Dal 2012 le imprese hanno deciso di utilizzarla in 900 occasioni, per un valore economico di 52,5 milioni di euro. La media delle compensazioni si è attestata su una soglia piuttosto elevata (58 mila euro). Un dato che trova spiegazione anche nel fatto che per procedere l'impresa creditrice deve seguire una procedura molto complessa. Stroppa a pag. 29 La compensazione tra cartelle di pagamento e crediti commerciali vantati dai fornitori della p.a. non decolla. Dal 2012 le imprese di tutta Italia hanno deciso di utilizzarla in 900 occasioni, per un valore economico di 52,5 milioni di euro. La media delle compensazioni si è però attestata su una soglia piuttosto elevata (58 mila euro). Un dato che probabilmente trova spiegazione anche nel fatto che per procedere l'impresa creditrice deve prima ottenere la certifi cazione del credito tramite la piattaforma informatica del Mef. Un aggravio amministrativo capace di scoraggiare i fornitori che vantano crediti modesti. Ben diversa la diffusione delle compensazioni tra cartelle per imposte erariali e crediti per le medesime imposte (Irpef, Ires, Iva) vantati dal contribuente. Questa forma di compensazione, possibile nel modello F24 Accise avvalendosi del codice tributo «Ruol», è stata introdotta dal dl n. 78/2010 e attuata con il dm 10 febbraio 2011. Da allora se ne sono avvalsi circa 470 mila cittadini e imprese, per un controvalore economico che supera i 900 milioni di euro (con una media di 1.914 euro per operazione). I numeri sono stati forniti ieri a Roma in un convegno organizzato da Equitalia, Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili e Fondazione nazionale dei commercialisti. Le rateazioni La società che gestisce la riscossione ha fatto anche il punto sulle rateizzazioni finora concesse, che hanno superato quota 2 milioni e 765 mila per un importo di circa 29,7 miliardi di euro. Delle 920 mila richieste di dilazione accolte nel 2014, circa 50 mila si riferiscono a piani straordinari (per 4,4 miliardi di euro), che possono essere concessi in caso di un ulteriore peggioramento della situazione economica del contribuente rispetto a quando è stata stipulata la rateazione originaria. Cartelle colorate I tecnici di Equitalia sono intanto al lavoro sul restyling della cartella di pagamento, che nella nuova veste presenterà un colore diverso a seconda dell'ente impositore. Una novità il cui debutto potrebbe coincidere con l'inserimento del piano di rateazione precompilato direttamente nell'atto, annunciato dal gruppo già per il 2015. Il contribuente potrà decidere se saldare l'importo in un'unica soluzione, aderire al piano di pagamento proposto o chiederne un altro più adatto alle sue esigenze e alle sue disponibilità economiche. Equitalia e professioni Durante il convegno Equitalia ha ribadito la disponibilità a collaborare con ordini professionali e associazioni, soggetti con i quali peraltro continuano a moltiplicarsi gli accordi sul territorio. «Stiamo dando indicazioni ai nostri uffi ci affi nché offrano più consulenza sulle legittime opportunità a favore dei contribuenti», spiega il presidente di Equitalia, Vincenzo Busa, «in collaborazione con i commercialisti intendiamo rafforzare la nostra capacità di assistenza e, anche attraverso il coinvolgimento de mo im su e s degli enti accertatori, puntiamo a stabilire con cittadini e imprese un rapporto basato sul dialogo, sulla trasparenza e sulla semplifi cazione». Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente nazionale dei commercialisti, Gerardo Longobardi, che proprio nell'ottica di una migliore cooperazione auspica alcune modifi che normative. «Per gli accertamenti esecutivi relativi alle imposte sui redditi, all'Iva e all'Irap sarebbe il caso di intervenire sull'attuale impossibilità da parte del contribuente di richiedere la dilazione del pagamento a Equitalia prima della scadenza del termine di versamento di quanto dovuto, ossia entro il termine di proposizione del ricorso», commenta il presidente del Cndcec, «altra questione sul tappeto attiene alla misura dell'aggio di riscossione connesso alla morosità del contribuente, attualmente pari all'8%, che assume i connotati di una sanzione impropria, specie per i debiti di rilevante importo». Giorgio Sganga, presidente della Fnc, ha anticipato ulteriori iniziative congiunte di formazione e dialogo, anche con la partecipazione della Ragioneria generale dello stato e della Gdf.