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Non è il Patto a bloccare i pagamenti della p.a., ma il caos normativo- Italia oggi

  • 11 Lug, 2014
Pubblicato in: Pagamenti
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Ogni ente locale dovrà conseguire annualmente un saldo di competenza mista non inferiore al valore della propria spesa corrente media, registrata nel periodo di riferimento, moltiplicata per la percentuale stabilita dalla legge 147/13

Il saldo di competenza mista è il frutto della somma algebrica degli importi risultanti dalla differenza tra accertamenti e impegni, per la parte corrente, e dallo scarto tra incassi e pagamenti, per la parte in conto capitale, al netto delle entrate derivanti dalla riscossione di crediti e delle spese riferite alla concessione di crediti, come enunciato nei rispettivi certi? cati di ogni conto consuntivo. Premesso doverosamente tutto ciò, resta da analizzare l'effetto di tali prescrizioni collocate in un contesto consuetudinario che vede ministeri e altri enti preposti a trasferimenti di risorse agli enti locali, concentrare le erogazioni a ridosso della ? ne di ogni anno solare, mentre in altri paesi Ue succede il contrario, esse avvengono all'avvio dello stesso. È indubbio che operazioni economico/ ? nanziarie avviate a ? ne anno provochino ripercussioni contabili sui periodi successivi, ed è altrettanto indiscutibile che un ente locale per poter attivare le fasi della spesa abbia necessità di congruo tempo a disposizione per poter istruire l'iter di pubblica evidenza caratterizzante l'af? damento dei lavori. Quando si ha a che fare con operazioni a cavallo di più anni il patto di stabilità non fa sconti e detta regole ferree nel considerare l'entrata e la spesa ai ? ni della determinazione del saldo di competenza mista. È assodato che trasferimenti a ridosso di ? ne anno non solo non generino bene? ci in termini di entrata per l'anno corrente, perché gli enti ormai hanno già monitorato e perseguito l'equilibrio fra impegni/accertamenti e riscossioni/pagamenti, ma attribuiscano ulteriori difficoltà per l'anno a seguire, in quanto l'ente si troverà a dover fare i conti con una maggiore potenzialità di spesa che inevitabilmente non avrà giusta copertura nel campo delle entrate (ormai acquisite nel precedente esercizio). Altra fattispecie che determina dif? coltà è rappresentata dall'unico trasferimento in conto ? nanziamento di progetti pluriennali; si consideri, a scopo esempli? cativo, il caso in cui un comune, approvato un progetto biennale di restauro d'immobile, ? nanziato con contributo dello Stato, riceva comunicazione dal ministero competente riguardo all'emissione del mandato a ? ne anno per l'intero contributo. Cosa succederà? Il meccanismo del patto di stabilità, incassare ora sul titolo IV e lasciare fra i residui passivi sul titolo II non fa altro che ingessare la gestione del patto per l'anno successivo. Si è costretti a introitare il contributo (in termini di cassa) e a non poter bene? ciare della relativa capacità di spesa, perché non ci sarà il tempo per spendere l'intero contributo nell'anno d'incasso. A tal proposito è giusto rammentare che alcuni atteggiamenti frazionistici, caratterizzanti in passato il sistema delle partite vincolate, oggi verrebbero annoverati fra i comportamenti con ? nalità elusive del patto di stabilità e quindi sanzionabili. Per esempli? care il fenomeno, ignorato dalla nostra politica e determinato dalla nostra malsana burocrazia, nel 2014 subiremo gli effetti del doppio danno derivante dalle disponibilità liquide incassate nel precedente esercizio non spendibili perché il saldo non potrà giovarsi del contributo attribuito in entrata nel 2013. Risultato: arrivano i soldi, non si possono spendere e addirittura si inaspriscono impietosamente i coef? cienti di ef? cienza ed ef? cacia dell'azione amministrativa dell'incolpevole amministrazione comunale o provinciale. Dette anomalie sono rilevate tra l'altro dalla Corte dei conti con sua delibera sul Patto di stabilità interno n. 17/2014 della sezione autonomie, che evidenzia il carattere paradossale che ormai domina la ? nanza locale italiana: da un lato si fanno sforzi eccezionali per disincagliare i pagamenti ai fornitori, dall'altro il caos delle regole, i continui cambi di parametri, la consuetudine di collocare a ? ne anno ogni adempimento economico/finanziario impediscono qualsiasi reale programmazione, con il risultato di far fermare i pagamenti molto più di quanto lo stesso Patto di stabilità imponga. In tale situazione il Patto di stabilità sembra aumenti sempre più la distanza fra un quadro contabile apparentemente in salute, in grado di rispettare ?n troppo abbondantemente le richieste delle manovre, e una reale situazione ? nanziaria assai più complicata. Anche il consiglio dell'Unione europea, in merito a tale problema, ha formulato una sua dedicata raccomandazione n. 10791/14 in rispetto del regolamento n. 1176/2011 del parlamento europeo, con aspra critica sulla realizzazione del quadro nazionale di riforma 2014 dell'Italia e formula un suo parere sul programma di stabilità del nostro paese, volto alla prevenzione e correzione degli squilibri macroeconomici, e al raggiungimento della competitività e velocità dei processi amministrativi af? ancati a una generale modernizzazione della pubblica amministrazione. Il 5 marzo 2014 la Commissione europea ha evidenziato uno squilibrio eccessivo dell'Italia che richiede un monitoraggio speci? co e un'azione politica decisa e risoluta. A tal proposito il consiglio europeo indica fra le leve fondamentali per migliorare le prestazioni dell'Italia un'azione politica più snella, un maggiore coordinamento della sua azione amministrativa e una ripartizione più efficiente delle competenze tra i vari livelli di governo, aspetti di cui potrebbe bene? ciare, a sua volta, anche la gestione dei fondi dell'Ue, che segna ? nora soltanto interventi parziali e incompleti, soprattutto nelle regioni meridionali. Continua, in conclusione, a ripercuotersi sul popolo italiano l'inadeguatezza della capacità amministrativa e l'inef? cienza della pubblica amministrazione a tutti i livelli di governo. Si spera che si riesca a rimuovere gli ostacoli con la sempli? cazione delle procedure e la gestione strategica delle provvidenze ? nanziarie, con disponibilità delle stesse a gennaio e non a ? ne anno, in modo da garantire piena e tempestiva attuazione delle raccomandazioni dell'Ue e poter seguire il passo degli altri paesi europei. Sandro Tramacere vice presidente nazionale Ancrel

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