie scelte. Da una curiosità iniziale di vedere cosa fanno gli altri Comuni simili, l’esercizio può trasformarsi in una più articolata presa d’atto della propria situazione gestionale.

A questo scopo, i fabbisogni standard sono presentati sotto diverse angolazioni in 3 differenti Prospetti:

  • il primo è finalizzato alla comparazione fra i valori specifici del Comune e quelli di un gruppo di Comuni simili (benchmark)
  • il secondo completa ed arricchisce l'analisi con una serie di indicatori gestionali, aggiuntivi rispetto alla determinazione dei fabbisogni standard
  • il terzo pone in evidenza l’effetto di ciascun driver nel determinare i valori di fabbisogno standard

Di seguito si presentano brevemente le informazioni sintetizzate in ciascun Prospetto. Nella parte accessibile agli amministratori comunali, raggiungibile tramite il tasto Visualizza i dati, ciascun utente potrà visualizzare le informazioni puntuali relative al proprio comune.

Peso delle costituenti sui valori di fabbisogno standard Comune XXXXXX
Regione XXXXXX
Popolazione 40.000
Questionario FC30U Compilato
Polizia Locale Unità di misura Segno dell'effetto Valore del Comune Benchmark predefinito Scarti dal benchmark (€ per abitante)
Spesa storica € per abitante 31,81 37,83
Fabbisogno standard € per abitante - 39,68 35,69 4,00
Economie/diseconomie di scala ab. (±) 40.399 17.905 0
Contesto domanda/offerta
Giornate annue di mercato n. per 1000 ab. (+) 2,57 8,58 -0,85
Stalli per la sosta a pagamento n. per 1000 ab. (+) 12,90 22,40 -0,72
Presenze turistiche n. per ab. (+) 1,63 3,34 -0,12
Scuole n. per 1000 ab. (+) 0,93 0,80 0,29
Visitatori musei n. per ab. (+) 0,35 0,48 -0,02
Lunghezza strade Km per 100 ab. (+) 10,91 15,30 -0,20
Densità abitativa ab. per kmq (+) 370,96 392,99 -0,04
Pendolari n. per ab. (+) 0,17 0,02 1,26
Addetti nei servizi turistici e altro n. per 1000 ab. (+) 22,88 17,39 0,79
Comune litoraneo si/no (+) 0 0,19 -1,25
Incidenti stradali n. per 1000 ab. (+) 4,33 2,69 3,45
Querele e denunce ricevute n. per 1000 ab. (+) 0,17 0,86 -0,29
Arresti, sequestri penali, TSO, ecc. n. per 1000 ab. (+) 5,74 1,17 2,33
Servizio armato si/no (+) 0 0,75 -1,69
Servizio notturno si/no (+) 1,00 0,88 0,20
Costo dei fattori produttivi - - - 0,86

Nella parte superiore del primo Prospetto, per ogni singola funzione, sono riportate due informazioni fondamentali : il fabbisogno standard monetario dello specifico Comune - alternativamente nella veste di spesa procapite o di costo unitario – e la corrispondente spesa storica, ottenuta riclassificando e completando i dati del Certificato di conto consuntivo per giungere al calcolo del costo pieno corrente, cioè di un valore che, a parte le spese in conto capitale ,offre una quantificazione del costo di produzione del servizio.

Il prospetto illustra poi l’elenco dei driver valorizzati nella determinazione del fabbisogno standard, l’unità di misura nella quale sono espressi ed il segno, ove il valore positivo significa che all’aumentare del driver stesso cresce anche il fabbisogno riconosciuto. Le tre colonne che seguono costituiscono il cuore del benchmarking. Nella prima viene infatti riportato il valore che ciascun driver assume nel Comune, confrontabile con analoghi valori di benchmark, disponibili in due diverse tipologie. La prima (benchmark predefinito), a seconda della classe dimensionale, è calcolata come media dei Comuni della stessa classe dimensionale e della stessa provincia (sotto i 50.000 abitanti), oppure come media nazionale per quella dimensione (oltre i 50.000 abitanti). La seconda tipologia offre all’utente la possibilità di costruirsi un benchmark personalizzato, come media di un gruppo di comuni prescelti.

Nell’ultima colonna, infine, si può apprezzare l’effetto in euro che la differenza di ciascun driver rispetto al benchmark selezionato comporta nel determinare il fabbisogno standard del comune, sempre come differenza rispetto al valore di benchmark

Questa modalità di esposizione consente al singolo Comune da un lato di verificare i dati che concorrono alla determinazione del proprio fabbisogno e, al tempo stesso, di valutare come il proprio fabbisogno viene costituito rispetto agli altri Comuni con caratteristiche simili. In effetti il Comune può così vedere quanto il valore dei driver è lontano dal valore di benchmark e quanto questo comporta in termini di euro procapite o per unità di output.

