In pochi giorni (il decreto «sblocca-Italia» che ha concesso la nuova dote è finito in Gazzetta Ufficiale il 18 settembre, e il termine per bussare alle porte dell'Economia è scaduto il 30 settembre), gli enti territoriali hanno inondato il ministero di richieste per oltre un miliardo di euro (1.072 milioni), ma la norma ha consentito di liberare pagamenti solo per 200 milioni. Risultato: a ogni amministrazione locale è arrivato il via libera al pagamento per il 13,99% delle somme richieste, a conferma del fatto che nonostante i tanti provvedimenti sblocca-debiti il problema dei pagamenti incagliati è ancora diffuso e che il Patto di stabilità continua a bloccare la liquidazione delle fatture. Un fenomeno, questo, inevitabile senza una drastica rivisitazione del Patto (le novità della legge di stabilità riguarderanno ovviamente il 2015, quindi c'è ancora il 2014 da affrontare), e accresciuto dal fatto che le anticipazioni di liquidità concesse con i precedenti «sblocca-debiti» sono state spesso dirottate al finanziamento di spesa corrente.
Nella corsa, come previsto dall'articolo 4 del Dl 133/2014, rientrano i debiti in conto capitale «certi, liquidi ed esigibili» al 31 dicembre 2013, oltre a quelli che entro la stessa data erano caratterizzati dall'emissione di fattura o altra richiesta equivalente e quelli che avevano prodotto debiti fuori bilancio riconosciuti o riconoscibili. Come sempre in queste occasioni, il ministero dell'Economia ha calcolato il rapporto fra le somme disponibili e quelle richieste, e dopo averlo individuato (nel 13,99%, appunto) ha applicato questo parametro per distribuire i bonus in maniera proporzionale alle richieste. In questo modo, gli allegati al provvedimento, che riportano la cifra "liberata" per ogni amministrazione territoriale, permettono di capire anche l'entità delle richieste avanzate da ogni ente, e quindi la dimensione del problema rappresentato dai suoi pagamenti targati 2013 e ancora bloccati.
Tra le Regioni, primeggia decisamente il Lazio, che riceve 59,3 milioni a fronte di una richiesta per 424 milioni di euro. Il Lazio, da solo, assorbe l'89% delle risorse destinate alle Regioni, con l'eccezione dei 25 milioni assegnati alla Basilicata che rientrano in un'altra partita: lo sblocca-Italia, infatti, aveva curiosamente previsto uno stanziamento separato (da 50 milioni) per le Regioni che avessero introiti elevati dalle concessioni per gli idrocarburi, e la Basilicata è l'unica che ha rispettato questo parametro: a Potenza, quindi, sono arrivati 25,9 milioni di euro. Tra i Comuni il primato va invece a Napoli, che riceve 6,9 milioni dopo averne chiesti quasi 50, seguita da Salerno (3,2 milioni), Benevento (2,9) e Torino (2,5). Naturalmente l'applicazione di questo criterio si traduce anche in importi medi bassissimi, con centinaia di Comuni che ricevono bonus inferiori ai 5mila euro.