I driver sono raggruppati in base alla loro natura, così come illustrato in Figura 2 e 3. Si ha innanzitutto un primo elemento generale, riconducibile al fatto se all’aumentare della dimensione demografica sono sfruttabili economie di scala (diminuzioni di costi, segno negativo) oppure se invece si debbano mettere in conto diseconomie (aumenti di costi, segno positivo). Segue un ampio gruppo di grandezze connesse al contesto di domanda e offerta, ove figurano elementi strutturali, grandezze socio-economiche caratterizzanti l’ambito in cui opera il Comune, ma anche tipiche scelte gestionali operate dall’amministrazione stessa.

L’elenco delle determinanti è chiuso dal gruppo delle grandezze relative ai vari Costi unitari dei fattori produttivi, volto a tenere conto delle diverse condizioni dei mercati locali. Questo gruppo di grandezze è costituito in generale dal costo del lavoro e da quello d’affitto dei locali necessari per svolgere il servizio. Si hanno poi una serie di grandezze specifiche per i vari servizi: costo d’uso del veicolo, prezzo comunale della benzina, costo dei servizi informatici, ecc.

Per queste grandezze viene presentato solo il loro effetto complessivo e non appare il raffronto con il benchmark in quanto in sede applicativa il loro valore è già normalizzato secondo un criterio dimensionale e geografico. Fa eccezione il prezzo della benzina il quale, ove rilevante, è illustrato separatamente.

Nel caso dei servizi modellati attraverso funzioni di costo e riportati nella Piattaforma dedicata ai Fabbisogni standard, e cioè Asili Nido e Istruzione, il set dei driver è naturalmente completato dalla grandezze relative all’output.

Va ricordato infine che in questo prospetto non vengono riportati i driver che figurano in sede di stima (cioè di spiegazione della spesa storica) ma che poi sono sterilizzati ai fini delle determinazione del fabbisogno. Questi driver sono invece ripresi nel secondo prospetto della piattaforma.

Il secondo prospetto è dedicato agli indicatori gestionali che, pur non rientrando nella determinazione dei fabbisogni standard, possono aiutare a comprendere la differenza fra il fabbisogno standard attribuito e la spesa storica. Questa differenza è l’esito di fenomeni complessi, non facilmente riducibili ad un’unica causa, ma spesso da attribuire ad un’ampia costellazione di elementi. La spesa può essere maggiore perché si produce di più (servizi modellati con funzioni di spesa), con maggiore qualità (servizi modellati con funzioni di costo) oppure non si sono sfruttati tutti i possibili guadagni di efficienza, ed ancora si potrebbe aver sopportato costi maggiori in fase di acquisto.

Il secondo prospetto è costruito da un insieme di grandezze di numerosità variabile a seconda della funzione considerata. Di seguito se ne illustrano le grandezze disponibili nella maggior parte delle funzioni fondamentali, prendendo spunto dalla Polizia locale.

Peso delle costituenti sui valori di fabbisogno standard Comune XXXXXX
Regione XXXXXX
Popolazione 40.000
Questionario FC30U Compilato
Polizia Locale Unità di misura Valore del Comune Benchmark predefinito
Spesa storica € per abitante 31,81 37,83
Fabbisogno standard € per abitante 39,68 35,69
Personale
Costo medio del lavoro € per addetto 37.263 38.070
Numero addetti n. per 1000 ab. 0,76 0,77
Costi unitari
Spesa per l’uso del veicolo (assic. e carburanti) € per veicolo 1.219 1.392
Livello delle locazioni immobiliari ad uso ufficio € per mq al mese 6,47 6,13
Scelte gestionali
Quota spesa per gestione associata % 0 3,3%
Quota spese per esternalizzazioni % 0 2,6%
Caratteristiche del servizio
Ore annue di servizio esterno % 31,0% 27,2%
Servizi svolti
Sanzioni Codice stradale NON rilevate con mezzi strumentali n. per addetto 283,13 157,62
Sanzioni Codice stradale rilevate con mezzi strumentali n. per addetto 89,04 50,27
Sanzioni attività annonaria e commerciale n. per addetto 0,84 0,16
Sanzioni attività amministrativa di altra natura n. per addetto 0,62 2,21
Fermi e sequestri amministrativi n. per addetto 2,59 0,79
Rimozioni di veicoli n. per addetto 3,18 1,00
Incidenti stradali rilevati n. per addetto 8,63 3,08
Comunicazioni notizie di reato n. per addetto 1,72 0,67
Sequestri penali n. per addetto 0,32 0
Querele e denunce ricevute n. per addetto 0,23 0,16
Nulla osta al rilascio di autor. occ. suolo pubblico n. per addetto 29,16 8,49
Informazioni e investigazioni per attività comunali o di altri enti n. per addetto 102,53 52,62
Ricorsi in opposizione alla Autorità Giudiziaria n. per addetto 0,88 0,30
Trattamenti Sanitari Obbligatori eseguiti n. per addetto 5,45 0

Il primo indicatore è costituito del numero di addetti per abitante specifico del servizio. E’ di immediata evidenza che, a parità di tutto il resto, un maggior numero di dipendenti tende a posizionare la spesa storica oltre il fabbisogno.

Segue poi il gruppo dei costi unitari, innanzitutto costo del lavoro e costo per l’affitto dei locali. Si tratta di grandezze che entrano nella determinazione del fabbisogno standard ma non al loro valore di fatto, bensì sulla base di valori normalizzati per raggruppamenti dimensionali e geografici di enti. Nel prospetto relativo agli indicatori gestionali è invece riportato il valore di fatto. Anche in questo caso è del tutto immediato il loro effetto sulla spesa storica dell’ente. Per lo specifico servizio, poi, viene mostrato il costo d’uso dei veicoli di servizio, comprendente i costi di assicurazione e carburante.

Il successivo gruppo di indicatori si riferisce a tipiche scelte gestionali, vale a dire alla quota di spesa esternalizzata ed a quella gestita in forma associata. In questo caso si tratta di grandezze riportate a solo scopo descrittivo, di cui non sempre è univoco il segno dell’effetto esercitato sulla spesa storica.

Per alcune funzioni sono poi riportate alcune tipiche caratteristiche del servizio offerto, come ore settimanali di apertura al pubblico, ore annue di servizio esterno, educatori nelle scuole comunali, dimensionamento delle strutture comunitarie e residenziali, ecc.

Per i servizi modellati con funzioni di spesa, infine, il prospetto è chiuso da grandezze che descrivono le attività svolte.

Fra il primo ed il secondo prospetto vi è un’ulteriore differenza che è utile esplicitare. Nel Prospetto 1 le variabili che concorrono a determinare il fabbisogno standard, ove mancanti, vengono attribuite in rispondenza ai criteri espressi nella Nota metodologica aggiornamento fabbisogni standard comuni (13 settembre 2017), disponibile sul sito della CTFS.

Nel Prospetto 2 gli indicatori gestionali vengono invece calcolati utilizzando la medesima banca dati, senza modificare le dichiarazioni comunali. Di conseguenza, qualora il valore dell'indicatore che ne deriva cada, per eccesso o per difetto, oltre una banda di valori giudicati di “normalità” in base a valutazioni puramente statistiche, si è creduto utile segnalarlo con una apposita colorazione in azzurro.

Peso delle costituenti sui valori di fabbisogno standard Comune XXXXXX
Regione XXXXXX
Popolazione 40.000
Questionario FC30U Compilato
Polizia Locale Componenti sul fabbisogno 2020
(€ per Abitante)
Spesa storica 9.458
Fabbisogno standard 39,68
Fabbisogno di base 31,41
Contesto domanda/offerta
Giornate annue di mercato -1,60
Stalli per la sosta a pagamento 0,40
Presenze turistiche -0,34
Scuole -0,81
Visitatori musei -0,11
Lunghezza strade -1,48
Densità abitativa 0,07
Pendolari 1,27
Addetti nei servizi turistici e altro 0,17
Comune litoraneo 0
Incidenti stradali 5,52
Querele e denunce ricevute -0,29
Arresti, sequestri penali, TSO, ecc. 2,24
Servizio armato 0
Servizio notturno 1,62
Costi dei fattori produttivi
Costo medio del lavoro 0,10
Affitto locali ad uso ufficio 1,79
Costo d'uso per veicolo -0,28

Il terzo prospetto riprende l’analisi del Fabbisogno standard da una diversa angolatura. La struttura per riga è analoga a quella del primo prospetto e le grandezze riportate sono espresse nuovamente in termini unitari. Ciò che si vuole mettere in evidenza è come il valore complessivo del Fabbisogno standard si scompone nelle singole determinanti.

La scomposizione prende l’avvio da una prima grandezza, denominata Fabbisogno di base, che evidenza il valore di fabbisogno attribuibile ad un Comune di quella specifica classe dimensionale, il quale possedesse al contempo una configurazione nelle altre caratterizzazioni posizionata al valor medio nazionale. In questo modo, lungo la colonna è possibile leggere le variazioni che il fabbisogno di base del singolo Comune subisce in funzione delle sue concrete caratterizzazioni.